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News: TAGLI ALLA SCUOLA: I RESOCONTI DELLA COMMISSIONE CULTURA ALLA CAMERA

Comunicati





ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 5 novembre 2008. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Giuseppe Pizza.

La seduta comincia alle 9.15.

Piano programmatico di interventi volti alla razionalizzazione dell'utilizzo delle risorse umane e strumentali del sistema scolastico.
Atto n. 36.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato, da ultimo, nella seduta del 29 ottobre 2008.

Maria Letizia DE TORRE (PD) chiede chiarimenti al rappresentante del Governo in merito alla pronuncia della Conferenza unificata sul provvedimento in esame.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA ricorda che è fissata una riunione della Conferenza per la giornata odierna.

Maria Letizia DE TORRE (PD), intervenendo nel merito del provvedimento, ritiene molto grave che il Governo abbia avviato i cambiamenti contenuti nel Piano, il cui esito muta drasticamente la scuola italiana, senza un confronto iniziale, attraverso la presentazione di un decreto-legge, approvato con la questione di fiducia. Ricorda che nell'audizione informale dei rappresentanti delle Regioni, delle Provincie e dei Comuni, svolta ieri, è emerso con evidenza che sono state sovrastate le competenze degli enti locali. Si chiede quindi se il Governo creda davvero nel federalismo o se il decreto emanato non sia un 'distrattore' per decisioni prese in modo autoritario e centralistico. Riguardo la diminuzione del tempo scuola, prevista dal Piano - solo mattino nella materna, 24 ore alla primaria, 29 alle medie, riduzione in tutti gli ordini delle superiori - ritiene che non vi sia di fatto possibilità di scelta per le famiglie di tempi più lunghi poiché la previsione è di «una progressiva generalizzazione». Sottolinea, in questo senso, che agli istituti scolastici, che «nell'ambito della propria autonomia, organizzeranno l'attività didattica con criteri flessibili», verrà dato «l'organico di istituto», però «determinato secondo le nuove previsioni ordinamentali». Rileva, dunque, che le


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 scuole non avranno un organico funzionale tale da consentire un significativo ampliamento; per esempio, alle elementari a partire dall'anno scolastico 2015/2016 quando tutte le classi avranno 24 ore con «maestro unico» non vi sarà ovviamente alcuno spazio per il tempo pieno. Esprime quindi la convinzione che al massimo si potrà fare un doposcuola, nell'ambito del quale, ricordando quanto diceva il Presidente Berlusconi nella conferenza stampa di mercoledì 22 ottobre scorso, si potranno fare solo i compiti, l'inglese, e basta. Ritiene dunque, esprimendo così tutto il proprio rammarico, che il Piano metta fine al modo di essere della scuola italiana illustrata dal documento della Commissione Falcucci del 1975 con cui il Parlamento allora dichiarava non positivo distinguere tra attività «didattiche», da intendersi come insegnamento delle «materie principali», ed attività «integrative», equivoca distinzione tra «insegnamento del mattino», al quale spetta di dare giudizi sulle capacità del figlio, e «l'insegnamento del pomeriggio» - educatori, animatori, e così via - che «lo fa giocare». Rileva, quindi, che purtroppo si tratta di una distinzione che è alla base della filosofia del decreto-legge n. 137 del 2008, nonché del Piano in esame.

Giovanni Battista BACHELET (PD) condivide le osservazioni svolte dalla presidente Aprea nel corso dell'audizione di ieri, relativamente al fatto che occorre fare cambiamenti, rilevando peraltro che tali cambiamenti dovrebbero essere fatti in modo concertato. Segnala, in particolare, che precedenti esperienze di cambiamenti erano state meditate a lungo e sperimentate durante un arco temporale sufficientemente lungo.

Alessandra SIRAGUSA (PD) rileva che non si capisce se si faranno o meno nuovi ordinamenti. In tal senso, rileva che la riduzione dell'orario alle scuole superiori sembra essere collegato necessariamente al cambio di ordinamenti. In ogni caso, sottolinea che sarebbe importante chiarire quali discipline «perdono ore» e quali no a seguito del Piano.

Valentina APREA, presidente e relatore, rileva che il Piano specifica dettagliatamente per quali ordinamenti scolastici saranno effettuati cambiamenti e per quali no, richiamando in tal senso i punti specifici del Piano relativi. Rileva, in particolare, che al novantanove per cento non si prevede una revisione degli ordinamenti scolastici, con l'unica eccezione dell'istruzione tecnica. Segnala, in ogni caso, che nel corso dell'esame del provvedimento in titolo potranno essere richiesti ulteriori chiarimenti direttamente al Ministro Gelmini.

