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Voce alla Scuola: Tuttoscuola FOCUS n.33/129

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Notizie, commenti e indiscrezioni sul mondo della scuola. La newsletter settimanale di Tuttoscuola, la rivista per insegnanti, genitori e studenti.
martedì 9 dicembre 2003

TuttoscuolaFOCUS N. 33/129

SOMMARIO

  1. RSU nelle scuole/1: si vota
  2. RSU nelle scuole/2: gli elettori alle urne
  3. RSU nelle scuole/3: nel 2000 andò così
  4. RSU nelle scuole/4: non solo seggi
  5. Riforma, giorni decisivi per il primo decreto attuativo
  6. Le opzioni per le famiglie per questo anno scolastico...
  7. ...e le opzioni per le famiglie per il prossimo anno scolastico
  8. Iscrizioni a febbraio?
  9. Le probabili modifiche allo schema di decreto
  10. Tempo pieno salvato?
  11. Partono i corsi per il "patentino". Ma 8 ore saranno per tutti
  12. Francia: attesa per le conclusioni della commissione sul velo islamico
  13. TuttoscuolaMEMORANDUM


 

Le scadenze in TuttoscuolaMEMORANDUM di questa settimana:


9 dicembre – Inizio votazioni per elezioni RSU
9 dicembre – Sperimentazione protocollo informatico
10 dicembre – Adesioni progetto formazione Indire
10 –16 dicembre – scadenze amministrative relative al mese di dicembre
12-17 dicembre – affissione risultati elezioni RSU
15 dicembre – Borse di studio INPDAP
15 dicembre – Predisposizione programma annuale 2004
18 dicembre – PON Scuola 2000-2006
10 gennaio – Cessazioni dal servizio personale della scuola

 

1. RSU nelle scuole/1: si vota

Nelle quasi 10.800 istituzioni scolastiche statali in questi giorni si vota. Circa 900 mila persone tra docenti e personale Ata rinnovano tra il 9 e l’11 dicembre le rappresentanze sindacali interne, le RSU.
Un test elettorale a valenza non soltanto interna (la verifica dei rapporti di forza dei diversi sindacati), ma anche dal forte rilievo politico nei confronti della politica scolastica del Governo.
E i toni del confronto sempre più accesi di queste settimane potrebbero essere stati influenzati dall’imminente tornata elettorale.
I manifesti programmatici della maggior parte delle organizzazioni sindacali hanno posto al centro del nuovo ruolo delle rappresentanze sindacali non tanto il sostegno al cambiamento come accadde tre anni fa in piena stagione di lancio dell’autonomia scolastica, ma la critica e il contrasto alla riforma del sistema d’istruzione e formazione targata Moratti.
Scontato il largo consenso per le liste dei sindacati confederali e dello Snals, il test elettorale darà risposta, tra le altre, ad almeno due questioni: 1) quale spazio verrà riconosciuto alle liste delle alte professionalità sostenute dall’Anp, 2) se la Cislscuola, sindacato con il maggior numero di iscritti nella scuola, confermerà anche nell’urna il suo primato oppure, come nel 2000, dovrà cedere il passo alla Cgil-scuola che spera di raccogliere i frutti di una opposizione "senza se e senza ma" alla politica del governo.
Ma vediamo quali sono i numeri in campo.


2. RSU nelle scuole/2: gli elettori alle urne

Sono 886.572 gli elettori chiamati alle urne per il rinnovo delle RSU d’istituto nella scuola: 706.642 sono docenti dei diversi settori dalla scuola dell’infanzia agli istituti superiori e 179.930 fanno parte del personale Ata addetto agli uffici e ai servizi.
Tra i docenti, 76.872 sono di scuola dell’infanzia, 238.401 dell’elementare e degli istituti educativi, 165.786 di scuola media e 225.583 di istituti superiori.
Vota solamente il personale di ruolo, compreso quello non in servizio nell’istituto, ma esclusi i professori che attualmente rivestono incarico di presidenza.
Si vota in 10.788 sedi, corrispondenti alle istituzioni scolastiche statali, con possibilità di apertura di seggi anche nelle sezioni e nei plessi distaccati. Sono da eleggere 10.788 RSU, cioè tante quante sono le istituzioni scolastiche.
Da dati ufficiosi risulta che siano state presentate complessivamente 30 liste diverse, per complessivi 162 mila candidati (docenti e Ata in servizio nell’istituzione scolastica sede di RSU).
I seggi dei rappresentanti sindacali da eleggere sono in tutto 32.364 (tre per istituto), cioè circa uno ogni cinque candidati in lizza.
Meno del 40% dei circa 900 mila potenziali elettori sono iscritti alle organizzazioni sindacali. L’incognita del voto è sul restante 60% di elettorato non aderente formalmente a alcun sindacato.


