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Umanistiche: LEGGERE : UNA CURA PER L'ANIMA

Rassegna stampa

 

 

Siamo immersi in un mondo di scrittura .

Leggiamo libri, giornali,lettere, relazioni , manuali di scuola, documenti di lavoro, ma leggiamo anche sullo schermo del computer,  , del televisore, del telefonino, sui muri della città, lungo le  autostrade ( manifesti pubblicitari, cartelli stradali ecc.) : un mondo di parole ferme, in movimento, in sequenza, a rete, frammentarie, ordinate , da sole o mescolate a immagini...E i libri?
Sarà una buona notizia per gli amanti della lettura sapere che i libri danno benessere. Per qualsiasi disturbo, carenza o bisogno, i libri curano, confortano, nutrono. Le biblioteche insomma sono come farmacie per l'anima. Lo sostiene ormai da tempo Miro Silvera, traduttore, poeta, romanziere, saggista e sceneggiatore nato ad Aleppo, in Siria, ma milanese d'adozione, che di letture ne ha fatte veramente molte. Ma per ribadirlo una volta di più, questa volta ha voluto essere "terapeutico" e lo ha messo per iscritto. L'ultima sua fatica uscita per Salani si chiama, manco a dirlo, "Libroterapia. Un viaggio nel mondo infinito dei libri", perché i libri curano l'anima. (a cura di M.Allo)

Quello che lui chiama "potere salvifico e taumaturgico della lettura" lo ha sperimentato direttamente su se stesso: "Ci sono libri legati indissolubilmente a periodi della mia vita, libri che mi hanno fatto intravedere la luce quando ero proprio giù, libri che hanno segnato rinascite effimere o più durature, altri che hanno accompagnato momenti in cui amavo crogiolarmi in uno spleen cosmico". Ovviamente come per i farmaci non tutti i libri sono buoni né vanno assunti in dosi massicce. Non si può parlare di sostanze o libri panacea che vanno bene per tutto proporzionalmente alla dose assunta. Ogni "malattia" ha la sua cura. Il tuo cuore sanguina per amore? Leggi le biografie e gli epistolari di Abelardo ed Eloisa. Soffri per un rapporto difficile con uno o entrambi i tuoi genitori? Cerca conforto in "Padre padrone" di Gavino Ledda. Malato di pessimismo? Dedica un po' di tempo alla lettura di Woody Allen.
Anche se generalizzare è impossibile sembra che la poesia, le fiabe, gli aforismi siano le più efficaci, ma anche le biografie dei personaggi famosi possono essere utili perché ci aiutano a capire che le vite apparentemente più sfolgoranti nascondono infelicità assai simili alle nostre. E questo è già terapeutico o almeno lo è per l'autore.
Eppure sono sicura che anche voi avrete trovato sollievo a un momento di sofferenza proprio in un libro.

 Da infinitestorie. it eccovi l'incontro con Miro Silvera

 

D. Come è nata l'idea della Libroterapia?

R. L'idea non è mia, ma di Mariagrazia Mazzitelli, che ha sempre un grande fiuto e che ben conosce la mia passione per i libri. E io l'ho sposata sin dall'inizio.

D. Ci racconta qualche aneddoto legato alla lettura e ai grandi narratori?

R. Un aneddoto che mi viene in mente, legato al rispetto per i grandi narratori, è questo: a differenza di oggi che tutti ci stravacchiamo davanti alla televisione per venire sepolti dal dilagare di immagini spazzatura, il grande autore spagnolo Francisco de Quevedo (credo fosse proprio lui) quando doveva leggere un libro si vestiva di tutto punto perché andava a incontrare un autore.

D. Pamuk, Proust, Atwood... il testo è anche un percorso tra grandi autori: quali sente più vicini a lei?

R. Sicuramente Proust, ma forse tutti e tre: Pamuk perché è nato a Istanbul e io ad Aleppo, in Siria, che fino al 1921 faceva parte dell'Impero ottomano; Proust perché era ebreo, almeno da parte di madre e Margaret Atwood perché è una donna di grande talento.

D. Parla anche di fiabe e di come possano curare l'infelicità. Che cosa pensa dei moderni libri per bambini?

R. Ne penso benissimo. Sono uno più bello dell'altro e se potessi trascorrerei giornate intere a leggerli. Hanno un immenso potere terapeutico anche per i grandi.

D. I capitoli del libro sono illustrati da splendide fotografie e riproduzioni. È ”libroterapia“ anche quella?

R. Sì, perché vedere immagini di libri fa soltanto stare bene. Di recente, alla mostra dedicata a Vivienne Westwood al Palazzo Reale di Milano, ho visto una bellissima giacca di un tailleur stampata a scaffali di libri. Se l'avessi vista prima sarebbe finita sicuramente nel libro. La trovo altamente ”libroterapica“.

