Nel primo articolo originario del DDL, come è stato più volte evidenziato, mancava del tutto il termine “educazione” , nel nuovo testo approvato si evince una radicale differenza e si parla infatti, di “profilo educativo”, “educazione alla cittadinanza” ed “educazione permanente”.
FINALITÀ |
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Art. 1. |
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1. La presente legge disciplina l'autonomia delle istituzioni scolastiche, anche in relazione alla dotazione finanziaria, allo scopo di garantire la massima flessibilità, diversificazione, efficienza ed efficacia del servizio scolastico, nonché all'integrazione e al miglior utilizzo delle risorse e delle strutture, all'introduzione di tecnologie innovative e al coordinamento con il contesto territoriale. In tale ambito, l'istituzione scolastica effettua la programmazione triennale dell'offerta formativa per il potenziamento della conoscenza e delle competenze degli studenti e per l'apertura della comunità scolastica al territorio. |
1. Al fine di
innalzare i livelli d’istruzione e le competenze delle studentesse e
degli studenti, di contrastare le diseguaglianze socio-culturali e
territoriali, di prevenire e recuperare l’abbandono e la dispersione
scolastica, di affermare il ruolo della scuola nella società della
conoscenza, di costruire curricoli coerenti con i nuovi stili di
apprendimento, in coerenza con il profilo
educativo culturale e professionale degli ordini di scuola, di realizzare una scuola aperta, quale
laboratorio permanente di ricerca, sperimentazione e innovazione
didattica, di partecipazione e di educazione
alla cittadinanza attiva, di
garantire il diritto allo studio e pari opportunità di successo
formativo per gli studenti ed educazione
permanente per tutti i cittadini,
la presente legge dà piena attuazione all’autonomia delle istituzioni
scolastiche di cui all’articolo 21 della legge 15 marzo 1997, n. 59,
anche in relazione alla dotazione finanziaria. |
Certamente non sono le parole che modificano una legge, o fanno cambiare idea, ma l’esplicitazione intenzionale di avviare un nuovo percorso di educazione e formazione in maniera organica e completa offre positive garanzie. Sarà, poi, cura degli operatori rendere dare concretezza alle parole scritte.
I diversi quadri con i titoli degli articoli approvati costituiscono le formelle di un mosaico che man pano prende forma e, smussati gli spigoli e le espressioni pesanti, si comincia ad intravedere il disegno di una scuola che potrà meglio rispondere alle esigenze dell’oggi.
La progettazione triennale, l’organico funzionale e quindi maggior numero di posti di docenti e assorbimento dalle graduatorie ad esaurimento, l’uso delle nuove tecnologie nella didattica, l’alternanza scuola-lavoro, che contribuisce al curriculum dello studente, l’interazione con il territorio e quindi un’autonomia scolastica agita, sono tutti segni di positività che meritano attenzione e quindi applicazione.
Fra qualche anno si vedrà se le cose nuove hanno apportato buoni frutti, ma è bene provare e non stare fermi e ancorati al passato di una tradizione che non ha dato sempre efficaci risultati.
Nell’art. 12 si assicurano ai docenti 500 euro da spendere per la formazione e aggiornamento personale, è certamente un semplice e modesto contributo che va interpretato come segno di attenzione per i docenti.
Come ha affermato il sottosegretario Gabriele Toccafondi con l’art.19 viene riconosciuta la libertà di scelta dei genitori, dando più forza alle scuole paritarie e non ai diplomifici, mediante la detrazione fiscale fino a 400 euro di retta l'anno con un risparmio, per le famiglie, di circa 80 euro ad alunno delle scuole primarie e di primo grado.
Autonomia, responsabilità, valutazione, merito: sono alcune delle parole chiave con le quali si può descrivere il progetto del governo in materia d’istruzione. Un governo che finalmente ha rimesso al centro la scuola. E rimettendo al centro la scuola, ha puntato direttamente al futuro. È un cambiamento rivoluzionario. Perché è un cambiamento di prospettiva e in prospettiva. Un atto di fiducia nella scuola e nel domani. Alcuni sostengono sia un azzardo, ma la fiducia comporta sempre dei rischi. Ci vuole coraggio. E a noi, come anche alla maggior parte di dirigenti scolastici, insegnanti e studenti, non manca.
g.aderno@alice.it