Tante cose stanno
cambiando. E' lo spirito del tempo, lo
Zeitgeist, - come lo chiamano i tedeschi, - che avanza così in
fretta, che a volte ci dimentichiamo di come il cambiamento sia
in se stesso un fenomeno reale. I mores cambiano, e con
essi anche il nostro sistema etico si va strutturando in maniera
conforme al tempo attuale, si va, per così dire,
sincronizzando con le esigenze e i problemi reali
pratici e concreti delle persone. Nessuno può negare
che di strada dal medioevo a oggi l'umanità ne abbia
fatta, e la tendenza progressiva è inequivocabile. Oggi, e
questo è il fatto che più misteriosamente stupisce, a trovarsi
sincronizzata con lo spirito dei tempi è la chiesa della
misericordia predicata da Bergoglio, il cui
ministerio appare un evento di assoluta avanguardia
per la sua grande apertura mentale dimostrata su certi temi
sensibili, rispetto a certa chiusura ideologica gretta
e a certo arzigogolare vano e ridicolo che sugli stessi
temi mostrano di avere certi cosiddetti
laici progressisti politici di destra e di sinistra, e di centro!
Parola spiazzante quella del Papa per tutti i buonpensanti di ogni
tempo antico e anche per tanti monsignori e preti del tempo presente.
Questo papa scandalizza perché non ha una visione
integralista della religione, perché vuole dialogare con tutti, anche
con i non cattolici e i non cristiani? Perché non demonizza i gay, i
divorziati che chiedono la comunione, o perché presta
ascolto alle coppie di fatto che lottano per
avere riconosciuti i propri diritti civili? O perché
dà spazio anche per una nuova apertura per i divorziati
risposati? La Chiesa - ci ricorda papa
Francesco - "non punta il dito per giudicare gli altri, ma,
fedele alla sua natura di madre, si sente in dovere di cercare e curare
le coppie ferite con l'olio dell'accoglienza e della misericordia; di
essere 'ospedale da campo', con le porte aperte ad accogliere chiunque
bussa chiedendo aiuto e sostegno; di uscire dal proprio recinto verso
gli altri con amore vero, per camminare con l'umanità ferita, per
includerla". Se queste parole scandalizzano, io sono per lo scandalo.
Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com