3. RSU nelle scuole/3: nel 2000 andò così

Era la prima volta per la scuola e sul nuovo organismo di rappresentanza sindacale gravavano molte incognite, tra cui quella del consenso elettorale della categoria verso le RSU.
Votò l’88% dei quasi 900 mila elettori.
Dei 777.873 voti assegnati alle 31 liste in lizza, alla Cgil-scuola andarono 205.311 consensi, risultando prima con il 26,4% di suffragi.
Cisl-scuola e Snals, che detenevano il maggior numero di iscritti tra il personale scolastico, rispettivamente con il 32,4% e il 24,1%, non confermarono la loro posizione nella categoria. Le liste della Cisl-scuola, pur ottenendo 176.738 voti, non andarono oltre il 22,7% di consensi (con un gap di decremento percentuale di 9 punti e mezzo), e lo stesso Snals, con 149.232 voti, si fermò al 19,2% (5 punti in meno rispetto al tasso associativo).
La Uil-scuola, che raggiunse il 12% di consensi e la Gilda con il 10,7% superarono entrambe il proprio tasso associativo.
Cobas e Unicobas, presenti con liste separate, andarono ben oltre il loro tasso associativo complessivo (meno del 2%), sfiorando nell’insieme il 7% di consensi.
Le liste minori, molte delle quali sorte nell’occasione elettorale senza retroterra organizzativo e sindacale, raccolsero poco più di 13 mila voti con un’incidenza complessiva del solo 1,7%.


4. RSU nelle scuole/4: non solo seggi

Per le organizzazioni sindacali le elezioni per le RSU rappresentano qualcosa di più di una semplice competizione per la rappresentanza della categoria.
Gli esiti delle votazioni hanno un impatto sullo stesso equilibrio economico del sindacato.
Infatti i voti ottenuti vengono trasformati in quota percentuale di rappresentanza (per capirci, la Cgil-scuola, ad esempio, nel 2000 raggiunse il 26,39% di rappresentanza elettorale); questa quota viene considerata insieme alla quota associativa, cioè la percentuale di iscritti con delega rispetto a tutti i sindacalizzati (nel 2000, la Cgil-scuola aveva un tasso associativo del 20,63%).
La media delle quote (23,51% per la Cgil-scuola nel 2000) serve all’Aran per attribuire il tasso di rappresentanza di ciascun sindacato.
Chi raggiunge il 5% di questo tasso (media del tasso associativo e del tasso elettorale) è ammesso di diritto alla contrattazione nazionale. Il tasso del 5% nel comparto scuola è stato raggiunto da Cisl-scuola, Cgil-scuola, Uil-scuola, Snals e Gilda.
Ma oltre all’ammissibilità alla contrattazione di comparto, il tasso di rappresentatività serve per definire la quota di distacchi e permessi sindacali spettante a ciascuna organizzazione.
Più alto è il tasso di rappresentatività e maggiore è la quota di distacchi e ore di permesso . Attualmente nel comparto il numero di distacchi e di esoneri dal servizio è cospicuo: 1.089 posti di docenti o di personale Ata che pur prestando servizio presso il sindacato, sono retribuiti dall’Amministrazione di appartenenza.
Alcune migliaia di voti RSU in più possono quindi valere qualche distacco a favore del sindacato votato. Se si considera che mediamente un docente costa allo Stato 30-35 mila euro all’anno (60-70 milioni delle vecchie lire), è comprensibile l’interesse sindacale, anche da questo punto di vista, per un buon esito elettorale.


