Che vergogna, che schifo, che schiaffo a tutti i cittadini che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, che rabbia per i precari della scuola che soffrono per raggiungere una difficile stabilizzazione!
Un boccone amaro da ingoiare per i cittadini indignati.
Lo chiamano assegno di reinserimento nella vita sociale, o anche assegno di solidarietà di fine mandato.
E a pagarlo é lo Stato, attraverso le nostre imposte. A prima vista niente di strano, se a beneficiarne fosse un gruppo di disadattati o ex tossici appena dimessi da una comunità di recupero.
Ma in questo caso a godere dell’assistenza pubblica sono i super privilegiati parlamentari della Casta.
O meglio tutti quelli che non sono stati (o non si sono) ricandidati, o che pur ricandidandosi alle prossime elezioni non verranno rieletti.
Come è stato possibile in questo paese raggiungere vette di sporcizia così disdicevoli?
Scandaloso e vergognoso è veramente dire poco!!!>
La scelta poi della data del 13 aprile, per il voto in alternativa a quella del 6 di aprile può apparire casuale ma non lo è affatto: votando il 6 aprile, infatti, i parlamentari alla prima legislatura non rieletti non avrebbero maturato la pensione, votando invece come stabilito dal consiglio dei ministri il 13 aprile, ovvero una settimana dopo, acquisiranno la pensione.
I tg non lo dicono, i giornali nemmeno, solo internet permette di conoscere quequesta schifezza. Alla voce assegno di fine mandato, nel bilancio 2008 il collegio dei questori ha preventivato 8.5 milioni di spese straordinarie solo per il Senato.
Gli estremi per gridare allo scandalo ci sono tutti.
Ci dispiace poi che il presidente della repubblica, che stiamo molto per il suo rigore morale, abbia in questa occasione difeso la casta dichiarando che non si possono lasciar correre «cose che si leggono qua e là e rappresentano i parlamentari come una specie di fannulloni avidi». Continua il presidente dicendo che rischio è la democrazia, perché andando avanti di questo passo, «forse ci sarà qualcuno che penserà che il Parlamento tanto vale chiuderlo. Bisogna reagire a questi fenomeni che un tempo si sarebbero chiamati di qualunquismo».
Eh! No caro presidente, con tutto il rispetto dovuto ci lasci dire che a mettere a rischio la democrazia sono stati proprio i comportamenti di questa casta degradata e marcia. Si batta invece per ristabilire le regole corrette per ridare fiducia ai cittadini. E pensare che lo Statuto Albertino al mitico art. 50 recitava: «Le funzioni di senatore o deputato non danno luogo ad alcuna retribuzione o indennità». Bei tempi.
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PAPPONI DI STATO