Roma, 22 ago. (Apcom) - Si estende a macchia
d'olio la protesta degli insegnanti di sostegno del Sud per i tagli
agli organici applicati dal ministero in vista dell'imminente avvio
d'anno scolastico: dopo il sit-in permanente messo in atto dai
sindacati davanti all'Usp di Messina, domani scenderà in piazza il
Comitato insegnanti di sostegno di Catania e lunedì quello di
Agrigento. La prossima settimana sarà la volta dei precari della
Campania, con in testa quelli della provincia di Salerno.
La
mobilitazione dei docenti non di ruolo è legata alla volontà del Miur -
ma anche del precedente ministro Fioroni - di attuare una migliore
ridistribuzione nazionale dei posti di sostegno rendendo più omogeneo
il rapporto docenti-alunni disabili: se infatti a livello nazionale
viale Trastevere ha di fatto confermato il numero di docenti
complessivi, quel che cambierà da settembre sarà proprio il rapporto
che sino ad oggi è risultato decisamente più basso nelle scuole del Sud
rispetto ai parametri nazionali.
In base ai dati emessi del
ministero, ad esempio, lo scorso anno nelle scuole elementari della
provincia di Caserta erano iscritti circa 1.300 alunni disabili: una
cifra inferiore ai 1.463 che hanno frequentato tutte le primarie
dell'Abruzzo. Ma mentre in questa regione sono stati assegnati 578
docenti di sostegno, nel solo casertano l'Usp ne ha autorizzati ben 938.
Il
problema però, ora, è che migliaia di docenti di sostegno di queste
regioni che negli ultimi anni sono stati impegnati per supplenze
annuali, in grande maggioranza al Sud, rimarranno senza più posto. Per
loro non rimarrà che rimanere a disposizione e subentrare in caso di
malattia dei docenti titolari. E ciò ha portato alla protesta dei
lavoratori supportati dai sindacati: domani mattina a Catania, dove è
previsto il taglio di 242 posti solo sul sostegno, i precari si sono
dati appuntamento davanti Circolo didattico "Pizzigoni" dove si
effettueranno le assegnazioni annuali.
Una decisione analoga
è stata presa anche ad Agrigento, dove lunedì scatterà la protesta
davanti alla scuola media "Garibaldi" sempre in corrispondenza delle
nomine annuali. Secondo il Comitato sostegno di Agrigento, che ha
organizzato la mobilitazione, i tagli vanificheranno "in modo assoluto
le finalità di integrazione di questi alunni stabilite dalla legge 104
del 1992. Tutto questo - spiegano dal comitato - in un territorio già
carente, sotto ogni profilo, di reti di solidarietà sociale, di
assistenza alle fasce deboli e di opportunità di reale integrazione".
Intanto
anche i docenti delle altri regioni stanno organizzando manifestazioni
di protesta: a Salerno martedì mattina inizierà un presidio permanente,
sempre davanti all'ex provveditorato. A darsi appuntamento, "in modo
pure rumoroso, se necessario", fanno sapere con un comunicato unitario
il Comitato insegnanti precari, il Comitato genitori alunni disabili ed
i Cobas Scuola Salerno. "Partecipiamo tutti e tutte, non è più il
momento della delega", è l'appello degli organizzatori ai docenti non
di ruolo delle tante classi di concorso interessati ai circa 1.000
posti in meno della provincia di Salerno.
Non è poi da
escludere che la protesta si allarghi nelle prossime settimane anche
alle regioni del Centro-Nord: in questi giorni, ad esempio, i sindacati
romani si sono molto lamentati per i tagli sull'organico di circa 800
posti di docenti (oltre 550 dei quali alle superiori) nella sola
capitale. A livello nazionale i Comitati di base hanno già programmato
uno sciopero per il 3 ottobre. Gli altri sindacati, invece,
aspetteranno probabilmente l'esito dei tavoli tecnici (al via dai primi
di settembre) concordati lo scorso 6 agosto dal ministro Gelmini con le
parti sociali: tavoli dove si cercherà ditrovare un accordo su
soluzioni il meno possibile dolorose per i lavoratori in vista degli
ulteriori forti tagli previsti dalla finanziaria. La trattativa si
preannuncia particolarmente difficile.
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