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Sostegno: Fioroni: «La Gelmini chiuderą 400 istituti e taglierą il sostegno

Comunicati
Il ministro Gelmini (Inside)
Il ministro Gelmini (Inside)

ROMA - Mariastella Gelmini va avanti. Il ministro dell'Istruzione, nonostante le decine di migliaia di studenti che venerdì sono scesi in piazza contro la «riforma» del maestro unico e gli scioperi annunciati nel settore scolastico, rilancia e durante la giornata organizzata a San Patrignano dalla Comunità per parlare di droga e prevenzione annuncia a breve «un cronoprogramma» per l'università, 4 o 5 ddl per «cambiare il volto dei nostri atenei» e la riforma degli istituti tecnici.



FIORONI - Ma la Gelmini finisce nel mirino del suo predecessore, Giuseppe Fioroni. Sotto accusa, spiega l'ex ministro Pd, c'è «la norma sull'accorpamento e la conseguente chiusura degli istituti scolastici con meno di 500 alunni, inserita di soppiatto dal Governo in un decreto riguardante la Sanità». Nel dibattito in Parlamento sulla riforma della scuola, la stessa Gelmini aveva escluso un provvedimento del genere. E invece, attacca Fioroni, «tutto questo conferma ciò che avevamo preannunciato in Aula: e cioè che per effettuare i tagli alla spesa scolastica imposti da Tremonti non basterà il ritorno al maestro unico. Oggi hanno cominciato con le scuole sotto i 500 alunni, più di 4000 istituti, domani toccherà a quelli con meno di 300 finora coperti da deroga, per arrivare poi al taglio degli insegnanti di sostegno. Queste sono le bugie della Gelmini». Rincara la dose Maria Pia Garavaglia, ministro dell'Istruzione del governo ombra del Pd: «Non solo con norme inserite in decreti riguardanti altre materie, ma anche nascondendo i problemi gravi che ha la scuola viene alla luce la poca chiarezza degli impegni sbandierati dal ministro Gelmini, che continua ad abusare della parola 'riforma'. Siamo di fronte a scelte distruttrici, altro che riformatrici. Chiedo alla ministra di dirci come faranno, dopo la chiusura imposta per decreto degli istituti con meno di 500 alunni, i ragazzi di Capri o delle Eolie a raggiungere la terra ferma? E chiedo alla Lega di farci sapere come possa condividere un attacco tanto diretto e smodato all'autonomia degli Enti locali su di un tema di loro esclusiva competenza? È questo il modo con cui ci prepariamo ad andare al federalismo?».



BRESSO - La presa di posizione del Pd arriva dopo l'allarme lanciato dal Governatore del Piemonte, Mercedes Bresso: «Il Governo ha deciso che le Regioni dovranno provvedere a ulteriori tagli per 456 milioni di euro. Insomma: 'Noi non ci siamo riusciti, voi dovete farcela'». E come? «Cancellando le sedi scolastiche con meno di 50 allievi. Una scelta obbligatoria indicata dal decreto ma che formalmente dovrebbero fare le Regioni. Forse al Governo non se ne sono accorti, ma l'Italia è morfologicamente complessa e zeppa di comuni piccoli. Solo in Piemonte, dove il 52% del territorio è montano, le scuole materne, elementari e medie con meno di 50 alunni sono 816, tutte concentrate in zone periferiche e montane, con grandi difficoltà di accessibilità e trasporti, soprattutto nella stagione invernale».



DIMENSIONAMENTO DEGLI ISTITUTI - La norma in questione è contenuta nell'articolo 3 del Decreto legge 7 ottobre 2008 ("Disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali" - leggi l'articolo 3): «I piani di ridimensionamento delle istituzioni scolastiche, rientranti nelle competenze delle regioni e degli enti locali - si legge - devono essere in ogni caso ultimati in tempo utile per assicurare il conseguimento degli obiettivi di razionalizzazione della rete scolastica previsti dal presente comma, già a decorrere dall'anno scolastico 2009/2010 e comunque non oltre il 30 novembre di ogni anno». Il comma citato è il sesto dell'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008 (leggi il testo in pdf): «Devono derivare per il bilancio dello Stato economie lorde di spesa, non inferiori a 456 milioni di euro per l'anno 2009, a 1.650 milioni di euro per l'anno 2010, a 2.538 milioni di euro per l'anno 2011 e a 3.188 milioni di euro a decorrere dall'anno 2012» Scuole a rischio chisura, dunque? Sì, tanto che la legge 6 agosto 2008, n.133 (leggi il testo integrale), che converte il decreto legge in questione, prevede che «nel caso di chiusura o accorpamento degli istituti scolastici aventi sede nei piccoli comuni, lo Stato, le regioni e gli enti locali possono prevedere specifiche misure finalizzate alla riduzione del disagio degli utenti».