Alessandra SIRAGUSA (PD) ritiene che vi sia una modifica di quadri orari e che quindi gli ordinamenti verranno necessariamente modificati. Chiede, inoltre, al sottosegretario se la revisione dei quadri orari tiene conto delle sperimentazioni in atto e di quelle effettuate. Rileva, in ogni caso, che a fronte della riduzione prevista delle cattedre, appare necessario capire se esiste o meno un disegno unico e complessivo di riforma.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA conferma che è intendimento del Governo quello di attuare un percorso condiviso per attuare le riforme della scuola, in modo da trovare un punto di equilibrio tra le varie posizioni. Comprende, in linea di principio, le perplessità sull'uso dei decreti-legge, pur ritenendo necessario assicurare strumenti che garantiscano al Governo di attuare il programma votato dai cittadini.

Valentina APREA, presidente, avverte che sono imminenti votazioni in Assemblea. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 9.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.35 alle 14.

 

VII COMMISSIONE: RESOCONTO DELLA SEDUTA DEL 6 NOVEMBRE

 

Piano programmatico di interventi volti alla razionalizzazione dell'utilizzo delle risorse umane e strumentali del sistema scolastico.
Atto n. 36.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato, da ultimo, nella seduta del 5 novembre 2008.

Antonino RUSSO (PD) stigmatizza innanzitutto l'assenza totale di componenti della maggioranza in Commissione - tranne qualche eccezione, - manifestando quindi la convinzione che la stessa maggioranza in Commissione non sia d'accordo al cento per cento con i provvedimenti del Governo. Rileva preliminarmente che più che di un piano programmatico per la scuola la Commissione si stia occupando di tagli alle politiche scolastiche, già avviati con il decreto-legge n. 112 del 2008, sottolineando che i tagli previsti avranno ripercussioni molto gravi e serie sulle famiglie italiane e sulla qualità della scuola, come dimostrato dalle recenti manifestazioni di piazza avvenute. Auspica quindi che il Governo cambi strategia con riferimento agli annunciati imminenti provvedimenti sull'università. Considera inoltre molto gravi i tagli al personale docente e la riduzione consistente del tempo-scuola, rilevando inoltre che le scuole non hanno la possibilità di garantire i vari moduli con le risorse a disposizione. Non appare inoltre necessario, anzi è altrettanto grave, che verrà ridotto il servizio scolastico in zone dove è molto importante garantire il servizio stesso, come ad esempio nel quartiere Ballarò a Palermo: ciò, a suo


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 avviso incrementerà anche la possibilità che le ideologie della criminalità organizzata possano attecchire ancora di più sul territorio.
Esprime quindi la convinzione che da parte del Governo non si avverta fino in fondo la gravità delle conseguenze del piano programmatico per la scuola. Non pensa inoltre sarà possibile raddoppiare il tempo pieno, come annunciato dal Governo, con le risorse disponibili. Ritiene d'altra parte che i tagli alla scuola siano il risultato di una strategia politica complessiva del Governo volta solamente a contenere le spese senza interventi di riforma e di sviluppo importanti, ribadendo inoltre che l'opinione pubblica stessa ha evidenziato le carenze dei provvedimenti sulla scuola adottati in questi ultimi mesi dal Governo. Ribadisce inoltre l'importanza di una discussione bipartisan sui temi dell'università. È convinto che l'investimento sulla formazione, che è stato ulteriormente diminuito - in controtendenza rispetto agli altri paesi europei - comporterà conseguenze molto negative sullo sviluppo economico italiano. Ritiene infine che il trend negativo sulla scuola è stato avviato con l'approvazione del decreto-legge n. 112 del 2008, sulla approvazione del quale sarebbe stato più opportuno riflettere in modo approfondito.

Rosa DE PASQUALE (PD) ritiene di non dover svolgere un intervento formale sul piano programmatico in commissione sino a quando il Governo non modificherà l'articolo 3 del decreto-legge n. 145 del 2008, relativo al commissariamento delle regioni, e di conseguenza sino a quando le regioni stesse non torneranno al tavolo con il Governo per rilasciare il prescritto parere.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA sottolinea che è stato presentato al Senato un emendamento al decreto-legge n. 154 del 2008 relativo all'articolo 3, che rende meno stringenti gli obblighi per le Regioni per quel che riguarda il dimensionamento della rete scolastica, prevedendo altresì la soppressione dell'istituto del commissariamento.

Valentina APREA, presidente e relatore, sottolinea che l'emendamento in questione distingue in due fasi la riorganizzazione delle istituzioni scolastiche: per l'anno 2009-2010 si prevede solo la riorganizzazione degli uffici, mentre per gli anni 2010-2011 e 2011-2012 verrà effettuato l'intervento sui plessi attraverso una procedura che prevede il raggiungimento di un'intesa nell'ambito della Conferenza unificata. Rileva peraltro che tale emendamento dovrebbe comunque prevedere una strategia a livello statale volta a sostenere lo sforzo delle Regioni nell'ambito della strategia complessiva volta a razionalizzare le strutture scolastiche.