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5. Riforma, giorni decisivi per il primo decreto attuativo

È una settimana cruciale per l’iter del primo decreto attuativo della legge di delega di riforma della scuola. Il 10 dicembre in Conferenza unificata Stato-Regioni-città il Miur scioglierà la riserva sul tempo scuola, che potrà estendersi sino a 40 ore settimanali comprensive della mensa, con l'assistenza dei docenti. Sempre il 10 si riuniscono le commissioni parlamentari per esaminare il provvedimento.
Intanto si avvicina il tempo delle iscrizioni al prossimo anno scolastico, e il quadro generale - che pure va lentamente chiarendosi - non offre ancora certezze, né per le scuole né per le famiglie.
Il fuoco di fila delle campagne informative ministeriali da un lato, che presentano un modello sul quale gravano ancora delle incertezze - nei contenuti e nei tempi di attuazione, e dall’altro della "controinformazione" diffusa dagli oppositori (organizzati o non) della riforma, crea inevitabilmente disorientamento tra i genitori. In molti chiedono informazioni alle segreterie delle scuole: è vero che non c'è più il tempo pieno? E' vero che si dovrà pagare? E il bambino chi lo assiste a mensa?...
Sul cancello d'ingresso di un istituto scolastico romano è apparso questo cartello: "Per le iscrizioni per l'a.s. 2004/2005, al momento, non ci sono novità. Sarà cura della scuola informare i genitori interessati non appena saranno emanate nuove disposizioni". Non troppo chiaro, ma almeno utile per evitare l’ingorgo di domande ancora premature. Solo un episodio ovviamente, ma sintomatico.
Se è vero che all’inizio delle lezioni mancano ancora nove mesi, è anche vero che le procedure di preparazione di un meccanismo complesso - che impiega un milione di dipendenti per offrire un servizio a milioni di studenti in più di cinquantamila "punti di erogazione" (le scuole e i plessi scolastici) - sono particolarmente articolate e richiedono precisi adempimenti entro certi tempi, che si stanno ormai pericolosamente avvicinando.
Negli scorsi anni la scadenza per le iscrizioni ha oscillato tra la prima e la seconda decade di gennaio.


6. Le opzioni per le famiglie per questo anno scolastico...

Cerchiamo di fare chiarezza, tentando di porci nell’ottica dei genitori che a breve iscriveranno i figli al prossimo anno scolastico. Ricordiamo che sono interessati alle iscrizioni nelle prime classi di statale e paritaria circa 550 mila bambini per la primaria e quasi altrettanti per la prima media. Più di un milione di famiglie coinvolte.
Un anno fa le opzioni proposte ai genitori per l’anno scolastico 2003/2004 sono state le seguenti.
Per la scuola dell'infanzia:
- turno normale (mattina e pomeriggio) con refezione (8 ore al giorno pari a 1400 ore annue);
- turno antimeridiano senza refezione (5 ore al giorno pari a 875 ore all’anno).
Per la scuola primaria:
- orario modulare senza mensa;
- orario modulare con mensa e uno o più rientri pomeridiani;
- tempo pieno.
Per la scuola media:
- tempo normale (cinque ore al giorno tutte in fascia antimeridiana, senza mensa);
- tempo prolungato (con attività pomeridiane e mensa);
- espressione su eventuali sperimentazioni (seconda lingua).
Si trattava di proposte tutto sommato chiare (in quanto note da anni) nei confronti delle famiglie.
A distanza di un anno, nelle more dell'approvazione del primo decreto attuativo della legge 53/03, a quali opzioni si potrebbero trovare di fronte le famiglie?


7. ...e le opzioni per le famiglie per il prossimo anno scolastico

Come dovrebbe essere il modulo per le iscrizioni per l’anno scolastico 2004/2005, ammesso che il Miur non decida di confermare in via transitoria - trattandosi di anno ancora non pienamente a regime - le disposizioni dell’anno scorso?
Difficile dirlo al momento. Seguendo il testo approvato il 12 settembre (l'unico al momento disponibile) le opzioni per i genitori avrebbero potuto essere:
Per la scuola dell'infanzia:
- Orario annuale da un minimo di 875 ore (corrispondente a un turno antimeridiano senza refezione) fino a un massimo di 1700 ore, a seconda dei progetti educativi delle singole scuole.
Per la scuola primaria:
- orario normale (891 ore annue pari a 27 ore settimanali);
- eventuale adesione agli insegnamenti facoltativi (ulteriori 99 ore annue, pari a 3 ore settimanali);
- eventuale adesione al servizio mensa (il cui orario sarà aggiuntivo rispetto alle ore di attività didattiche).
Per la prima classe della scuola media:
- orario normale (891 ore annue pari a 27 ore settimanali);
- eventuale adesione agli insegnamenti facoltativi (ulteriori 198 ore annue pari a 6 ore settimanali);
- eventuale adesione al servizio mensa (il cui orario sarà aggiuntivo rispetto alle ore di attività didattiche e comunque garantito dalla scuola).
Tutti i modelli opzionali dovrebbero essere sostenuti da una progettazione da parte degli organi collegiali delle scuole (primo tra tutti il collegio dei docenti), per la quale i tempi si farebbero veramente stretti se dovesse valere da subito.


