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News: «Moratti+Fioroni+Gelmini=una scuola senza cervelli», «Outlet: -50% docenti, -7% studenti, ricercatori 3x2»,«Sulla scuola non si risparmia»,

Opinioni

Dal sito Libero

II film si può rintracciare su youtube o su www.bergamone-ws.it. Uno vede per qualche secondo il solito corteo con in prima fila i più ganzi, quelli con lo striscione tra le mani, contenti di essere amici del capobranco. Ci sono le bandiere arcobaleno. Poi appare una pertica, ci sta appeso una specie di fantoccio, anzi no, va verso l'alto un grembiule bianco, come una specie di trofeo di guerra. Dev'essere stato il frutto di un esproprio proletario di un bambinetto che va a scuola dalle suore. Basta così? Ma no, ecco l'idea. L'asta si abbassa. Un giovanotto si dà da fare con le sue tasche, forse si gratta, no estrae un accendino. Il grembiule brucia, doveva essere stato innaffiato di alcol, di benzina o forse di grappa. Grida di giubilo, risate. Slogan.
Dopo l'incendio della bandiera americana e di quella israeliana adesso c'è un'altra bandiera da mettere al rogo. Qualcosa che è stato indosso a un bambino. Qualcosa che va raccontato per spaventare gli scolari, e far passare come orribile ciò che in tutti i Paesi del mondo è un piccolo orgoglio per chi se lo mette, e può sentirsi parte di una famiglia grande. Non puoi, dicono questi gaglioffi vestiti da rivoluzionari dell'Happy Hour. A me è venuto in mente un ricordo dell'infanzia. il Ku Klux Klan. Con quelle aste, quel rogo di una piccola giacchetta di cotone, pronta per essere indossata da un bambino della prima elementare. Qualcosa di razzista e di violento. Chi ci vedevano dentro quel grembiulino da bruciare i militanti del Movimento studentesco bergamasco? Ovvio: la Gelmini e la sua voglia di una scuola seria, dove si appartiene a una comunità che ti dà diritti ma anche doveri, e si è protesi verso uno scopo di educazione. L'idea della Gelmini è quella del merito: e non vuol dire l'emergere facendo a forchettate nelle gengive (quello lo fanno capi e capetti del Movimento studentesco per comandare adesso il corteo e poi nella vita, senza neanche la fatica di studiare). Merito significa darci dentro per corrispondere alle attese dei genitori. Una volta si diceva: fanno sacrifici per te, cerca di ripagarli dandogli qualche soddisfazione. Ecco: tornare a quella tenacia. Dove il merito è anche essere più buoni, non solo più bravi in matematica. Il merito è impegnarsi, e poi se sei capace di questo, magari prendi un sei striminzito in italiano, ma ti viene la testa giusta per andar forte mettendo su un'officina.

 Così, a Bergamo, la protesta contro la Gelmini, che ha attraversato sgangheratamente tutta Italia, ha trovato il suo atto simbolico. Come sempre si deve bruciare qualcosa. E dire che la Gelmini aveva per scopo di evitare una generazione bruciata da studi dove non si impara niente, specialmente il senso dello stare insieme, che è poi l'educazione civica.

 Ha ragione il segretario della Camera dei deputati, il deputato bergamasco del PdL Gregorio Fontana, a par-lare di «sconvolgente violenza». E a domandare alla sinistra di prendere le distanze da quel gesto di banditismo morale. Figuriamoci se Io ascoltano. I ragazzi per gli ex (?) comunisti vanno allevati così. Una volta le molotov, adesso gli atti di pirateria da piromani: un posto nel grande partito è assicurato. E se qualcuno lungo la strada si lascia educare da questo tipo di insegnamenti? E magari passa dal rogo simbolico a quello delle persone, come all'Angelo Azzurro di Torino, o a Primavalle a Roma, dove il nemico fu bruciato?  

 

Pazienza. Il compagno ha sbagliato, ha capito male la lezione, non è dei nostri. È andata proprio così, trentacinque anni fa. 