Rosa DE PASQUALE (PD) ritiene che l'istruzione non dovrebbe essere deprivata di risorse, ma anzi, considerati i già pochi investimenti che il nostro Paese opera nel campo dell'istruzione di ogni ordine e grado rispetto al resto d'Europa, che dovrebbe essere in tutti i sensi sostenuta quale asse portante della crescita dell'Italia. Rileva che sarebbe corretto aprire un proficuo e condiviso dialogo che consenta su tutto il territorio nazionale di individuare e comprendere quale scuola si deve oggi, con l'apporto di tutte le componenti che nella scuola operano, continuare a costruire; andando certamente a cogliere in modo preciso eventuali sprechi, ma andando anche ad individuare e sostenere le molte esperienze virtuose ed innovative che potrebbero diventare patrimonio comune e condiviso. Sottolinea che di contro fino ad ora il governo ha prima deciso tagli insostenibili alla scuola e poi è andato a ridisegnare un assetto della scuola che permettesse di effettuare «le semplificazioni» contabili previste. In questa ottica sottolinea che il gruppo del Partito Democratico è contrario alla soppressione del tempo pieno, dato che abbattendo il tempo pieno nella nostra scuola primaria che è tra le migliori d'Europa si riduce il tempo di istruzione. Ricorda, infatti


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 che in questo momento è un diritto il tempo pieno, mentre successivamente andrà richiesta la possibilità di rimanere a scuola anche il pomeriggio. Inoltre, l'insegnamento non avverrà più in tempi distesi, gli organici assegnati alle scuole non saranno più sufficienti per consentire ai ragazzi e alle ragazze di rimanere a scuola anche il pomeriggio e ci sarà un'offerta formativa impoverita. Inoltre, in assenza di compresenze, l'insegnante non potrà più seguire la classe in maniera personalizzata consentendo di non lasciare indietro nessuno.
Esprime inoltre la propria contrarietà all'aumento degli alunni per classe, dato che tale decisione non tiene conto della normativa dei vigili del fuoco che prevede un numero massimo di 25 alunni per classe e che in particolare le aule più piccole, in base a parametri ben determinati nell'ambito dei piani per la sicurezza delle Istituzioni Scolastiche, non possono contenere neppure 25 alunni. A tal fine si riserva di richiedere che venga disposta una ricerca in merito alla situazione dell'edilizia scolastica nel Paese, e di conseguenza conoscere quanti alunni potranno effettivamente essere ospitati nelle nostre scuole. Ricorda inoltre che tale decisione non tiene conto del fatto che esistono edifici scolastici inadeguati e che diventa impossibile insegnare in classi numerose che comprendono alunni non italofoni, alunni diversamente abili, alunni che soffrono per disturbi specifici dell'apprendimento o per disagi familiari e sociali di diversa matrice. Non condivide inoltre la scelta governativa in base alla quale l'inglese dovrà essere insegnato dal maestro unico - non prevalente in quanto non ci sarà più nemmeno l'insegnante specialista di inglese -, il quale dovrà frequentare un corso ad hoc di 150/200 ore, corso condotto da insegnati di scuola secondaria di primo grado. Ritiene infatti che la qualità dell'insegnamento della lingua inglese verrà, di conseguenza, molto ridotta. Ciò risulta tanto più grave perché avviene nella scuola primaria dove l'età degli alunni potrebbe assicurare un miglior apprendimento delle lingue più che in qualsiasi altro momento della vita, ricordando che tale ultimo rilievo è stato evidenziato anche dalle associazioni dei genitori nell'audizione sul piano tenuta presso la VII commissione. Ricorda che il gruppo del Partito democratico è del tutto contrario ai tagli lineari che penalizzano le regioni virtuose le quali hanno già razionalizzato la rete scolastica e che non potranno assolutamente sopportare i tagli previsti nella legge n. 133 del 2008, rilevando che non sembra veramente equo, corretto e neppure lungimirante che un esecutivo governi un Paese in questo modo. Tutto ciò alla luce anche dell'aggravio economico che l'applicazione del piano in esame comporterà per gli enti locali e per le regioni, come il piano stesso prevede in riferimento al personale ATA e per quanto riguarda trasporto, mense, copertura tempo scuola pomeridiano, sorveglianza alunni, nuove tasse per i cittadini e così via.
Ricorda inoltre che il gruppo del Partito democratico è contrario all'aggregazione delle cattedre per più discipline in quanto riduce moltissimo la qualità dell'insegnamento. Ricorda a questo proposito che il decreto del Presidente della Repubblica n. 233 del 1998, regolamento recante norme per il dimensionamento ottimale delle Istituzioni Scolastiche, prevede, per il riconoscimento dell'autonomia, un numero minimo di 500 alunni ed un numero massimo di 900: Quindi, poiché il piano vuole dare piena applicazione al sopra detto regolamento, occorrerà anche andare a ricondurre alla regolarità le Istituzioni scolastiche, e ce ne sono tante, che attualmente ospitano una presenza di oltre 900 alunni. Sottolinea inoltre che il gruppo del partito Democratico ritiene essenziale per la crescita di un Paese il sostegno all'istruzione per tutto l'arco della vita dei cittadini e ritiene quindi importantissimo investire in formazione per gli adulti, che invece nel Piano in esame viene di fatto annientata. Specifica, inoltre, che, non condividendo la politica dei tagli all'istruzione, sembra tanto più assurdo che di


