Intollerabili i tagli
previsti dall’ultima legge di stabilità, l’eliminazione delle supplenze
brevi sotto i sette giorni per assistenti tecnici, amministrativi,
collaboratori scolastici, le ipotesi di passaggio di ruolo del
personale in esubero delle province, il silenzio sul piano di
assunzione, il mancato pagamento degli scatti.
Il personale non docente è il grande assente ne “La Buona Scuola” di
Matteo Renzi. Neanche un cenno, infatti, è stato destinato agli Ata dal
premier domenica scorsa, nel suo discorso di 45 minuti sul progetto di
riforma della scuola. Anief non ci sta.
Già la legge n 190/2014 (c. 4 art. 1) prevedeva originariamente un
piano di assunzioni riservato solo al personale docente, poi esteso -
grazie all’intervento dell’Anief - genericamente al personale della
scuola.
Estromettendolo da questo piano, il Governo disattende un preciso
ordine del giorno, approvato come raccomandazione su richiesta dell’On.
Currò, sull’assunzione del personale Ata. E che dire dei tagli previsti
dai commi 328-353? Dal 1° settembre prossimo saranno cancellati 2.020
posti in organico di diritto, niente più supplenze brevi al personale
tecnico e amministrativo - cosa che porterà le segreteria delle scuole
nel Caos - niente più supplenze sotto i 7 giorni ai collaboratori
scolastici - cosa che farà perdere a molte scuole diversi giorni di
apertura. E tutto ciò per favorire la digitalizzazione delle segreterie
o il transito del personale licenziato dalle province.
I sindacati oggi rappresentativi non fanno nulla per gli Ata da anni:
nulla nel 2006, quando il 50% di essi lavorava da precario; nulla tra
il 2009 e il 2011, quando è stato cancellato 1/3 dell’organico di
diritto, affidato erroneamente dallo Stato in organico di fatto con
supplenze al 30 giugno che dovevano essere attribuite al 31 agosto. E
non sta facendo nulla oggi, nonostante sia ancora attiva una procedura
di infrazione da parte della Commissione europea a carico dello Stato
italiano.
Per non parlare, infine, del male comune a tutti i precari della
scuola, ovvero il mancato pagamento degli scatti di anzianità previsto
dalla contrattazione collettiva, che impedisce la parità di trattamento
tra personale precario e di ruolo. Scatti, peraltro, cancellati a
Trento da CGIL-FLP CISL, UIL, ANTES anche per il personale di ruolo. E
non possiamo dimenticare, infine, la perdita del primo gradino
stipendiale per i neo-assunti dal 2011.
Queste sono tutte le ragioni che hanno portato Anief a proclamare lo
stato di agitazione del personale Ata a tempo determinato; personale
che il nostro sindacato ha voluto candidare nelle sue liste per le
elezioni Rsu che si svolgeranno dal 3 al 5 marzo 2015.
In caso di fallimento del tentativo di conciliazione, Anief é pronta a
proclamare uno sciopero generale del personale Ata precario al fine di
tutelarne i posti, gli stipendi e la dignità professionale.
Anief.org