Nasce " La
casa di Josè", il nuovo e ambizioso progetto della
Cooperativa Sociale Etnos di Caltanissetta realizzato per il "dopo e
durante noi". Il progetto sperimentale prevede l'integrazione di
residenza comunitaria e inserimento lavorativo di ragazzi e adulti con
disabilità media o anche grave compatibile con lo svolgimento di
attività lavorative. La struttura residenziale, a pochi kilometri da
San Cataldo in provincia di Caltanissetta, è una villetta immersa nella
campagna siciliana e prevede la coabitazione di 10 giovani e adulti con
disabilità che intraprendono un percorso di autonomia e indipendenza
dal proprio nucleo familiare o che non hanno più i genitori in
vita. La titolazione della casa-famiglia a Josè si deve all'affettuoso
tributo voluto dal presidente della Cooperativa nissena - Fabio Ruvolo
- al papà degli attuali proprietari dell'immobile (Giuseppe
Andaloro recentemente scomparso), che commossi dalla destinazione d'uso
dell'immobile hanno mostrato molta disponibilità e compartecipazione
emotiva.
«La nostra idea del dopo e durante noi - afferma il presidente della
cooperativa nissena Fabio Ruvolo - declina, anche in questo ambito, una
idea che ha sempre ispirato le nostre azioni sul territorio. Crediamo
fermamente che il lavoro per ogni persona rappresenti una vera
opportunità di riscatto e inclusione. Nelle disabilità possiamo
confermare, ancor di più, che il lavoro rappresenta una delle forme più
evidenti di abilitazione e riabilitazione sociale».
Il modello del "dopo di noi" si basa su quattro pilastri essenziali: la
famiglia d'origine del ragazzo, l'impresa sociale, lo Stato e il
territorio che si deve far carico anche moralmente della problematica
della disabilità.
L'impresa sociale che autofinanzierà la struttura, permettendo ai
ragazzi di produrre dei beni di consumo sia alimentari che non, prevede
un' impresa agricola e laboratori di creazioni artigianali in
terracotta e ferro battuto oltre che un laboratorio di cucina
industriale per la formazione dei ragazzi che saranno inseriti nello
staff del primo risto-solidale d'Italia "Un Posto Tranquillo". La
struttura accoglierà sia ospiti residenti che "diurni" cioè ragazzi che
svolgeranno da esterni le attività previste dal progetto.
Per i componenti di questa "grande famiglia" ( siano essi residenti
stabilmente o con accesso diurno) la cooperativa ha predisposto un
percorso, iniziale e continuativo, di orientamento e formazione al
lavoro e successivo l'inserimento lavorativo.
E proprio il territorio è chiamato sin da ora a dare il proprio
contributo mediante una piccola raccolta fondi organizzata dalla
cooperativa, che si è già intestata il carico economico-finanziario più
oneroso, acquistando con un mutuo di 300mila euro l'immobile. Per la
restante parte utile per il cofinanziamento e l'avviamento della start
up dell'impresa sociale saranno coinvolte le associazione del
territorio, le imprese e i singoli cittadini.
E' possibile dare il proprio contributo mediante bonifico bancario su
Banca Prossima intestato a: Etnos soc. coop. sociale Causale: Donazione
la Casa di JosèIban: IT61 B033 5901 6001 0000 0140 469; Banco
Postaintestato a: Etnos soc. coop. sociale
Causale:Donazione la Casa di JosèIban: IT 03 I 07601 16700
001040890590 o mendiante paypal facendo riferimento alla e mail
info@equamente.eu Accedendo al sito www.laretedeldono.it cercando il
progetto la casa di Josè oppure semplicemente decidere di devolvere il
5xmille al progetto nella imminente dichiarazione dei redditi.
La raccolta fondi è anche destinata alla condivisione dell'idea e del
sentimento che la comunità possa, e debba, stringersi attorno a
queste famiglie e ai loro figli, che non saranno mai più soli. La
disabilità non può essere più vissuta dalle famiglie originarie come
"un problema da risolvere" in solitudine, soprattutto alla luce della
inevitabile morte dei genitori. Le diverse abilità sono un opportunità
di crescita, che riguarda tutti.
Lella Battiato Majorana