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 quanto sottratto alla scuola torni alla scuola stessa solo il 30 per cento e solo dall'anno 2012. Ritiene che ciò sia davvero troppo poco, calcolando anche che buona parte di questo 30 per cento andrà a coprire il FIS delle Istituzioni Scolastiche dal quale, secondo quanto disposto dal decreto legge n. 137 del 2008, si andranno a prelevare le risorse per il pagamento delle due ore di straordinario da pagare al maestro unico che dovrà garantire 24 ore settimanali e che di contro attualmente, per la disciplina contrattuale, è tenuto ad espletare in classe l'orario di 22 ore settimanali. Riterrebbe inoltre utile che venisse chiarito che cosa intende il governo decidere sulla prosecuzione della sperimentazione delle indicazioni per i curricula messe a punto dal governo precedente, dato che già in quella normativa era prevista una rivisitazione del primo ciclo di istruzione. Evidenzia quindi che il piano, come è scritto, non garantisce che la scuola dell'infanzia possa continuare a funzionare con due docenti e su un orario tanto mattutino quanto pomeridiano, rilevando che qualora si verificasse che di fatto detto orario e modello organizzativo non fosse più possibile a causa di un impoverimento di organico conferito dal MIUR agli Uffici Scolastici regionali, sarebbe un vero disastro per la scuola dell'infanzia che, oltre a non poter più garantire l'orario pomeridiano, non potrebbe più nemmeno garantire l'essenziale servizio didattico ed educativo che attualmente presta anche nell'ottica che, con la reintroduzione dell'anticipo e dell'elevazione del rapporto alunni docenti, sarebbero presenti in classi molto numerose anche bambini di meno di tre anni.
Per quanto attiene la riduzione degli orari settimanali di istruzione nella scuola secondaria di primo e secondo grado non essendo ancora in possesso della riforma degli ordinamenti, perché il ministro non l'ha ancora comunicata alla Commissione, rileva che non esistono gli elementi per poter dare un parere in merito. Si riserva quindi di presentare una proposta di piano che rivisiti l'istruzione e le sue modalità nella scuola secondaria di secondo grado. Ricorda che le diverse associazioni recentemente audite hanno evidenziato: che il vero problema è l'abbandono e che occorre chiarire come si pensa di intervenire per risolvere la realtà indicata; che i tagli impoveriscono l'offerta formativa; che si riscontra una assenza di informazione, di dialogo, di confronto; che alle scuole non è arrivata alcuna informazione; che non occorrerebbe effettuare tagli drastici, ma spendere meglio, ciò che costituirebbe una vera razionalizzazione, come segnalato dalle associazioni familiari; che la chiusura delle piccole scuole determina gravi disagi alle famiglie, come indicato dalle associazioni familiari; che i costi aggiuntivi che deriveranno dalla richiesta dell'ampliamento dell'offerta formativa non dovranno gravare sulle famiglie, come richiesto dalle associazioni familiari; che nel piano manca la parola «sussidiarietà», sussidiarietà orizzontale, come invece segnalato dalle associazioni studentesche; che occorrerebbe una legge quadro sul diritto allo studio, richiesto dalle associazioni studentesche; che manca un accompagnamento programmatico a supporto degli studenti nel passaggio tra scuola secondaria di secondo grado e l'università, esigenza rappresentata dalle associazioni studentesche; che non si possono istituire inoltre classi ponte per gli alunni stranieri, ancora segnalato dalle associazioni studentesche; che occorrerebbe capire quali siano le riforme degli ordinamenti, in quanto si riducono le ore, ma occorre comunque conoscere come verranno configurati gli ordinamenti, segnalato dalle associazioni studentesche.

Valentina APREA, presidente e relatore, ritiene che non vi saranno tagli che riguarderanno l'organico della scuola dell'infanzia e che tutto al più verrà operata una riorganizzazione. Avverte quindi che, essendo imminenti votazioni in Assemblea, il seguito dell'esame è rinviato ad altra seduta.

La seduta termina alle 10.


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ATTI DEL GOVERNO

Giovedì 6 novembre 2008. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Giuseppe Pizza.

La seduta comincia alle 14.

Piano programmatico di interventi volti alla razionalizzazione dell'utilizzo delle risorse umane e strumentali del sistema scolastico.
Atto n. 36.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, già rinviato nella seduta odierna.

