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News: Ore vere, ore ridotte, ore finte, ore buche, ore di recupero e ore virtuali

Opinioni

Già questo è avvenuto per i presidi che sono scesi da 14.000 a 10.800, con una politica graduale di riduzione realizzata nei piani di dimensionamento iniziati da Berlinguer e conclusi da De Mauro, con il consenso della organizzazione sindacale più rappresentativa dei dirigenti e cioè l’ANP. E i risparmi ottenuti hanno finanziato l’adeguamento degli stipendi dei manager scolastici.
Analoga politica nei confronti dei docenti, per la verità, aveva iniziato Berlinguer, e poi proseguito De Mauro, ma con minor fortuna, per l’opposizione pregiudiziale dello stesso sindacato vicino a Berlinguer, che non ha avuto il coraggio di seguirlo in questa linea, che ora viene ripresa in piena continuità dalla Gelmini, perché è appunto una linea europea ineludibile.
Altra scorciatoia non ne esiste. Ricordo ai docenti che nel lontano programma quinquennale di progressiva attuazione delle legge 30/2000 di riordino dei cicli di istruzione presentato da Berlinguer-De Mauro e approvato dal parlamento a maggioranza centrosinistra, si parlava esplicitamente di riduzione di classi, riduzione di 1 anno del percorso scolastico, riduzione di ore curricolari a 30, di contrazione dell’organico pari a circa 49 mila posti di docenti e risparmi di spesa conseguenti. Argomenti ripresi e ripresentati invano in tutti i piani successivi di Fioroni e della Moratti.
Insomma tagli e recuperi di sprechi ed inefficienze da reinvestire per gli aumenti degli stipendi e per le necessità degli investimenti in tecnologia e strutture.
La finanziaria Gelmini comincia finalmente a concretizzare tale politica e ad incidere i bubboni degli sprechi assurdi nell’organizzazione del lavoro scolastico.

Ore vere
. Le ore rese per intero con 60 minuti di servizio agli studenti sono una vera rarità nella scuola. D’ora in poi diventeranno la norma. La quantificazione dell’orario di lavoro e dell’orario di servizio sono riserva di legge nel pubblico impiego; la modalità di erogazione è materia di concertazione e contrattazione. I trucchi e i raggiri sulle ore rese e non rese, da recuperare o no, con la compiacenza tacita di qualche burosauro centralizzato sono ormai roba del passato. La nuova finanziaria fa chiarezza: “ la prestazione a tempo pieno di ciascun docente non può essere inferiore a quella stabilita dal CCNL, fissata rispettivamente in 18 ore settimanali per la scuola secondaria…” Il supplente che chiedeva la “ cortesia “ al titolare di prolungare l’assenza per malattia non può più ricorrere a tali escamotage perché “ Le istituzioni scolastiche autonome provvedono con proprie risorse alla sostituzione ”.

