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Università: Università, è rottura tra i sindacati. La Cisl si sfila dalla protesta di venerdì. SACCONI: «LA CGIL È ISOLATA».

Rassegna stampa

dal sito Il Corriere della Sera

 

Cgil: «Sciopero generale il 12 dicembre».

Epifani attacca Berlusconi per l'incontro con Cisl, Uil e Confindustria Guglielmo Epifani

 

(Ansa) ROMA - All'indomani dell'incontro «riservato» a palazzo Grazioli fra Berlusconi, alcuni ministri, la presidente di Confindustria Marcegaglia e i segretari di Cisl e Uil Bonanni e Angeletti, si consuma la rottura tra i sindacati confederali. Dopo il vertice di martedì tra la Gelmini e i sindacati, la Cisl si sfila dallo sciopero dell'università già programmato per venerdì 14, mentre la Uil prende tempo. Nettamente contraria la Cgil che, oltre a confermare le mobilitazioni del 14 e del 15 (lavoratori del commercio), indica una data per lo sciopero generale contro la politica economica e sociale del governo: il 12 dicembre, data che coincide con la mobilitazione proclamata dai metalmeccanici della Fiom.

Lunedì la segreteria deciderà i dettagli della protesta, che sarà di almeno 4 ore. L'indicazione è quella di organizzare la mobilitazione a livello provinciale o regionale. È quindi escluso che ci sia una manifestazione nazionale a Roma.

 

ACCORDO MINISTERI - Una divisione, quella con la Cgil, che si è riproposta in serata nel rinnovo del contratto dei quasi 190 mila lavoratori dei ministeri. L'accordo, che farà da apripista a tutti gli altri comparti del pubblico impiego, è stato firmato da Cisl, Uil, Confsal, ma non da Cgil, Rdb e Flp-Cse. Prevede un aumento di 70 euro per intero sullo stipendio tabellare più 8 euro che rappresentano una coda del precedente contratto. La Fp-Cgil con il segretario nazionale Alfredo Garzi ha ribadito la valutazione negativa della proposta dell'Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni) perché «riprende il protocollo di Palazzo Chigi del 30 ottobre: l'incremento resta fermo al 3,2% distante quindi dall'inflazione reale, e non c'è certezza sul recupero del salario accessorio tanto che nel testo si rimanda a successive leggi».

 

CISL: «AVANTI CONFRONTO» - I settori università e ricerca della Cisl hanno deciso di revocare lo sciopero sull'università «perché c'è stato un passo avanti che potrebbe aprire una nuova fase nel confronto con il governo e il ministro Gelmini con il documento sottoscritto si è impegnato a modificare alcuni passaggi importanti della manovra governativa sull'università e a dare risposte concrete alle richieste contenute nella piattaforma - ha spiegato Antonio Marsilia, segretario generale Cisl Università -. Vogliamo proseguire il confronto per arrivare a una riforma condivisa». «Ho proposto di rinviare lo sciopero di venerdì, programmato prima che il governo approvasse le linee guida e il decreto, e di continuare un proficuo lavoro di approfondimento dei problemi» aveva detto la Gelmini invitando i sindacati a «non avere un atteggiamento pregiudiziale nei confronti della volontà del governo di individuare le migliori soluzioni per riportare l'università italiana a livelli di eccellenza e combattere gli sprechi».

 

IL DOCUMENTO - Nell'incontro di martedì è stato firmato, con esclusione appunto della Flc-Cgil, un documento per l'individuazione delle risorse contrattuali per il biennio economico 2008-2009 (per tutti i settori); la restituzione dei tagli al fondo per il trattamento accessorio; la stabilizzazione di precari, utilizzo del turn over e ampliamento dotazioni organiche (ricerca); il reperimento di risorse aggiuntive per il contratto Afam (Alta formazione artistica e musicale) 2006-2009 e stabilizzazione per docenti e tecnici amministrativi precari del comparto; apertura immediata di specifici tavoli di confronto per università, Afam e ricerca per definire le linee di riforma dei comparti. «Il ministro ci ha assicurato che gli impegni assunti saranno ratificati dal governo - ha aggiunto Marsilia -. Mi sembra un buon punto di partenza per dare vita a una condivisa e moderna politica riformatrice delle istituzioni più importanti per il progresso civile ed economico del Paese».