Fabio GARAGNANI (PdL) esprime apprezzamento per la relazione del Presidente, ribadendo che la maggioranza approva e condivide il provvedimento in discussione. In particolare, per quel che riguarda la parità scolastica, rileva che è essenziale reintegrare i fondi sottratti alle scuole paritarie con la finanziaria, in quanto queste ultime possono assicurare un reale miglioramento della qualità dell'apprendimento. Ritiene pertanto che quando si discuterà in Aula l'emendamento sulle scuole paritarie occorre tener conto dell'importanza delle scuole paritarie per il sistema scolastico italiano. Ricorda che il Governo sta compiendo un'opera meritoria di razionalizzazione delle risorse della scuola, equiparando la situazione italiana a quella europea e che non c'è alcuna intenzione di smantellare il sistema scolastico nei piccoli comuni e nelle isole. Sottolinea peraltro che la riduzione dell'orario nelle scuole superiori non dovrebbe comunque compromettere le esigenze di apprendimento, ricordando che almeno un minimo di cultura umanista deve essere mantenuto. Aggiunge che occorre inoltre ripristinare un minimo di regole e di disciplina nella scuola. Esprime in conclusione un giudizio positivo sul provvedimento in esame.

Dario GINEFRA (PD) ricorda che il Consiglio dei ministri convocato nella giornata odierna dovrebbe discutere i provvedimenti in materia di università; sarebbe quindi opportuno che il rappresentante del Governo presente ai lavori della Commissione fornisse qualche chiarimento al riguardo, nonché in merito ai regolamenti sulla scuola.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA richiama quanto già evidenziato in merito all'emendamento riguardante l'articolo 3 del decreto-legge n. 154 del 2008, presentato al Senato.

Valentina APREA, presidente, conferma che il Consiglio dei ministri della giornata odierna riguarderà solamente i provvedimenti da adottare in merito alle università.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA presenta quindi una documentazione che approfondisce alcuni aspetti del Piano all'ordine del giorno che illustra (vedi allegato).

Valentina APREA, presidente, ringrazia il sottosegretario per i chiarimenti forniti.

Alessandra SIRAGUSA (PD) rileva che l'emendamento all'articolo 3 del decreto-legge n. 154 del 2008 avrà sicuramente ripercussioni sul Piano che dovrebbe essere ripresentato, in quanto lo stesso contiene indicazioni contrastanti con la proposta emendativa presentata al Senato. Segnala che il riferimento al quaderno bianco contenuto nel piano è un «riferimento di facciata», in quanto le previsioni del piano non coincidono con quanto previsto dal libro bianco, ricordando in particolare che il piano prevede esclusivamente dei tagli e nessuna riforma. Ricorda inoltre che non viene dato un vero impulso di riforma al sistema scolastico, tanto è vero che nel piano si fa riferimento ad una revisione degli ordinamenti scolastici. Specifica che nel piano si ricorda che i piani


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 di studio devono essere essenzializzati, ma che tale previsione non trova effettivo riscontro sulla carta. Sottolinea che per il sistema dei licei si prevede un orario di 30 ore settimanali, in contrasto quindi con quanto previsto dal decreto-legge n. 226 del 2005, che prevede un differente numero di ore: ciò conferma che si effettuerà un cambiamento sostanziale degli ordinamenti.

Valentina APREA, presidente e relatore, rileva che le indicazioni del sottosegretario confermano che l'orario obbligatorio presso i licei non verrà modificato.

Alessandra SIRAGUSA (PD) ritiene che il Piano sia carente nelle indicazioni e dovrebbe essere più dettagliato con riferimento a vari aspetti. Sottolinea, in particolare, che non vi è corrispondenza con quanto affermato dal sottosegretario nella seduta odierna e ciò che è previsto dal piano. In ogni caso, aggiunge che anche se vengono mantenute le materie base in ciascun liceo, occorre comunque indicare quali siano le materie di base, in quanto le indicazioni sono troppo generiche e contrastanti tra di loro.

Il sottosegretario Giuseppe PIZZA ribadisce che per il liceo classico e il liceo scientifico sono mantenuti gli insegnamenti fondamentali esistenti.

Alessandra SIRAGUSA (PD) esprime la convinzione che qualche materia dovrà in ogni caso perdere qualche ora, in conseguenza del fatto che è comunque previsto il mantenimento dell'orario attuale per quel che riguarda l'inglese. Sottolinea che la relazione tecnico-finanziaria allegata al piano contrasta con le considerazioni svolte dalla rappresentante del Governo, ribadendo pertanto la necessità che il piano sia ritirato. Sottolinea inoltre che l'inserimento della fascia antimeridiana per quel che riguarda la scuola dell'infanzia non è una mera possibilità, ma sembra configurare un vero e proprio modello obbligatorio, rilevando peraltro che tale modello non si concilia con le esigenze delle famiglie. Per quel che riguarda i bambini da due a tre anni, rileva che occorre evitare che venga ridotta l'assistenza a tali bambini, sottolineando in particolare che si tratta di bambini che hanno bisogno di un tipo di assistenza specifica. Auspica quindi che in tale materia vi sia un intervento condiviso tra Stato ed enti locali.