8. Iscrizioni a febbraio?

Della strada che prenderà il Miur su questi temi qualcosa si comincerà a capire con la circolare che fisserà i termini per le iscrizioni (l’anno scorso fu emanata il 20 dicembre).
Di certo, considerando che le commissioni parlamentari difficilmente formalizzeranno il parere prima del 23 gennaio 2004 (ultimo giorno utile), se si dovesse dar tempo alle scuole di progettare le attività e gli insegnamenti facoltativi, si finirebbe con il rinviare le iscrizioni come minimo al mese di marzo.
Ma questo non sembrerebbe compatibile con gli adempimenti amministrativi necessari per garantire il regolare avvio dell'anno scolastico, fiore all’occhiello finora del ministro Moratti.
Ecco allora la ragione della corsa contro il tempo che sta conducendo il ministro.
Si aprono a questo punto almeno tre scenari possibili.
Uno: arrivare entro gennaio con il decreto in Gazzetta ufficiale, "costi quel che costi". Poi, una settimana di tempo per definire le proposte degli istituti (magari instradate da indicazioni emanate dal centro) e poi completamento delle iscrizioni entro febbraio. Sembra una strada forzata e difficilmente praticabile.
Scenario due: riproporre in via transitoria le disposizioni dell’anno scorso.
Scenario tre: emanare nei tempi consueti la circolare delle iscrizioni e rimandare ai mesi successivi (ed entro l’inizio del prossimo anno scolastico) le attività di progettazione degli insegnamenti opzionali da parte degli organi collegiali e la scelta delle diverse opzioni da parte delle famiglie.


9. Le probabili modifiche allo schema di decreto

Inquadrato così il contesto, a questo punto il primo scoglio da superare è il parere della Conferenza unificata.
Il 10 dicembre, sarà sciolta positivamente la questione della quantità di tempo. Non sono ancora note le modifiche che sarebbero state sostanzialmente concordate in questa settimana durante gli incontri di approfondimento tecnico, ma è certo che sarà chiarito, nell'articolato, che il tempo potrà estendersi sino a 40 ore settimanali. Confermerebbe questo orientamento anche la dichiarazione dell'onorevole Valditara (AN) che ha portato l'adesione del suo partito a tale proposta, già avanzata dall'Anci (v. TuttoscuolaNEWS n. 127 del 24 novembre).
La proposta Anci non è una mera questione quantitativa: propone di portare l'elevazione delle attività didattiche dalle attuali 99 ore a 198 (l’aumento complessivo di orario moltiplicherebbe a dismisura l’esigenza di organico). E non è la stessa cosa dare 33 ore settimanali di attività didattica e 7 di mensa, ovvero 30 ore di attività e 10 di mensa.
Passato, in un modo o nell'altro, il vaglio della conferenza unificata, espletate le audizioni che al Senato iniziano il 10 dicembre, le commissioni parlamentari esamineranno nel merito il provvedimento.
Ora, se il testo varato dal Governo fosse stato blindato, come chiedeva il sottosegretario Aprea tempo fa, la maggioranza poteva anche far quadrato, ma aperta la strada delle modifiche... quanti altri vorranno far valere le loro proposte?
Non è un mistero che l'Udc tenterà di intervenire sulla figura del tutor, cancellando la rigidità del suo orario, e di mantenere il modulo nella scuola elementare.
Ecco quindi perché le curiosità e le attese delle famiglie, legittime e peraltro stimolate dalle campagne informative di segno opposto a cui sono sottoposte in questo periodo, allo stato delle cose non possono ancora essere completamente soddisfatte. Ma nei prossimi mesi, o forse già nelle prossime settimane, il quadro - in un senso o nell’altro - si dovrà chiarire.