 

LA UIL NON CONDIVIDE - Anche la Uil sta ragionando sulla revoca dello sciopero del 14, ma non condivide la scelta della Cisl. «Non si sciopera per simpatia, ma perché non si hanno risposte concrete su problemi concreti - spiega il segretario Uil Università Alberto Civica -: dal ministro Gelmini eravamo insieme, non so come abbiano sentito delle rassicurazioni sui problemi sul tavolo». Lo sciopero di venerdì, prosegue Civica, anche senza la Cisl «sarà un momento importante di grande partecipazione, perché è uno sciopero sentito: per poterlo revocare bisogna dire alla gente che si sono risolti problemi reali e al momento non è così». Civica spiega che durante l’incontro con Gelmini era stata fissata una scadenza alle 12 di giovedì per «ottenere dai ministeri competenti delle risposte esaustive alle richiesta che abbiamo fatto». Se dunque entro le 12 di giovedì non ci sarà alcun segno, «lo sciopero si farà».

 

EPIFANI: «NESSUN RISPETTO» - «Ho rispetto delle decisioni prese dalla Cisl, ma francamente non le comprendo - dichiara Mimmo Pantaleo, segretario generale della Flc-Cgil -. Abbiamo scritto insieme la piattaforma della protesta e siamo stati insieme all'incontro con il ministro Gelmini che è stato del tutto interlocutorio e che riguardava solo una parte di quella piattaforma. Pur apprezzando alcune dichiarazioni di buona volontà del ministro ad affrontare alcune criticità relative al problema del precariato e dei contratti complessivamente vengono riconfermati i tagli previsti dalla legge 133 e l'impianto del decreto Brunetta». Poi attacca l'esecutivo: «Il governo sta lavorando per dividere i sindacati, come dimostra la cena a cui sono stati invitati Bonanni e Angeletti e non Epifani. Ma se i sindacati si lasciano dividere rischiano di indebolirsi, rischiano di perdere la loro autonomia». Anche Guglielmo Epifani attacca: «Quello che è accaduto martedì sera, se confermato, è gravissimo, una cosa senza precedenti. Il presidente Berlusconi dimostra così di non avere alcun rispetto nei confronti dei suoi interlocutori, quando esprimono opinioni diverse dalle sue. Sul tema della crisi il governo non prevede momenti formali di confronto con tutte le parti sociali, mentre quelli "riservati" li tiene solo con alcuni soggetti, escludendo la Cgil, l'Ugl e tutte le altre rappresentanze di impresa».

 

SACCONI: «CGIL ISOLATA» - Intanto il ministro del Welfare Maurizio Sacconi attacca la Cgil parlando a Radio 24: «Il problema è che la Cgil si è isolata dalla altre organizzazioni, non ha sottoscritto il primo documento sulla modifica del modello contrattuale, che invece è stato condiviso da Cisl, Uil e Confindustria. Si è sottratta alla responsabilità di firmare l'accordo quadro per l'impiego pubblico come si è sottratta all'accordo sul commercio, come purtroppo sta facendo in molte circostanze. Spero che intervenga una riflessione all'interno di quella organizzazione, perché il fatto di isolarsi da tutti gli altri attori sociali non può non generare riflessioni sulla linea seguita fin qui. Rifletta la Cgil sul fatto di mettere veti su tutto. Gli incontri informali avvengono continuamente, sono nella prassi delle relazioni industriali».

 

MANIFESTAZIONE NAZIONALE - Intanto gli universitari si stanno organizzando con pullman, treni e viaggi fai da te: venerdì arriveranno a Roma da tutta Italia per partecipare alla manifestazione nazionale contro i tagli dei finanziamenti e la riforma messa a punto dal ministro Gelmini. Una protesta, quella dell'Onda, rimasta in piedi nonostante il decreto legge «tecnico» varato giovedì dal Consiglio dei ministri e già pubblicato in Gazzetta Ufficiale, che detta nuove norme sui concorsi, alleggerisce il blocco del turn over, stanzia più risorse per gli atenei migliori e incrementa borse di studio e posti letto per gli studenti. A Roma sono in programma due cortei di studenti e il movimento «no Gelmini» raggiunge anche Parigi: un movimento spontaneo di studenti italiani ha organizzato un presidio venerdì 14 novembre alle 11 davanti al consolato italiano. 12 novembre 2008