Valentina APREA, presidente e relatore, sottolinea che occorre distinguere nettamente tra l'istituto dell'anticipo e quello delle sezioni primavera, in quanto si tratta di due strumenti di tipo diverso.

Alessandra SIRAGUSA (PD) ricorda che per quel che riguarda la scuola primaria la possibilità di scelta tra i vari moduli è contraddetta dalle tabelle allegate al Piano, che riportano una serie di tagli generalizzati. Solleva le proprie perplessità per quel che riguarda l'insegnamento della lingua inglese, in quanto la formazione prevista per gli insegnanti non consentirà di formare insegnanti che siano veramente ed adeguatamente qualificati. Rappresenta quindi la propria preoccupazione relativa al tempo prolungato contenute nel piano, in quanto tali indicazioni dovrebbero essere sempre armonizzate con le esigenze dell'edilizia scolastica. In merito ai centri d'istruzione per gli adulti, esprime inoltre perplessità in quanto occorre ricordare che si tratta di centri che dovrebbero venire incontro alle esigenze degli adulti che lavorano e studiano contemporaneamente: non si può quindi vincolare, come si fa nel piano la riorganizzazione dei centri per gli adulti al raggiungimento degli scrutini finali, in quanto spesso tale possibilità è esclusa per il fatto che gli adulti devono lavorare oltre che studiare. Considera d'altra parte opportuna una riflessione più approfondita sulle modifiche delle classi di concorso, ribadendo infine l'importanza che il Governo riveda le tabelle allegate al piano.

Dario GINEFRA (PD) ritiene che le comunicazioni svolte dal sottosegretario, integrando il Piano in esame, dovrebbero


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 indurre ad un suo ripensamento complessivo, considerando anche le implicazioni di carattere finanziario che tali comunicazioni comportano.

Valentina APREA, presidente e relatore, sostiene che le comunicazioni rese nelle giornata odierna dal Governo costituiscono utili chiarimenti in merito al Piano, che sono utilizzabili ai fini dell'espressione del parere che la Commissione dovrà approvare. In ogni caso il Governo rimane autonomo nelle proprie valutazioni, soprattutto per quel che riguarda gli aspetti economici.
Avverte che stanno per avere inizio votazioni in Assemblea. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.

 

VII Commissione - Resoconto di martedì 11 novembre 2008


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ATTI DEL GOVERNO

Martedì 11 novembre 2008. - Presidenza del presidente Valentina APREA. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca Giuseppe Pizza.

La seduta comincia alle 14.15.

Sui lavori della Commissione.

Manuela GHIZZONI (PD) evidenzia l'esigenza di svolgere l'audizione del sottosegretario Bonaiuti in materia di semplificazione e riordino delle procedure di erogazione dei contributi all'editoria.

Pierfelice ZAZZERA (IdV) si associa alle considerazioni della collega Ghizzoni.

Valentina APREA, presidente, precisa che l'audizione del sottosegretario Bonaiuti è stata rinviata alla prossima settimana, a causa della concomitanza, in quella corrente, dei lavori della Commissione con le votazioni in Assemblea sulla manovra finanziaria.

Piano programmatico di interventi volti alla razionalizzazione dell'utilizzo delle risorse umane e strumentali del sistema scolastico.
Atto n. 36.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento all'ordine del giorno, rinviato, da ultimo nella seduta del 6 novembre 2008.

Valentina APREA (PdL), presidente e relatore, ricorda che la Commissione proseguirà nella seduta odierna, e in quella già convocata per domani, l'esame del provvedimento in titolo, le cui materie sono state oggetto di approfondimento anche nella interessante missione svolta a Casal di Principe, lo scorso 7 novembre. Approfitta dell'occasione per ringraziare i colleghi vicepresidenti della Commissione, Frassinetti e Nicolais, i segretari di presidenza, Goisis e De Torre, nonché i deputati Granata, Picierno, Rivolta, Ciocchetti e Zazzera, ai quali si è aggiunto il collega Mazzarella, che insieme a lei hanno partecipato alla iniziativa, per il fattivo contributo assicurato alla sua riuscita. Si è trattato di una occasione utile per approfondire


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 alcuni profili oggetto del Piano in esame, in riferimento alla quale renderà prossimamente comunicazioni alla Commissione.

Maria COSCIA (PD) rileva che sarebbe opportuno discutere il provvedimento in esame in modo ordinato, e non in ritagli di tempo rubati ai lavori dell'Assemblea, ricordando inoltre che sarebbe utile avere notizie sul parere della Conferenza unificata.

