Venti
gelidi flagellavano tutt'intorno le case. E a tratti s'udiva la
voce della tormenta che, come un ululato, faceva tremare di paura
persino il selciato. Era notte. Tutto era buio. In giro non si vedeva
anima viva. Le case del paesino sembravano accucciate una sull'altra, a
riscaldarsi, a consolarsi, a farsi coraggio. Solo il cielo, lassù,
brulicava di stelle e sembrava felice, in attesa chissà di quale
insolito evento. Neppure i soldati, quella notte, ebbero il coraggio
d'uscire dal loro accampamento, e se ne stavano attorno al fuoco, a
bere e a parlare ridendo delle solite cose di uomini, che da parecchi
mesi non vedevano le loro donne. Poi all'improvviso calò un silenzio
innaturale, gli alberi sembrarono pietrificati, la tormenta si fermò,
le case erano al buio, i cani s'addormentarono. Tutto era spento.
Laggiù, s'udì solo una luce che accendeva una piccola grotta, cosparsa
di freddo e di fieno, con un uomo e una donna. Era nato un bambino.
Così, semplicemente, come nascono tutti i bambini del mondo, in
silenzio, quasi di nascosto, senza fare rumore, senza tanto clamore.
Così, "al freddo e al gelo",
com'era nato quel bimbo in quella grotta
in quella notte, atteso e sofferto da sua mamma, come sono "attesi e
sofferti" i bambini di tutte le mamme del mondo.
Che meraviglia un
bambino! E' la vita stessa che dice Si in quel preciso istante, in
faccia al mondo intero. Non importa dove, non interessa un luogo, una
città, una culla, una mangiatoia. Serve solo un bambino, con una madre
e un padre. Solo questo conta! Forse, solo un poeta può comprendere un
bambino, può capire la vita che nasce, può intendere la "creazione"
dell'uomo. Né padri, né madri.
O forse i poeti sono solo le madri e i
patri, perché scrivono con la carne e il fiato "il più bel verso del
mondo", perché tracciano un cammino e segnano il respiro
dell'uomo. La
terra trema quando nasce anche un sol uomo.
Angelo Battiato