Col finire dell'estate, alunni e insegnanti si preparano a un nuovo anno scolastico.
L'OCSE ha appena pubblicato i risultati di un'inchiesta internazionale sull'insegnamento e l'apprendimento condotta in 23 paesi, di cui 15 membri dell'Unione europea.
L'UE ha appoggiato l'inchiesta, al fine di fornire alle autorità scolastiche più elementi per decidere come sostenere i circa 6,25 milioni d'insegnanti europei.
Mentre le precedenti inchieste dell'OCSE riguardavano i risultati scolastici dei ragazzi, questa si è concentrata su insegnanti e presidi. È stato così possibile procedere per la prima volta a un confronto internazionale tra gli ambienti didattici e le condizioni di lavoro degli insegnanti.
Ne è emerso che tre insegnanti su quattro lamentano la mancanza d'incentivi a migliorare la qualità del proprio insegnamento, e che il comportamento scorretto di alcuni alunni disturba le lezioni in tre scuole su cinque. Inoltre, gli insegnanti di Irlanda, Portogallo, Spagna e Italia hanno denunciato l'assenza di una valutazione sistematica del loro lavoro. Le autorità scolastiche dovrebbero concluderne che occorre riconoscere e premiare chi ottiene buoni risultati.
In tutti i paesi che hanno partecipato all'inchiesta sembra esserci un deficit di personale qualificato, anche se in misura molto diversa: si va dal 12% delle scuole polacche al 78% di quelle turche che lamentano una carenza d'insegnanti.
L'inchiesta suggerisce anche che i responsabili delle politiche scolastiche potrebbero sostenere maggiormente insegnanti e alunni se privilegiassero i risultati effettivi rispetto al solo svolgimento dei programmi.
Il link da cui è scaricabile il ponderoso studio (in inglese - 305 pag.)