Valentina APREA, presidente e relatore, evidenzia che il parere della Conferenza unificata dovrebbe essere espresso nella giornata di giovedì 13 novembre 2008. Assicura, in ogni caso, che l'esame del provvedimento si sta svolgendo nel rispetto delle prerogative dei componenti della Commissione, compatibilmente con lo svolgimento dei lavori dell'Assemblea dove, ricorda ancora una volta, si sta votando la manovra finanziaria.

Maria COSCIA (PD) rileva che nelle premesse del Piano non si fa riferimento ad alcuni dati importanti citati nel Libro bianco e in studi internazionali. Ricorda ad esempio che i dati OCSE confermano che la spesa dell'Italia per la scuola è in media con quella degli altri paesi europei, sottolineando quindi che non vi è alcuna necessità di tagliare drasticamente le spese per la scuola. Specifica quindi che le spesa per il personale della scuola non è così eccessiva come si vuole far credere, se si considera che la spesa complessiva per la scuola comprende non solo le risorse stanziate a livello statale ma anche quelle delle Regioni e degli enti locali. Ricorda, in particolare, che la spesa per il personale incide notevolmente sul bilancio statale, ma se si valutano complessivamente le spese del comparto pubblico per la scuola, quelle per il personale non si discostano da quelle sostenute dagli altri Stati europei. Invita, pertanto, il Governo a formulare chiarimenti in merito alla composizione delle spesa per la scuola, in modo da poter comparare la spesa italiana con quella degli altri Stati europei. Segnala, inoltre, che in merito alle scuole primarie, l'introduzione delle «ventiquattro ore» e del «maestro unico» non è coerente con le esigenze delle famiglie, che preferiscono «il tempo pieno»; così facendo si colpiscono in particolare le famiglie più giovani. Aggiunge che le politiche in materia di scuole dell'infanzia non sono efficaci, in quanto, nel centro e nel sud del Paese occorre potenziare le strutture a disposizione e la politica di tagli portata avanti dal Governo non è coerente con tale esigenza. Evidenzia ancora, in merito alla scuola primaria, che non è verosimile la possibilità delineata dal Governo di un aumento del «tempo pieno», considerando i tagli previsti agli organici delle scuole primarie. Sul «tempo pieno», sottolinea infatti che non se ne fa menzione né nel Piano, né nei precedenti provvedimenti; il tempo pieno non può essere in ogni caso confuso con il «doposcuola». Rileva quindi che andrebbero eliminate le ambiguità contenute nel Piano su questo tema. Segnala inoltre che anche con l'eventuale aumento del «tempo prolungato» prospettato dal Governo il sistema non è soddisfacente, sottolineando inoltre che nel Piano non si trovano indicazioni precise sulle modalità operative del «tempo prolungato». Auspica quindi maggiore chiarezza in merito al tema del «maestro prevalente», figura prevista solo per i moduli diversi da quelli delle «ventiquattro ore». Ritiene d'altra parte che vi sia coincidenza tra il modulo delle «ventiquattro ore» e la figura del maestro unico; secondo le indicazioni del Piano, gli altri moduli sono subordinati alle scelte delle famiglie e all'organico, ma l'organico viene definito sulla base delle «ventisette ore», senza che sia possibile attuare gli altri moduli. Ricorda inoltre che il maestro unico non potrà essere affiancato da insegnanti specialisti, in particolare dagli insegnati di inglese, in quanto i tagli previsti non lo consentiranno. Aggiunge, infine, che anche per la scuola media vi sono tagli che non permetteranno di ampliare l'orario esistente.


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Emerenzio BARBIERI (PdL), rivendicando l'autonomia del Parlamento rispetto alle scelte del Governo, ritiene che le preoccupazioni degli operatori del settore sono fondate, soprattutto se si ha modo di rilevare alcune ambiguità esistenti nel Piano in esame. Rileva innanzitutto che per la scuola dell'infanzia si evidenzia una sovrapposizione di normative tale da non rendere chiari gli obiettivi che si vogliono perseguire. Segnala, in particolare, che sarebbe opportuno che il Governo fornisse chiarimenti sulla questione degli orari della scuole dell'infanzia, rilevando che il Piano non fornisce indicazioni sull'obbligatorietà o meno dell'orario della fascia antimeridiana e che in ogni caso non dovrebbe sussistere orario obbligatorio nella scuola dell'infanzia. Sulle sezioni primavere, riterrebbe poi necessario chiarire se si vogliono incentivare nell'ambito delle risorse disponibili, precisando peraltro che se non si prevedono per esse risorse aggiuntive si può compromettere il funzionamento della scuola dell'infanzia nel suo insieme. Ritiene inoltre, in ordine all'insegnamento dell'inglese, che occorrerebbe chiarire se la formazione richiesta ai docenti si articolerà o meno su due anni scolastici: occorre cioè precisare quante ore di formazione sono necessarie per insegnare l'inglese e le modalità operative dell'affiancamento previsto al riguardo. In merito alle ventinove ore obbligatorie per la scuola secondaria di primo grado, rileva infine che occorrerebbe chiarire i riferimenti normativi relativi, considerando che anche in questo caso vi è una sovrapposizione di normative che andrebbe chiarita.