Dicono siano stati in tutta Italia circa trecentomila, gli studenti delle superiori imbrancati dalla organizzazione giovanile della sinistra, l'Unione degli studenti(Uds). Gli slogan cercano di essere nobili. Sostengono che «non si taglia la conoscenza». Poi cascano sulle rime in Gelmini. Le eterne rime dedicate alle donne ministro. Mi ricordo ancora la Falcucci...  

 

Conoscenza? Giusto. Almeno si conoscesse davvero la legge voluta dal governo e votata dalla Camera (che resta una cosa parecchio più democratica delle assemblee). In realtà, il decreto propone più serietà, più studio, più impegno. Cioè più conoscenza. un tentativo per rimediare al lassismo e alla improvvisazione di docente che più sono più si ritirano dalle loro responsabilità, e meno sono pagati.  

 

Ma non vale la pena discutere contro chi prima ancora di capire una parola occupa le scuole e va in piazza. Gli studenti— chiunque è stato studente lo sa—se c'è occasione di intrupparsi con quelli che paiono saperla più lunga e sono più furbi (di solito i capi sono i figli di papà e faranno carriera), lo fanno. Il pecoronismo si impara presto. Non si escludono drammi intimi in alcuni tipi sensibili. In generale però è una festa doppia: non si lavora e per di più ci si sente bene, trattati come giovani eroi dalle tivù e dai giornali. Oggi gli scioperanti sono sostenuti persino dai professori e dai presidi. Il massimo: far peccato con il permesso del parroco. Poi però è la vita a scottarti. 

 

Dal sito La Gazzetta del mezzogiorno

Migliaia di ragazzi - 300 mila secondo l'Unione degli studenti, addirittura mezzo milione secondo la Rete stu-denti - hanno manifestato in un centinaio di piazze italiane contro la riforma della scuola firmata Mariastella Gelmini. Nel mirino delle associazioni studentesche ci sono il mae-stro unico, i tagli al settore e la reintroduzione del voto di condotta. Una protesta che si lega ed anticipa lo sciopero del personale della scuola, in programma il prossimo 30 ottobre, alla quale gli studenti hanno già dato l'adesione. E che ha avuto l'esplicito sostegno del leader del Pd, Walter Veltroni.  

 

«Non comprendo le ragioni di questo sciopero perchè la scuola ha bisogno di un grande sforzo innovatore e il coraggio di tutti per farla funzionare e non per certo per bloccarla» ha commentato il ministro.  

 

Secondo l'Uds, sono scesi in piazza 40 mila ragazzi a Roma, altrettanti a Napoli e Torino, 30 mila a Milano, 15 mila a Firenze. In diverse città, al fianco degli studenti delle scuole ha sfilato il popolo dell'università, su spinta dell'Unione degli universitari (Udu). Tra gli slogan gridati o scritti sugli striscioni, «Mo-ratti+Fioroni+Gelmini=una scuola senza cervelli», «Outlet: -50% docenti, -7% studenti, ricercatori 3x2», «Sulla scuola non si risparmia», «Scuole come prigioni, ci avete rotto i e...».

 In diverse città sono andati in scena forme fantasiose di dissenso, e predomina il tema funebre: a Milano e Firenze, il corteo è stato aperto da una bara, mentre a Napoli un gruppo di studenti ha indossato veli neri in segno di cordoglio, e ha improvvisato un «funerale dei libri»; altri, si sono presentati in mutande «come metafora della precarietà della scuola». Gli unici disordini si sono verificati a Torino, dove un gruppo di ragazzi dei centri sociali ha cercato di occupare il liceo classico Gioberti.  

 

A Roma, una delegazione delle associazioni studente-sche è stata ricevuta a viale Trastevere da due dirigenti del ministero dell'Istruzione. Fuori intanto, i manifestanti inscenavano un «concerto-sconcerto» dedicato al ministro per dire che «con la riforma Gel mini la scuola torna indietro di 50 anni». La protesta ha preso forma anche nella rete: su Youtube è finito il video di un grembiule bruciato questa mattina a Bergamo da alcuni studenti durante il corteo di protesta contro la riforma Gelmini.

