Voglio fare qualche notazione ad alcune affermazioni, che citerò testualmente, contenute nell'articolo del 25 settembre “ La scuola elementare è sicuramente di qualità…”, della collega Maria Caleo, intervenuta a seguito del mio pezzo, “La scuola elementare, fiore all’occhiello…?”, datato 21 settembre.

Innanzitutto " la retorica qualunquista e demagogica", in cui, a suo dire, sarei caduta nel mio articolo, non appartiene affatto al mio habitus mentale e morale; l'ho sempre considerata sterile, e dunque inutile. In secondo luogo, non sono avvezza a ragionare per luoghi comuni e non mi piacciono le generalizzazioni. Tutt'altro: cerco di mantenermi sgombra da pregiudizi di sorta, per poter guardare il mondo ancora con occhi puri.

Sono semplicemente un essere pensante che, come tale, prende atto delle realtà in cui opera, riflette e si interroga socraticamente su di esse, al fine di trovare delle risposte.

In quel mio articolo non ho fatto che questo: una semplice considerazione su una realtà, quella effettuale della scuola media, assolutamente scevra dell' intenzione di "denigrare la scuola precedente e addossarle tutti i mali della presente".

Infatti non ho accusato nessuno. Non ho emesso alcuna sentenza di condanna, nè verso i colleghi, nè tantomeno verso la scuola elementare. Ho posto soltanto un interrogativo, un mio personale dubbio, seppur cartesianamente metodico.

Un interrogativo per il quale auspicavo una risposta, una semplice risposta, possibilmente illuminante. Tutto qui.

Risposta che, pur non essendo stata affatto illuminante, c'è stata, ma intrisa di una qualche contraddizione: la collega afferma che la mia nota è "sacrosanta", ma... dall'alto della sua ostentata scienza ed esperienza, afferma altresì che " un pizzico di riflessione, una maggiore ampiezza di vedute, una conoscenza delle dinamiche dell'età che va dai 3 ai 13 anni non mi farebbero cadere in un concetto trito e ritrito ".  Parafrasi: non sarei di ampie vedute, non conoscerei la psicologia dell'età evolutiva.

Rispondo a questa critica dicendo che, sebbene non possa vantare un' esperienza d'insegnamento alla scuola elementare, la mia formazione culturale e la mia ultradecennale esperienza professionale mi consentono comunque di asserire che anch'io, modestamente, possiedo una discreta conoscenza delle problematiche sociali e psico-affettive dei giovani, nonchè delle dinamiche relazionali di quelli in età evolutiva. Si dà il caso che ho studiato anch'io pedagogia e psicologia, e non solo all'università..., e ho anche superato il concorso per l'insegnamento alla scuola elementare. Mi scuso se è poco!

Al di là del mio risentimento personale, voglio ricongiungermi più specificamente alla problematica sulla qualità della scuola elementare, su cui anche Luca Ricolfi, dalle pagine de La Stampa, si è pronunciato, affermando che ” la scuola elementare di oggi, pur essendo perfetta come luogo di socializzazione e di ricreazione, sia ben poco capace di trasmettere conoscenze e formare capacità, ivi compresa la capacità di concentrarsi, di ordinare le idee, di autovalutarsi, di mettere impegno in attività non immediatamente gratificanti…” e aggiunge, “ la scuola elementare - con la sua impostazione ludica - non li prepara (i ragazzi) alle prove che dovranno affrontare quando entreranno in un mondo vero, meno protetto, in cui ci sono anche frustrazioni e si deve essere capaci di studiare da soli “. Non aggiungo alcun commento personale. Ma concludo questo mio intervanto, ringraziando tuttavia la collega per aver accolto il mio appello ad un confronto. Un confronto, dicevo, non un’occasione per mettere in dubbio le capacità umane e professionali, di chi, tra l'altro, non si conosce nemmeno, sol perché la verità, come si dice, fa male, o vuoi forse perché, per pochezza di argomentazioni o mancanza di efficacia argomentativa, è più facile confrontarsi con l’altro, attaccandolo o, peggio, insultandolo. Ma questa, è tutta un'altra storia…!

Salvina Torrisi