 

dal sito La Repubblica

 

Il segretario dopo la riunione di ieri sera a Palazzo Grazioli fra premier, Marcegaglia, Bonanni e Angeletti cui non è stato invitato La Cgil decide lo sciopero generale Epifani infuriato con il governo La mobilitazione è stata fissata per il 12 dicembre Accordo per il rinnovo del contratto per i ministeri: corso Italia non firma Guglielmo Epifani

 

ROMA - Sciopero generale il 12 dicembre. La Cgil, nel giorno in cui la Cisl si sfila dalla mobilitazione sulla scuola di venerdì, annuncia la linea dura. Una scelta che arriva nel pieno della polemica sia contro l'esecutivo, sia contro Cisl e Uil. La segreteria, in programma per lunedì, deciderà i dettagli dello sciopero che sarà comunque di almeno 4 ore. Il disaccordo tra i sindacati si conferma anche a fine giornata, quando la Cgil non firma, a differenza di Cisl, Uil e Confsal, l'accordo per il rinnovo del contratto dei quasi 190.000 lavoratori dei ministeri, che prevede l'aumento di 70 euro. L'annuncio è stato preceduto dall'ira del segretario Guglielmo Epifani che attacca il governo dopo l'incontro, da cui la Cgil è stata esclusa, tra Berlusconi, Sacconi, il presidente di Confindustria e i leader di Cisl e Uil: "Quello che è accaduto ieri sera, se confermato, è gravissimo, una cosa senza precedenti".

Brucia al sindacato di corso Italia quel vertice, a palazzo Grazioli, fra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, alcuni ministri, la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e i segretari di Cisl e Uil Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti. Epifani chiede "un immediato incontro con il governo" e annuncia una lettera ai leader di Cisl e Uil e al presidente di Confindustria con la quale chiederà conferma dell'incontro di ieri sera, che, se confermato, "apre un problema formale nei rapporti con le altre organizzazioni sindacali e con la Confindustria". "Il presidente Berlusconi dimostra così - si legge in una nota - di non avere alcun rispetto nei confronti dei suoi interlocutori, quando esprimono opinioni diverse dalle sue".

Sul tema della crisi "il governo non prevede momenti formali di confronto con tutte le parti sociali, mentre quelli 'riservati' li tiene solo con alcuni soggetti, escludendo la Cgil, l'Ugl e tutte le altre rappresentanze di impresa", prosegue il leader Cgil. "Nei confronti della Cgil è un comportamento particolarmente grave perché abbiamo inviato al governo e alle altre parti sociali una piattaforma con le proprie proposte per affrontare la crisi - ha aggiunto Epifani -. Con questo atteggiamento il governo esprime, così, la volontà di non aprire un confronto con la Cgil". A prendere le distanze dal governo è stata anche la segretaria dell'Ugl Renata Polverini, rivelando di essere stata contattata telefonicamente ieri sera da Silvio Berlusconi. "Pensavamo - ha commentato Polverini - che la stagione degli incontri riservati fosse terminata con la scorsa legislatura.

Nel rapporto tra governo e parti sociali c'è ormai un problema di metodo, che se possibile, viene prima ancora di quello di merito: mentre gli incontri, più o meno riservati, dimostrano la necessità del dialogo, l'assenza di sedi istituzionali di confronto incrina l'autorevolezza degli interlocutori e la credibilità delle decisioni eventualmente prese". Molto critico verso l'iniziativa presa ieri sera dal governo anche il Pd, che denuncia la gravità dell'accaduto: "Non è serio. Tutti gli interlocutori fino a prova contraria sono uguali - dice Pierluigi Bersani, ministro ombra dell'Economia - mentre un governo che cerca di dividerli non fa l'interesse del paese. Sono faziosi, ideologici, non hanno nessuna attitudine ad un sano pragmatismo", aggiunge Bersani. (12 novembre 2008)









Postato il Mercoledì, 12 novembre 2008 ore 21:09:51 CET di Salvatore Indelicato
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