10. Tempo pieno salvato?

Gli echi della mobilitazione a difesa del tempo pieno non si sono spenti: finite le manifestazioni di piazza (Roma e Bologna in particolare) continuano le azioni da parte di singoli e di gruppi mediante una campagna telematica che arriva a privati, politici e dirigenti.
Come in tutte le azioni di questo genere, l’aggiornamento sull’evolversi della situazione è lento ad essere recepito e, così, si assiste ad una linea di difesa (o di attacco) in taluni casi un po’ datata.
Registriamo i fatti, a cominciare dalle dichiarazioni del ministro Moratti alle commissioni parlamentari (4 novembre) che - di fronte a un testo di decreto che abroga l’art. 130 del Testo unico sul tempo pieno - conferma "che il tempo pieno nella riforma, come tempo offerto alle famiglie nella sua estensione massima, non viene modificato".
Alla luce di queste dichiarazioni ufficiali, il Miur pochi giorni dopo, nel suo commento allo schema di decreto legislativo, conferma che "tale tempo oscilla in relazione alle predette opzioni fra le 5 e le 10 ore. In questo senso il tempo scuola raggiunge, nella sua massima espansione, le 40 ore settimanali e si caratterizza come tempo pieno degli alunni."
L’11 novembre il ministro Giovanardi al question time in Parlamento precisa che "resta il principio che il tempo rimane per 40 ore settimanali così come è oggi. Tali ore sono comprensive anche del tempo destinato alla mensa con l'assistenza educativa dei docenti".
In Conferenza unificata il 26 novembre si conviene sull’opportunità di chiarire formalmente che anche il tempo di assistenza alla mensa (fino a 10 ore settimanali) concorre a determinare i posti d’organico. L’intesa, che circola anche in ambienti sindacali, sarà formalizzata il 10 dicembre: 40 ore sì, assistenza dei docenti sì, organico confermato, gratuità: l’offerta complessiva è confermata, cambia il modello attuale di tempo pieno.


11. Partono i corsi per il "patentino". Ma 8 ore saranno per tutti

Il MIUR e il MIT (che non è il Massachussets Institute of Technology ma il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) hanno messo a punto il piano operativo per organizzare in tutte le scuole secondarie di primo e di secondo grado i corsi di 20 ore per il conseguimento del "patentino". Tutta la normativa e dettagliate informazioni sui corsi sono disponibili nel sito del MIUR (www.istruzione.it/patentino/).
Il possesso del "certificato di idoneità alla guida del ciclomotore" (denominazione ufficiale del patentino) diventerà obbligatorio per tutti i ragazzi dai 14 ai 18 anni, sempre che vogliano mettersi alla guida di un ciclomotore, a partire dal 1° luglio 2004, come disposto dalla legge 214 del 1° agosto 2003. Potranno iscriversi ai corsi anche i tredicenni che compiano i 14 anni nell’arco dell’anno scolastico.
Per conseguire il patentino i giovani interessati dovranno frequentare un corso di 20 ore complessive, 12 delle quali extracurricolari: 4 sulle norme di comportamento, 6 sulla segnaletica, 2 di "educazione al rispetto della legge"; se si superano le 3 ore di assenza non si è ammessi all’esame. Le altre 8 ore saranno invece curricolari, e rientreranno nell’ambito della "educazione alla convivenza civile", come specificano le linee guida. Uno spazio formativo che nell’attuale ordinamento non è previsto, ma che può essere assimilato a quello dell’educazione civica. A differenza delle prime 12, queste 8 ore saranno rivolte a tutti gli studenti, e saranno gestite, presumibilmente, in compresenza tra il docente "scolastico" e il docente esterno: polizia stradale, vigili urbani, carabinieri, guardia di finanza e altri, in possesso di competenze specifiche.
L’esame finale non sembra tale da togliere il sonno ai candidati: si farà su un questionario predisposto dal MIT contenente 10 domande a risposta multipla, ma l’esame sarà superato anche se si daranno quattro risposte sbagliate. Speriamo bene.