D. I luoghi per la lettura a cui si riferisce sono legati alla casa: la poltrona preferita, il letto, il bagno... E la lettura all'aria aperta?

R. È meravigliosa. Clima permettendo, poter leggere in un giardino è un'esperienza vivificante. Ma la natura ha sempre mille modi per distrarre: dal canto degli uccelli allo stormire delle foglie al vento, dalle zanzare alle formiche.

D. Cosa consiglierebbe di leggere a chi si sveglia la mattina con l'ansia delle cose da fare?

R. Meditazione yoga o musica, preferibilmente classica, perché la lettura richiede tempo e spazio, ma soprattutto pace interiore.

D. Più volte nel libro si fa cenno alla nostra necessità di storie, quasi fosse un bisogno esistenziale primario. È davvero così?

R. Noi tutti abbiamo bisogno di storie per confrontarle con la nostra personale. È un continuo metterci in gioco e cercare di sistemare il nostro archivio etico. È un lavoro che non si finisce mai di fare. Sin da quando siamo nati ci vengono raccontate storie e ce le raccontiamo noi stessi. Il confronto con la realtà di tutti i giorni pensa poi a sconvolgere o a pareggiare ogni cosa.

D. Il potere taumaturgico della parola, delle storie e dunque dei libri in che cosa consiste?

R. Noi sappiamo bene per esperienza personale che le parole possono ferire e perfino uccidere, oppure salvare e medicare l'animo umano, quindi i libri che scegliamo di avere intorno ci fanno da specchio. Nella biblioteca di casa c'è il ritratto del suo proprietario.

D. Spesso l'incultura, ma talvolta anche la cultura, ha prodotto esiti nefasti e aberranti. Farmaci sbagliati o malattie incurabili dell'essere umano?

R. Spesso sono farmaci sbagliati, ma consigliati anche da medici sbagliati. Molti libri fra quelli che escono ogni anno sono non soltanto superficiali, ma anche cattivi, in tutti i sensi, come certi farmaci che invece di curare peggiorano lo stato di salute.

D. Questo prezioso volumetto è un invito a curarsi con i libri ma, soprattutto, in un'epoca dominata dall'immagine, a preoccuparsi dei libri. Che cosa si può fare per salvare la lettura?

R. Scegliere con attenzione basandosi sul proprio intuito ciò che si vuole leggere. Perché costa fatica e impegno. Se un libro non vi piace, buttatelo pure via senza rimpianti e passate al prossimo, soprattutto fidandovi del vostro istinto e dei consigli di un libraio di fiducia.

D. In Libroterapia vi è un'attenzione particolare alle scritture che condensano il loro potere magico, come la poesia e l'aforisma. Che cosa l'affascina di queste forme di scrittura, e di lettura?

R. Mi affascina la fulminea brevità e l'intensità che può esserci in un aforisma o in una poesia. Sono entrambi un condensato di un momento unico e illuminante di saggezza.

D. La televisione è talvolta vista in opposizione simmetrica al libro. Pensa davvero che non esista, in alcune serie tv ad esempio, una complessità e una potenza affabulatoria degna d'attenzione?

R. La televisione invita a essere fruita in maniera passiva proprio perché non possiamo, una volta scelto il programma, intervenire se non cambiando canale o spegnendo l'apparecchio. Le immagini ci invadono senza controllo, mentre quando leggiamo un libro è la nostra immaginazione che si mette al lavoro. Noi siamo cocreatori con l'autore di quanto stiamo leggendo. Mai come in quest'epoca c'è stata nella storia dell'uomo una tale abbondanza di testi di letteratura, poesia, saggistica e arte. Oggi nessuno ha più diritto a essere spiritualmente anoressico. La televisione come è fatta oggi è ”junk food“, cibo spazzatura da consumare rapidamente, pieno di zuccheri e grassi inutili. Il libro che noi leggiamo è invece dentro di noi la voce di una persona speciale che invitiamo a interagire con la nostra mente e la nostra sensibilità. Leggere è un'attività fra le più nobili e formative, quindi nessuno ha più scuse: si faccia la propria farmacia dell'anima e si dedichi alla propria ”libroterapia“.

D. Quali libri ama?

R. Sono cresciuto con la narrativa americana che per me è stata formativa, da Steinbeck a Melville, da Kerouak a Ginsberg, che ho conosciuto a Milano grazie a Nanda Pivano. Oggi prediligo invece la saggistica e le biografie di grandi personaggi del passato.

D. Che cosa sta scrivendo ora?

R. Ho già pronto un romanzo intitolato Il passeggero occidentale, che dovrebbe uscire l'anno prossimo.









Postato il Domenica, 24 febbraio 2008 ore 16:12:31 CET di Maria Allo
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