13 novembre
2015: un venerdì di Passione per
Parigi. E un giorno di lutto e di dolore, e di sconfitta, per
tutto il mondo civile occidentale. Nessun altro simbolo, nessun segno,
se non quello della Croce,
dell'uomo crocifisso, può esprimere meglio - io
credo - in sintesi pregnante drammatica, e
crudele, l'enormità del male compiuto dai terroristi
islamici contro l'Uomo! Ora l'Europa piange e grida
vendetta, guerra totale contro l'Isis. Giusto; il male non
può restare impunito. Ma restiamo umani! E' questo il grido di papa
Francesco che scuote le nostre coscienze e ci induce a
riflettere, a non agire d'istinto! Non si
sparga altro sangue nel segno
giustificativo della vendetta,
bombardando le incolpevoli
popolazioni di inermi villaggi delle
città siriane, o irachene; né si uccidano donne
vecchi e bambini indiscriminatamente. Non si demonizzino in
blocco milioni e milioni di persone solo perché di fede diversa
dalla nostra. Il male non è la Siria o l'Iraq, non è il Corano ma il
Jihad terrorista!
E' questa ideologia di morte che bisogna annientare! Perché,
diciamocelo in faccia chiaramente, senza ipocrisie: tutti oggi
compunti e pronti noi europei siamo a piangere
i nostri morti e a temere per la vita dei nostri cari, e a difendere i
nostri valori di libertà e di democrazia ma siamo sicuri di
essere poi del tutto incolpevoli ed estranei ai fatti accaduti in
Francia? Abbiamo forse pianto, noi europei, le migliaia di
morti di bambini di donne e di vecchi iracheni e
siriani ecc, ecc., dilaniati e fatti saltare in aria,
o mutilati dai bombardieri americani, francesi, inglesi, ecc. ecc.?
Dagli anni '90 in poi, quale politica di pace e di cooperazione
solidale l'Occidente, - con i suoi alleati -, ha
promosso, e lealmente perseguito nel confronti e a favore
delle popolazioni più emarginate e sfruttate, e
povere, del Medio Oriente, e dell'Africa? Quale lotta
a protezione della libertà e della giustizia contro certi
regimi coercitivi e dittatoriali del mondo arabo? Se,
oggi, molti editorialisti dicono, con la saccenteria
disonesta propria dei veggenti in ritardo di
comodo, che gli attacchi dei terroristi
kamikaze islamici erano prevedibili, che bisognava aspettarseli;
se oggi si condannano, post eventum!, - gli intrighi perversi che
da tempo intrecciavano ( e tuttora intrecciano indisturbate),
le diplomazie politiche internazionali dei cosiddetti
Grandi della Terra con i magnati della industria bellica,
con le frange retrive e inaffidabili dell'islamismo
fondamentalista per fare affari e per difendere
interessi di grandi petrolieri, di emirati arabi corrotti, della
grande finanza mondiale, di cinici potentati economici, e
di lobbie di vario genere che si arricchiscono giorno
dopo giorno col traffico in nero delle armi e del
petrolio; se, oggi, si sa con certezza che l'Isis
disponeva (e dispone tuttavia) di un esercito, di risorse
finanziarie enormi, e che godeva (e gode
tuttora) di coperture e di favori economici e politici
insospettabili da parte di certi paesi d'Occidente, che a parole
lo combattono ma nei fatti lo foraggiano, come si fa a non
piangere anche i morti di quell'altra parte di mondo che non è il
nostro ma che pure è fatto di uomini come noi che abbiamo pure
tradito?
Allora, è giusto: l'Isis va combattuto e sconfitto. Ma, per favore,
restiamo umani con gli innocenti.
Perché il Papa, ancora una volta, ha ragione.
Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com