12. Francia: attesa per le conclusioni della commissione sul velo islamico

Giovedì 11 dicembre saranno resi noti i risultati della commissione, presieduta da Bernard Stasi, nominata direttamente dal presidente Chirac per dirimere la spinosa questione del velo islamico a scuola. Un tema che anche in Italia dovrebbe essere guardato con attenzione, visto il crescente numero di studenti di religione islamica nelle nostre aule (circa 100 mila quest’anno, il 20% in più dell’anno precedente).
Intanto l’attuale presidente del consiglio, Pierre Raffarin, ha reso nota nei giorni scorsi la sua propensione a trovare una soluzione di compromesso tra il divieto assoluto di portare il velo in classe (che non dispiacerebbe a Chirac, sostenitore della tradizionale laicità "repubblicana" della scuola statale) e la posizione possibilista del ministro dell’interno Sarkozy. Raffarin vorrebbe inserire la questione nel quadro della nuova legge sull’orientamento, che sarà discussa nel 2004, e che proibirà non di portare, ma di "ostentare" in classe qualsiasi simbolo religioso o politico.
La proposta, fatta pochi giorni prima dell’11 dicembre, ha indispettito i membri della commissione Stasi, un cui autorevole esponente, il consigliere di Stato Remy Schwartz, relatore generale della stessa commissione, ha osservato che in tal modo non cambierebbe niente rispetto alla situazione attuale, perché la valutazione del carattere ostentativo ("ostentatoire") o meno di tali simboli continuerebbe a ricadere sull’amministrazione e sul personale della scuola, che invece si aspetta indicazioni chiare e univoche in materia, e magari una legge ad hoc.
La vera alternativa al divieto di indossare simboli più o meno esplicitamente riconducibili ad una appartenenza etnico-religiosa è quella prospettata da "Sarko", come viene familiarmente chiamato l’emergente ministro dell’interno, che si oppone a leggi restrittive in materia e suggerisce di muoversi con la massima tolleranza per evitare che gli studenti musulmani, o di altre religioni, o dei vari gruppi etnici, lascino le scuole statali per dar vita a proprie scuole separate, e ideologicamente molto connotate. Il rischio, dice Sarkozy, è che per voler affermare un astratto principio di laicità e neutralità delle scuole statali, si finisca per favorire il neocomunitarismo, terreno di coltura ideale per il fondamentalismo, islamico e non.


13. TuttoscuolaMEMORANDUM

N. 33/129, 9 dicembre 2003


INDICE

9 dicembre – Inizio votazioni per elezioni RSU
9 dicembre – Sperimentazione protocollo informatico
10 dicembre – Adesioni progetto formazione Indire
10 –16 dicembre – scadenze amministrative relative al mese di dicembre
12-17 dicembre – affissione risultati elezioni RSU
15 dicembre – Borse di studio INPDAP
15 dicembre – Predisposizione programma annuale 2004
18 dicembre – PON Scuola 2000-2006
10 gennaio – Cessazioni dal servizio personale della scuola
 

9 dicembre – Inizio votazioni per elezioni RSU
Nei giorni 9 – 10 - 11 dicembre 2003 si svolgono in tutte le scuole statali le votazioni a suffragio universale per il rinnovo delle Rappresentanze sindacali di istituto (RSU).
Le votazioni avvengono su liste di candidati interni della scuola presentate da soggetti sindacali esterni entro il 10 novembre scorso.
Il primo giorno delle votazioni (9 dicembre 2003) è utilizzato per l'insediamento del seggio elettorale (o dei seggi definiti dalle Commissioni elettorali in ragione della dislocazione delle eventuali sedi distaccate, che fanno capo al collegio unico di elezione della RSU) ed è anche già utilizzabile per le operazioni di voto.
In base al Regolamento elettorale disposto dall’ARaN, è compito delle Commissioni elettorali, al fine di assicurare le migliori condizioni per l’esercizio del voto, definire l'orario di apertura e chiusura giornaliera dei seggi ed, in particolare, quello dell'ultimo giorno di votazione (11 dicembre), dandone la necessaria preventiva pubblicità a tutti gli elettori attraverso l'affissione all’albo della Scuola.


