La notizia della
"sospensione" dal servizio della preside del Liceo
Regina Margherita di Torino, Marianeve Rossi, ha fatto il giro del web
ed è stata salutata come vittoria della protesta. "La lotta paga. ha dichiarato Igor Piotto,
segretario generale della Flc Scuola Piemonte. L'altissima
partecipazione allo sciopero ha dimostrato che la modalità autoritaria
di direzione scolastica è incompatibile con un'istituzione educativa".
Senza voler entrare in merito al fatto, non conoscendo i particolari
dell'evento, rimane ben salda la considerazione sul ruolo del dirigente
nella scuola di oggi. La sua funzione intreccia responsabilità
amministrative e di "datore di lavoro" senza esserlo, e la dimensione
educativa che sollecita ascolto, attenzione, dialogo e positiva
relazione all'interno della comunità scolastica.
Questi sono stati gli argomenti trattati nel seminario di studio,
promosso dal dipartimento di Scienze della formazione dell'Università
di Catania, con la guida della Prof.ssa Marinella Tomarchio.
In un'affollatissima aula di studenti e docenti che si preparano al
concorso per dirigenti si sono alternati i relatori che hanno
presentato il modello organizzativo dell'Educational Leadership negli USA (prof. Christopher Tienken) e la
dimensione della leadership distribuita che impegna il dirigente
scolastico nel dare identità e autonomia alla scuola che dirige.
La ricerca del prof. Giambattista
Bufalino ha, infatti, aperto un ventaglio di considerazioni che
presentano nuove prospettive per la dirigenza nella scuola
dell'autonomia che la Legge 107 prefigura, in un disegno non ancora ben
delineato.
Al centro del sistema resta sempre la scuola, gli studenti che
crescono, apprendono, acquisiscono e sviluppano nuove competenze e si
preparano ad essere "cittadini" e "lavoratori".
I molteplici compiti del dirigente che vanno dall'organizzazione degli
spazi, al clima di accoglienza e di relazione, dalle complesse norme
della sicurezza, alla gestione amministrativa delle risorse, lo rendono
quasi un "equilibrista " si diventa a volte anche "eroe" nel sapere
intrecciare e collegare le molteplici dimensioni connesse con il ruolo
e la funzione dirigenziale che si connota per lo stile efficace ed
efficiente che rendono "la scuola, un corpo vivo, presidio di
democrazia e di partecipazione" come ha affermato la prof.ssa Tomarchio.
Leader non si nasce, ma si diventa, e già la professione docente ha
tutte le caratteristiche per formare la "teacher leadership" che qualifica
il compito del docente educatore, che si prende cura dei suoi alunni,
li guida, li accompagna, li stimola e, sapendo "guardare tutti e osservare ciascuno"
diventa artefice di una costruttiva relazione educativa, garanzia per
un vero "successo formativo" e per un apprendimento efficace.
Nella tavola rotonda si sono intrecciati in maniera armonica gli
interventi dei proff. Gaetano
Bonetta, Cristiano Corsini, Roberta Piazza e Raffaella Strongoli.
La centralità pedagogica della scuola assegna alla leadership
dirigenziale una specifica connotazione di "leader educativo" che, come
disegnato dalla commissione europea deve possedere: coraggio,
ottimismo, realismo, coerenza, impegno, capacità di gestire le risorse
e risolvere i problemi e tanto "appetito di apprendimento".
Utilizzando le metafore che corredano la presentazione della leadership
all'immagine del castello che prevede un principe, un capitano, un
esercito di soldati, degli ordini da eseguire, si contrappone quella
dell'orchestra che rende i musicisti attori e protagonisti, il
direttore svolge la funzione di coordinamento ed è bello vedere anche
"orchestre senza direttore" e la responsabilità diffusa tra i
partecipanti diventa garanzia di successo.
Creare e sentirsi "azionisti" nell'impresa educativa della scuola
costituisce l'impegno primario del dirigente che guida una comunità
scolastica, complessa e variegata, dove i ruoli di ciascun componente
hanno sempre una connotazione educativa e si ricerca il miglior bene
dello studente che "cresce, diventa
uomo, apre i suoi occhi al vero e scopre la dimensione dei valori".
Giuseppe Adernò