Si discute (e
si litiga) sulle unioni civili, e sulla
genitorialità degli omosex, e sulle adozioni; si discute sulla
scuola e sull'istruzione, sui cervelli dei giovani in fuga, sui
contratti scaduti e non rinnovati, sui pendolari, sugli
esodati, e sui precari, sulla riforma incompleta e la
giustizia disattesa, e sulle reversibilità, sui vitalizi e le pensioni
d'oro; si discute sulle Province (che non ci sono), sui Comuni che
arrancano e le Regioni che sprecano, e sulle truffe
ai danni dello Stato; e si discute sulle terre del fuoco, e le
mafie, e l'evasione, e sugli appalti truccati, si discute;
e sulle banche da ristrutturare con i soldi
rubati ai risparmiatori.
E, poi, ancora, per non farci mancare nulla: sull'Ue mai
così divisa, e sui migranti disperati che chiedono asilo
cercando una terra in cui vivere in pace, sulle frontiere che si
chiudono, sui blitz mirati, sui bombardamenti in Libia e su
quelli in Siria, e si fanno statistiche, e si contano i morti:
strage silenziosa, 700 bimbi morti in mare nel 2015, morti
annegati più che raddoppiati, da 1.600 del 2014 a 3.200 nel 2015!
E' chiaro: non viviamo in un tempo facile, sicuro, di assodate
certezze.
Al contrario: ci troviamo a vivere in mezzo a una realtà complessa e,
spesso, contraddittoria e, tuttavia, stimolante, assai fertile di
problemi economici, di tensioni politiche e sociali, di inquietudini
esistenziali che non si possono ignorare, e con cui bisogna
confrontarsi, per forza, non essendo ammessa nessuna latitanza, o
acquiescenza morale, né civile. Certo, mi pare fuori
luogo in tanta dubbiezza di contesto un ottimismo ingenuo e
fanciullesco!
Meglio sarebbe discutere con un po' di pessimismo più
intelligente, più propositivo e fattivo!
Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com