 Le reazioni politiche non sì sono fatte attendere. A sinistra, l'applauso più forte è quello del governatore della Puglia, Nichi Vendola, che vede nella protesta «il primo atto tangibile di opposizione al governo Berlusconi e al centro- destra». Sostegno anche dal Pd: «Siamo con questi ragazzi - dice il leader Veltroni -, ma anche con i professori che lavorano seriamente per stipendi troppo bassi, con i genitori che si vedono sottrarre il tempo pieno. La manifestazione del 25 ottobre sarà una nuova occasione di lotta contro la scuola che piace al governo». E il ministro ombra dell'Istruzione Mariapia Garavaglia invita il ministro Gelmini. «che incomprensibilmente si chiede perchè queste manifesta-zioni avvengano», ad «accet-tare il confronto su argomenti che riguardano il futuro del Paese». Per la Cgil, la mobilitazione di oggi rappresenta un «grandissimo successo». Contro gli studenti in piazza si è espresso, Francesco Pasquali dei giovani di Forza Italia: «Le motivazioni di chi è sceso in piazza dimostrano che i manifestanti hanno imparato bene la propaganda sindacale: hanno manifestato contro se stessi». 

 

Dal sito Il Tempo

Per migliorare la scuola danno fuoco ai grembiulini 

 

Ai tempi della protesta contro la riforma Moratti i contestatori/ con-servatori dello status quo tappezza-vano il percorso del corteo con foto giganti di una classe elementare anni Cinquanta in cui gli alunni avevano tutti la faccia di Berlusconi. In questi giorni, invece, in piena prote-sta anti Gelmini (attenzione non è una riforma) la «trovata» è un santi-no con l'immagine ieratica del mini-stro e, sul retro, una goliardica pre-ghiera. Perfino i bimbetti delle ele-mentari che i genitori trascinano nelle proteste contro il maestro unico sventolano l'immaginetta con l'aria fiera di chi la sa lunga: «La Gelmini è nemica dei bambini». C'è chi, ieri, a Bergamo durante la protesta nazionale degli studenti medi e universitari nelle principali città (hanno sfilato nelle 300 mila secondo l'Unione degli studenti, addirittura mezzo milione secondo la Rete studenti) ha addirittura bruciato con un accendino un grembiule tenuto in alto con un bastone di legno. Neanche fosse il ballo della pupazza. Naturalmente la scena è stata immortalata su You- tube.  

 

Protesta che va, protesta che viene. Per la Cgil i cortei degli studenti di ieri sono stati «un grandissimo successo». Si oliano i motori per lo sciopero generale del 30 ottobre che ha avuto, evento più unico che raro, l'adesione di tutti e cinque i sindacati della scuola. Un provvedi-mento che suona un pò tardivo: il decreto legge del ministro Gelmini ha incassato la fiducia della Camera e ora è già all'esame del Senato.  

 

A Roma i giovani manifestanti si sono recati davanti al Ministero di Viale Trastevere; gli studenti hanno ballato e cantato in una sorta di «concerto-sconcerto». Una delegazione è stata ricevuta a colloquio con alcuni dirigenti del ministero a cui ha spiegato i motivi della protesta consegnando la «piattaforma» studentesca. Tra le richieste la rein-troduzione dell'obbligo scolastico a 16 anni, col progressivo innalzamento a 18 anni e la convocazione immediata del Forum delle associazione studente-sche maggiormente rappresentative. Nelle altre città, sulla falsariga delle maestre che il primo giorno di scuo-la erano vestite a lutto, sono andate in scena proteste in cui predomina-va la nota funebre: a Milano e Firenze, il corteo è stato aperto da una bara, mentre a Napoli un gruppo di studenti ha indossato veli neri in segno di cordoglio, e ha improvvisato un «funerale dei libri». Le cattive, funeree davvero, notizie dalle Borse europee hanno contribuite a rendere ancora più lugubre la mattinata. La nota beffarda era la splendida (e calda: 28 gradi registravano i termometri) giornata di sole!









Postato il Sabato, 11 ottobre 2008 ore 15:44:44 CEST di Salvatore Indelicato
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