Valentina APREA, presidente e relatore, segnala che le considerazioni svolte nella seduta di giovedì 6 novembre scorso dal sottosegretario Pizza forniscono utili chiarimenti a molte delle osservazioni svolte dal collega Barbieri.

Paola GOISIS (LNP) rileva innanzitutto che la missione svolta a Casal di Principe venerdì scorso, ricordata dalla presidente Aprea, è stata fondamentale in quanto ha permesso di avere uno scambio molto importante di esperienze tra studenti e autorità politiche proprio sulle tematiche oggetto di esame con il provvedimento in oggetto. Segnala che il «tempo pieno» non è un «istituto» così usuale per le regioni del sud; esiste infatti un problema di cattiva informazione da parte degli organi di stampa che inducono a credere si tratti di un tipo di organizzazione scolastica vigente in tutte le regioni, quando non è così. Tiene a sottolineare che si tratta di una cattiva informazione al sud come al nord del Paese, come ha avuto modo di riscontrare da ultimo non solo a Casal di Principe, ma anche a Monselice. Precisa infatti che per la scuola dell'infanzia è prevista un'attività didattica nella fascia antimeridiana solo come possibilità e che comunque i risparmi derivanti da tale possibilità saranno utilizzati in favore delle famiglie. Ricorda inoltre che l'opzione delle «ventiquattro ore» con il maestro unico non preclude l'applicazione degli altri moduli. Aggiunge, inoltre, che in merito alla questione degli insegnanti di sostegno sarà comunque garantita la presenza di un docente per ogni due alunni disabili, ricordando che il precedente Governo aveva invece previsto il ridimensionamento dell'organico degli insegnanti di sostegno per il trenta per cento. Segnala quindi che occorre non dare troppo ascolto ai segnali di allarmismo lanciati dai sindacati e dall'opinione pubblica nell'ultimo periodo. Ritiene d'altra parte che eliminando le «compresenze» è possibile garantire il tempo pieno», dato che così facendo si reperiscono le risorse necessarie. Rileva, ancora, che la riduzione dell'orario della scuola secondaria era già stato attuato dal precedente Governo: la legge n. 40 del 2007 prevedeva infatti già la riduzione dell'orario della scuola secondaria. Come pure il dimensionamento delle istituzioni scolastiche, che era stato già previsto dai precedenti Governi. Ricorda infine che a completare il quadro concorre la modifica dell'articolo 3 del decreto-legge n. 154 del 2008 attuata dal Governo, che testimonia la volontà dell'Esecutivo


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 di attuare riforme ragionevoli ed efficaci allo stesso tempo.

Antonio PALMIERI (PdL) rileva che forse le indicazioni conosciute a Monselice si fermavano alla normativa del 2002, quando non era stata ancora varata la riforma sul tempo pieno.

Manuela GHIZZONI (PD) ricorda che in una recente risposta ad una sua interrogazione il rappresentante del Governo in merito alle «sezioni primavera», ha avuto modo di evidenziare l'intenzione di potenziarle.

Valentina APREA, presidente e relatore, ricorda che la normativa vigente prevista in materia di «sezioni primavera» e di «anticipo» non è contraddittoria, in quanto le sezioni primavera riguardano classi istituite e organizzate dagli enti locali per alunni compresi tra i ventiquattro e i trentasei mesi. La disciplina dell'anticipo è invece tutta statale, gestita con docenti statali, a partire dai due anni e mezzo di età degli allievi. Occorre comunque anche in questo caso che vi sia accordo con gli enti locali. Ritiene comunque che l'anticipo sia una delle sperimentazioni meglio riuscite e che insieme alle sezioni primavera si tratti di istituti fondamentali per integrare il servizio degli asili nido, venendo incontro ai bisogni delle famiglie.

Maria COSCIA (PD) ritiene che la Commissione dovrebbe dedicare una seduta apposita al tema della scuola dell'infanzia. Rileva inoltre che la differenza tra anticipo e sezioni primavera risiede nel fatto che nelle sezioni primavera ci sono bambini di età uniforme, tra i due e i tre anni, mentre l'anticipo prevede inserimento anche successivo. Precisa in ogni caso che lo Stato possa organizzare comunque sezioni primavera, in accordo con gli enti locali.

Valentina APREA, presidente e relatore, rileva che gli aspetti amministrativi indicati sono più strettamente di competenza dell'amministrazione scolastica.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.20.









Postato il Giovedì, 13 novembre 2008 ore 14:52:04 CET di Silvana La Porta
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