La Società Filosofica Italiana non può che esprimere la propria viva
preoccupazione per i contenuti del Decreto Legge 112/2008 concernente
il comparto dell’istruzione italiana nel suo complesso e in particolare
il sistema universitario pubblico nazionale. Pertanto condivide
completamente tutte le apprensioni espresse nella lettera il cui primo
firmatario è il prof. Fulvio Tessitore, nella quale si insiste in
particolare sulla incostituzionalità e sulle deleterie conseguenze che
potrebbero derivare, per l’eguaglianza delle opportunità e il diritto
allo studio costituzionalmente garantito, dalla possibilità concessa
alle Università statali di trasformarsi, con una semplice maggioranza
assoluta del loro Senato accademico, in Fondazioni di diritto privato.
Non si può che constatare – ancora una volta – come in Italia, nel
campo della cultura e della ricerca scientifica, sia sempre più
evidente un costante arretramento verso le posizioni ultime della
comunità dei paesi più sviluppati. Mettendo da parte quanto
sottoscritto nel Trattato di Lisbona del 1999 – in cui la Comunità
Europea si proponeva di raggiungere in tutti i paesi membri un
investimento del 3% del Pil in ricerca scientifica e tecnologica, allo
scopo di pervenire a quella “società della conoscenza” in grado di
rendere competitivo il vecchio continente rispetto ai nuovi paesi
emergenti – la classe dirigente italiana lavora per portare l’Italia
dall’attuale terzultimo posto, all’ultimo.
Non sappiamo se ciò viene perseguito con inconsapevole incoscienza
oppure vi sia un deliberato e lucido piano di distruzione del sistema
pubblico di ricerca e formazione, che porterebbe inevitabilmente a
favorire il privato, sia nella scuola che nell’università. Di certo ne
trarranno immediato beneficio quegli imprenditori che già finanziano
gli atenei e le scuole private, che potranno così portare integralmente
in deduzione i loro contributi.
E come Società Filosofica Italiana non possiamo non vedere in tale
ulteriore peso che gli interessi immediatamente economici avranno sul
sistema della ricerca una minaccia a quella formazione e ricerca di
base che – come tutti i seri studiosi riconoscono, indipendentemente
dal proprio ambito di interesse – è indispensabile per la tramatura di
un sistema di saperi che costituisca la rete di interconnessione e di
sostentamento di ogni specialismo più avanzato e della stessa tenuta
dell’identità nazionale. Il sapere filosofico – e in generale la
cultura umanista nella scuola come nell’università – corrono il rischio
di ricevere un ulteriore colpo da queste sconsiderate misure,
rispondenti solo ad un’ottica economicistica che non sa vedere oltre
l’immediato ritorno contabile, il quale nulla dice e nulla promette
circa la futura crescita della conoscenza e della ricerca scientifica
italiana.
Stefano Poggi
Presidente della Società Filosofica Italiana
dal sito www.sfi.it