9 dicembre 2003 – Sperimentazione protocollo informatico
L’attuale quadro normativo in materia di gestione informatica della documentazione amministrativa (come da decreto del 13 ottobre 2003 del Ministro per l’innovazione tecnologica, che ne ha fissato le linee guida) prevede che a partire dal prossimo 1° gennaio tutte le amministrazioni pubbliche, compresa quindi la scuola, debbano adottare il protocollo informatico per la gestione dei documenti in arrivo e in partenza.
La complessità dell’operazione, che modificherà in maniera strutturale le modalità attualmente seguite dalle segreterie per la tenuta e l’archiviazione degli atti, ha suggerito al MIUR di realizzare, in una prima fase, un percorso sperimentale di attuazione del protocollo informatico.
Le istituzioni scolastiche che vogliono partecipare alla fase sperimentale di adozione del "Protocollo informatico" hanno tempo fino al 9 dicembre per segnalare la propria adesione compilando ed inviando on line il modulo presente sul sito intranet del MIUR - Area Protocollo informatico, sezione "Prossime attività".


10 dicembre 2003 – Adesioni progetto formazione Indire

I docenti di scuole primarie statali e paritarie, anche ne non aderiscono al progetto nazionale di attuazione della riforma proposto con il Decreto ministeriale n. 61 del 2003, possono partecipare alle attività di formazione e-learning dell’Indire.
Le iscrizioni, da effettuare on line tramite le segreterie delle istituzioni scolastiche, rimarranno aperte fino al prossimo 10 dicembre.
Sono tre i corsi previsti, finalizzati a fornire un supporto operativo e i riferimenti culturali per avviare alcune delle innovazioni della riforma configurata dalla legge 53/2003:

  • inglese

  • informatica

  • sostegno ai processi di innovazione.


12 dicembre 2003 – Scrutinio elezioni RSU

Il giorno 12 dicembre 2003 è dedicato esclusivamente allo scrutinio dei voti che sono stati espressi nei tre giorni di apertura dei seggi (9, 10 e 11 dicembre).
Poiché le elezioni avvengono contestualmente in tutto il comparto Scuola, anche lo scrutinio deve avvenire contestualmente e, pertanto, le urne devono essere aperte solamente la mattina del giorno 12 dicembre 2003.
In nessuna Istituzione scolastica può essere prevista l’anticipazione dello scrutinio delle schede elettorali.
Ciascuna Commissione elettorale deve in questa data raccogliere i dati elettorali parziali dei singoli seggi (se previsti) ed effettuare il riepilogo finale dei risultati.
Nel verbale delle operazioni di scrutinio dovranno essere riportate anche tutte le eventuali contestazioni.
Sulla base dei risultati elettorali, la Commissione provvederà ad assegnare i seggi e a proclamare gli eletti.

10 –16 dicembre – scadenze amministrative relative al mese di dicembre
In questo le segreterie delle istituzioni scolastiche devono provvedere al versamento di una serie di contributi relativi agli emolumenti corrisposti al personale e alla gestione del conto di credito postale.
Queste le scadenze:

  • 10 dicembre – pagamento spese postati del conto di credito
  • 15 dicembre – versamento IRAP sugli stipendi del personale a tempo determinato

  • 16 dicembre – versamento dell’IVA per le istituzioni scolastiche con lavorazioni in conto terzi (con annessa azienda agraria); versamento contributi INPS per collaborazioni coordinate e continuative; versamento ritenuta d’acconto per pagamenti effettuati a soggetti esterni all’amministrazione.


12-17 dicembre 2003 – affissione risultati elezioni RSU
Durante questo periodo le commissioni elettorali insediate in ciascuna istituzione scolastica sede di elezioni per il rinnovo della componente RSU devono provvedere ad affiggere all’albo della scuola i risultati della tornata elettorale del 9-10-11 dicembre e scrutinati il 12.
Per il 18 dicembre è invece previsto il termine ultimo di trasmissione all’ARAN del verbale elettorale finale.
Si ricorda che con una nota del 17 novembre 2003 l’ARAN ha ribadito che le Scuole (cioè il dirigente scolastico, il direttore SGA, ecc.) devono garantire la massima collaborazione ma non possono entrare nel merito delle operazioni elettorali in quanto "esonerate da ogni compito consultivo, di verifica e controllo sui candidati, sulle liste e sui compiti della Commissione elettorale".