ROMA
- Mariastella Gelmini va avanti. Il ministro dell'Istruzione, nonostante le e gli scioperi annunciati nel settore scolastico, rilancia e durante la giornata organizzata a San Patrignano dalla Comunità per parlare di droga e prevenzione annuncia a breve «un cronoprogramma» per l'università, 4 o 5 ddl per «cambiare il volto dei nostri atenei» e la riforma degli istituti tecnici. - Ma la Gelmini finisce nel mirino del suo predecessore, Giuseppe Fioroni. Sotto accusa, spiega l'ex ministro Pd, c'è «la norma sull'accorpamento e la conseguente chiusura degli istituti scolastici con meno di 500 alunni, inserita di soppiatto dal Governo in un decreto riguardante la Sanità». Nel dibattito in Parlamento sulla riforma della scuola, la stessa Gelmini aveva escluso un provvedimento del genere. E invece, attacca Fioroni, «tutto questo conferma ciò che avevamo preannunciato in Aula: e cioè che per effettuare i tagli alla spesa scolastica imposti da Tremonti non basterà il ritorno al maestro unico. Oggi hanno cominciato con le scuole sotto i 500 alunni, più di 4000 istituti, domani toccherà a quelli con meno di 300 finora coperti da deroga, per arrivare poi al taglio degli insegnanti di sostegno. Queste sono le bugie della Gelmini». Rincara la dose Maria Pia Garavaglia, ministro dell'Istruzione del governo ombra del Pd: «Non solo con norme inserite in decreti riguardanti altre materie, ma anche nascondendo i problemi gravi che ha la scuola viene alla luce la poca chiarezza degli impegni sbandierati dal ministro Gelmini, che continua ad abusare della parola 'riforma'. Siamo di fronte a scelte distruttrici, altro che riformatrici. Chiedo alla ministra di dirci come faranno, dopo la chiusura imposta per decreto degli istituti con meno di 500 alunni, i ragazzi di Capri o delle Eolie a raggiungere la terra ferma? E chiedo alla Lega di farci sapere come possa condividere un attacco tanto diretto e smodato all'autonomia degli Enti locali su di un tema di loro esclusiva competenza? È questo il modo con cui ci prepariamo ad andare al federalismo?». - La presa di posizione del Pd arriva dopo l'allarme lanciato dal Governatore del Piemonte, Mercedes Bresso: «Il Governo ha deciso che le Regioni dovranno provvedere a ulteriori tagli per 456 milioni di euro. Insomma: 'Noi non ci siamo riusciti, voi dovete farcela'». E come? «Cancellando le sedi scolastiche con meno di 50 allievi. Una scelta obbligatoria indicata dal decreto ma che formalmente dovrebbero fare le Regioni. Forse al Governo non se ne sono accorti, ma l'Italia è morfologicamente complessa e zeppa di comuni piccoli. Solo in Piemonte, dove il 52% del territorio è montano, le scuole materne, elementari e medie con meno di 50 alunni sono 816, tutte concentrate in zone periferiche e montane, con grandi difficoltà di accessibilità e trasporti, soprattutto nella stagione invernale». - La norma in questione è contenuta nell'articolo 3 del Decreto legge 7 ottobre 2008 ("Disposizioni urgenti per il contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali" - ): «I piani di ridimensionamento delle istituzioni scolastiche, rientranti nelle competenze delle regioni e degli enti locali - si legge - devono essere in ogni caso ultimati in tempo utile per assicurare il conseguimento degli obiettivi di razionalizzazione della rete scolastica previsti dal presente comma, già a decorrere dall'anno scolastico 2009/2010 e comunque non oltre il 30 novembre di ogni anno». Il comma citato è il sesto dell'articolo 64 del decreto-legge 25 giugno 2008 (): «Devono derivare per il bilancio dello Stato economie lorde di spesa, non inferiori a 456 milioni di euro per l'anno 2009, a 1.650 milioni di euro per l'anno 2010, a 2.538 milioni di euro per l'anno 2011 e a 3.188 milioni di euro a decorrere dall'anno 2012» Scuole a rischio chisura, dunque? Sì, tanto che la legge 6 agosto 2008, n.133 (), che converte il decreto legge in questione, prevede che «nel caso di chiusura o accorpamento degli istituti scolastici aventi sede nei piccoli comuni, lo Stato, le regioni e gli enti locali possono prevedere specifiche misure finalizzate alla riduzione del disagio degli utenti».

dal corriere della sera










Postato il Martedģ, 14 ottobre 2008 ore 00:00:00 CEST di Filippo Laganą
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