Io in questi giorni sto avendo una sensazione. Non so, a dire il vero, riferire se piacevole o spiacevole. Forse la potrei definire inquietante. Dunque facciamo una rapida analisi. Il nuovo ministro dell’Istruzione è Maristella Gelmini. Bresciana, in Provincia è stata assessore al Territorio e poi all'Agricoltura, Nel 2005 Berlusconi la prende con sé a Roma a Palazzo Grazioli, ma appena tre mesi dopo la nomina coordinatrice regionale lombarda di Forza Italia. Nel 2006 diventa deputato.
Ma quali sono le sue idee? A noi docenti, a noi operatori della scuola interessa sapere come la pensa, come vede il mondo: così capiremo come vedrà anche la scuola. Ora la Gelmini è nipote di Don Pietro Gelmini. Un prete. E in questo non c’è niente di male, ci mancherebbe, è una figura carismatica, che, a parte qualche recente scandalo, ha fatto del bene a tanti giovani. Ma già questo è un fatto. Poi è andata al liceo, dai preti, vera figlia di un papà democristiano, ex sindaco di un piccolo comune della Bassa.
Insomma diciamocela tutta: la Gelmini è cattolica. Nel suo curriculum c’è di mezzo il volontariato e una strana frase: “Giovanni Paolo II ha detto che la più alta forma di carità è la politica”. Cattolica con un’adorazione intellettuale per monsignor Rino Fisichella. Non che sia una colpa, beninteso. Affatto no. Continuiamo. Poi c’è il sottosegretario all’Istruzione: Giuseppe Pizza, segretario nientemeno che della rinata Dc. Ma non è che Berlusconi ha voluto consegnare la scuola italiana nelle mani della Chiesa? Che certo detiene ancora in Italia le poche isole di istruzione seria e meditata, ma che in quanto a orientamento dei programmi o visione del mondo conosciamo bene. Ce la aspettiamo n po’, come dire, monolitica…
No, no. E’ solo un’inquietante sensazione. Probabilmente sbagliata. Certo è che la CEI ha fatto un’altrettanto inquietante richiesta: inserire la religione cattolica tra le discipline didattiche di elementari e medie. Questa richiesta è stata sottoposta al ministero della Pubblica istruzione quando era ancora guidato da Giuseppe Fioroni. Un mese fa il ministero l´ha visionata, approvata e ne ha girato i contenuti agli uffici scolastici regionali. Proviamo ad immaginare cosa ne penserà la Gelmini…
SILVANA LA PORTA
Ma quali sono le sue idee? A noi docenti, a noi operatori della scuola interessa sapere come la pensa, come vede il mondo: così capiremo come vedrà anche la scuola. Ora la Gelmini è nipote di Don Pietro Gelmini. Un prete. E in questo non c’è niente di male, ci mancherebbe, è una figura carismatica, che, a parte qualche recente scandalo, ha fatto del bene a tanti giovani. Ma già questo è un fatto. Poi è andata al liceo, dai preti, vera figlia di un papà democristiano, ex sindaco di un piccolo comune della Bassa.
Insomma diciamocela tutta: la Gelmini è cattolica. Nel suo curriculum c’è di mezzo il volontariato e una strana frase: “Giovanni Paolo II ha detto che la più alta forma di carità è la politica”. Cattolica con un’adorazione intellettuale per monsignor Rino Fisichella. Non che sia una colpa, beninteso. Affatto no. Continuiamo. Poi c’è il sottosegretario all’Istruzione: Giuseppe Pizza, segretario nientemeno che della rinata Dc. Ma non è che Berlusconi ha voluto consegnare la scuola italiana nelle mani della Chiesa? Che certo detiene ancora in Italia le poche isole di istruzione seria e meditata, ma che in quanto a orientamento dei programmi o visione del mondo conosciamo bene. Ce la aspettiamo n po’, come dire, monolitica…
No, no. E’ solo un’inquietante sensazione. Probabilmente sbagliata. Certo è che la CEI ha fatto un’altrettanto inquietante richiesta: inserire la religione cattolica tra le discipline didattiche di elementari e medie. Questa richiesta è stata sottoposta al ministero della Pubblica istruzione quando era ancora guidato da Giuseppe Fioroni. Un mese fa il ministero l´ha visionata, approvata e ne ha girato i contenuti agli uffici scolastici regionali. Proviamo ad immaginare cosa ne penserà la Gelmini…
SILVANA LA PORTA