Ore ridotte
. Il curricolo è di 36 ore per esempio negli istituti tecnici e di 40 ore negli istituti professionali, Nei 1.400 istituti tecnici negli ultimi 20 anni, non si è mai applicato integralmente il curricolo intero, ma si è proceduto alla " riduzione " della unità oraria a 50 minuti, senza obbligo di recupero per i docenti, utilizzando deroghe di carattere amministrativo di forza maggiore perlopiù legate a motivi di pendolarismo, autorizzate da ministri e provveditori ( vedi circolare del 1979 n. 243).
Pagare un lavoratore per un’ora intera mentre esegue una prestazione di 50 minuti è una anomalia e una immoralità che si è verificata nel mondo serafico della scuola, e non si può verificare più dopo l’emanazione del decreto n. 234 del 26-6-2000; se la vicenda venisse a conoscenza degli altri lavoratori, dei ferrovieri e dei sanitari per esempio li lascerebbe perplessi: è come se il ferroviere pretendesse di essere esonerato dal servizio e pagato regolarmente anche se qualche tratta venisse soppressa per mancanza di passeggeri o qualche medico per mancanza di malati in quel reparto messo a riposo e regolarmente retribuito.
E, cosa più grave, se venisse a conoscenza della Corte dei Conti, si aprirebbero scenari apocalittici. Ma speriamo che ciò non avvenga.
Quanto è costato il mancato recupero e chi dovrebbe risarcire l’erario, nel caso malaugurato di un intervento di contestazione patrimoniale? Il conto è presto fatto a prezzi attuali. In ogni istituto tecnico in media si sono bruciate 6 ore settimanali di lezione che moltiplicate per le 54 classi medie e per le 33 settimane di lezione fanno 10.692 ore, che al costo attuale medio di 22,5 euro determinano una perdita di 241 mila euro. Se consideriamo che gli istituti tecnici sono 1400, fanno 336,5 milioni all’anno. Se moltiplichiamo limitandoci agli ultimi 10 anni, ammettendo che la prescrizione possa sanare il passato, otteniamo un totale di 3,35 miliardi. E dimenticavamo gli istituti professionali ove il fenomeno ha assunto proporzioni e dimensioni più ampie. Quindi prudenzialmente possiamo raddoppiare la cifra e portarla a 6,7 miliardi di risorse sprecate nei tecnici e nei professionali
Di chi è la responsabilità patrimoniale di questa gigantesca sottrazione di risorse finanziarie pubbliche, tolte alle famiglie e all’utenza e bruciate in un vorticoso giro di circolari e autorizzazioni e permessi di carattere amministrativo che hanno aggirato le leggi?
Bah! Quando si legge nella relazione di accompagnamento alla finanziaria della Gelmini così come si leggeva nella finanziaria Moratti e in quella di Fioroni, così come si leggeva nella relazione di De Mauro di accompagnamento alla cassata riforma dei cicli, e cioè che la stessa darà consistenti risparmi, si capisce bene ora perché un provvedimento invece di comportare aumento di spesa addirittura produce benefici di ritorni economici!
Certo una cosa è lampante: nessuno ora può più mascherare la propria pretesa, chiedendo ai dirigenti scolastici, investiti di nuovi poteri e responsabilità con la dirigenza del 2000, di coprire e produrre atti decisionali dove dichiarano di accollarsi responsabilità patrimoniali, dichiarando la riduzione delle ore di lezione senza recupero. Perché anche se qualche giudice del lavoro o qualche commissione di arbitrato o di conciliazione ha dato ragione a qualche ricorrente, state pur certi che ancora i giudici non hanno ben percepito la natura e la dimensione del problema, perché nessun giudice può o poteva immaginare che la scuola è stata un terreno franco, ove a fronte di una mancata prestazione si potesse percepire una " legale " retribuzione.

Ore finte. Tutte le ore cosiddette a disposizione spariranno dai tabulati dei prospetti orari delle scuole. C’erano prima che un giusto provvedimento riportasse tutto a 18 ore effettive, cattedre di meccanica a 14 ore, cattedre di matematica e lettere a 15 ore nei tecnici e l’elenco sarebbe lunghissimo. Cosa facevano i docenti nelle ore rimanenti? Spesso nulla o quando mandati a coprire classi scoperte assumevano atteggiamenti da baby sitter.
L’organico gonfiato ed inflattivo legato alla cattedra dovrebbe essere sostituito da un organico legato al POF alle dipendenze di un unico centro, in quanto dovrebbero essere eliminate quelle invenzioni italiche delle cattedre orario esterne per cui un docente fa il commesso viaggiatore spesso tra tre scuole, con il risultato di essere corpo estraneo a tutte e tre.

Ore buche
. Mordi e fuggi: era la conseguenza di questa strampalato sistema di orario. Liti furibonde in ogni scuola per accaparrarsi il migliore quadro orario senza buchi paragonato ad un formaggio svizzero e oggetto di satira in moltissimi film dove vediamo le insegnanti alle prese con suocere mariti e baby sitter da sistemare all’unisono con il loro quadro orario. Non facciamo più ridere l’Italia !

Ore virtuali
. E’ prescritto dalla norma che ogni scuola deve garantire almeno 200 giorni effettivi di lezioni agli utenti. Quale scuola mai in Italia è stata in grado di garantire questo livello minimo di servizio ? Tra scioperi, agitazioni, ricreazione spacciata per allentamento della didattica, assemblee sindacali in orario di servizio, feste patronali, elezioni politiche e amministrative a ripetizione, va a farsi benedire qualsiasi programmazione che resta virtuale e sulla carta.
Di recuperi non se ne può parlare. Dai primi di giugno a fine settembre è difficile “ convincere “ gli studenti e i docenti a fare lezione. I corsi di recupero infatti si devono pagare a parte come se fossero altra cosa dalla prestazione professionale dovuta.
E’ appena iniziato finalmente un percorso di moralizzazione che avrebbe dovuto fare la sinistra e, paradossalmente, con inversione di parti, lo sta facendo la destra. Il bilancio finale si preannuncia clamoroso in termini di recupero di efficienza e di risparmi, che questa volta devono restare tutti nel comparto scuola, a beneficio dei veri professionisti e dei docenti seri, che sono la stragrande maggioranza. I sindacati invece di contrastare questa linea farebbero meglio a concertarla per cogestirne i vantaggi economici per la categoria da loro rappresentata.
La ricreazione è finita.
Salvatore Indelicato









Postato il Martedì, 09 settembre 2008 ore 18:14:24 CEST di Salvatore Indelicato
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