15 dicembre 2003 – Borse di studio INPDAP

Come ogni anno, l’INPDAP conferisce borse di studio in favore dei figli e degli orfani di iscritti e di pensionati per la frequenza delle scuole medie inferiori e superiori.
Sono previste:
- 1000 borse da 750 euro per quanti hanno frequentato la terza media nell’anno scolastico 2002/2003 conseguendo una valutazione pari a "ottimo"
- 3500 borse da 750 euro per quanti hanno frequentato i primi quattro anni delle scuole secondarie superiori conseguendo una votazione non inferiore ad 8/10 o ad 80/100 (per chi ha sostenuto l’esame di diploma di scuola media superiore)
- 1200 borse da 1000 euro per quanti hanno frequentato il quinto anno della scuola superiore.
Le domande, corredate dall’attestazione ISEE per la determinazione del reddito familiare, devono essere presentate presso gli Uffici provinciali dell’INPDAP entro il prossimo 15 dicembre.
Il bando completo, con le indicazioni relative alla documentazione necessaria per partecipare al concorso, ed il modello di domanda possono essere ritirati nelle sedi INPDAP o ricavati dal sito www.inpdap.it alla voce "Bandi".


15 dicembre 2003 – Predisposizione programma annuale 2004
Il MIUR ha finalmente emanato la circolare con cui vengono differiti i termini per la predisposizione e per l’approvazione del programma annuale 2004.
Con la nota 88 del 26 novembre 2003, infatti, vengono indicate le nuove scadenze cui dovranno attenersi le istituzioni scolastiche:

  • 15 dicembre 2003 – termine per la predisposizione degli atti relativi al programma annuale

  • 29 gennaio 2004 – termine ultimo per l’adozione della delibera di approvazione da parte del Consiglio di Circolo/Istituto

Se, però, il programma annuale non verrà approvato prima dell’inizio dell’esercizio finanziario 2004, il dirigente scolastico dovrà provvedere ad esercitare una gestione provvisoria nel limite di un dodicesimo, per ciascun mese, degli stanziamenti di spesa definitivi del programma annuale 2003.
La Circolare ricorda anche che, qualora il Consiglio non abbia approvato il programma annuale entro il 14 marzo 2004, l’Ufficio scolastico regionale provvederà a nominare un commissario ad acta.


18 dicembre 2003 – PON Scuola 2000-2006

Il MIUR comunica alle Direzioni Scolastiche regionali interessate (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia) che entro le ore 12 del 18 dicembre 2003 devono essere presentati i progetti riguardanti la Misura 1.1. f "Impresa Formativa Simulata: percorsi in alternanza per lo sviluppo di competenze di imprenditorialità".
La partecipazione è aperta agli Istituti tecnici e professionali che abbiano attivato percorsi analoghi negli anni precedenti e agli Istituti che siano in grado di usufruire delle attrezzature descritte in un apposito allegato del bando.
I progetti, che dovranno essere inviati al MIUR – Direzione Generale per le Relazioni Internazionali – Ufficio V, devono essere predisposti utilizzando esclusivamente il formulario allegato al bando (seguendo scrupolosamente tutte le istruzioni ed indicazioni impartite), che è disponibile sul sito www.istruzione.it/fondistrutturali o sul sito intranet del Ministero nell’area tematica "Fondi Strutturali".


10 gennaio 2004 – Cessazioni dal servizio personale della scuola
Con la circolare del 21 novembre 2003 il MIUR ha diramato le disposizioni per la cessazione dal servizio dal primo settembre 2004 per il personale della scuola.
Entro il 10 gennaio 2004 può presentare domanda di collocamento a riposo il personale del comparto scuola che ha compiuto il 40° anno di servizio; entro la stessa data devono essere presentate anche le domande di trattenimento in servizio oltre il 65° anno di età e le eventuali revoche di precedenti provvedimenti di permanenza in servizio.
La risoluzione del rapporto di lavoro per compimento del 65° anno di età avviene, invece, automaticamente, e viene comunicata per iscritto dall’Ufficio scolastico regionale.
Coloro che presentano domanda di dimissioni volontarie dal servizio, prima di ritenersi ad ogni effetto collocati in pensione, devono attendere l’emissione di un provvedimento formale da parte dell’Ufficio regionale, che deve accertare la sussistenza del diritto a percepire il trattamento pensionistico (in caso della mancata maturazione del diritto, il dipendente ha facoltà di ritirare la domanda di dimissioni entro 5 giorni dalla data di ricevimento della nota).
La domanda di dimissioni deve essere presentata alla scuola di titolarità (tramite la scuola di servizio, se diversa) e, per conoscenza, al competente CSA.


 

 

 

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Postato il Sabato, 13 dicembre 2003 ore 13:47:20 CET di Piera Privitera
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