Il piano
straordinario di assunzioni predisposto dal Governo Renzi risulta
senz’altro essere molto ambizioso e di sicuro impatto nell’annosa
questione della risoluzione della problematica legata al precariato
docente. D’altra parte, tale piano, può certamente essere considerato
una sorta di risposta preventiva alla sentenza che la Corte di
giustizia Europea si appresta a pronunciare entro la fine del mese di
novembre ( vedi anche pagg 36 e 37 del documento “la buona scuola” ) e
quindi bene sarebbe cercare di mettere in atto tutte le procedure atte
a facilitare la stabilizzazione del precariato in linea con le
direttive europee.
Giustamente, il Governo, intende, al fine di raggiungere l’obiettivo
proposto, eliminare la distinzione tra organico di diritto e organico
di fatto ( pag 22 ) che in questi ultimi 20 anni ha, di fatto,
costituito il principale ostacolo alla stabilizzazione del precariato.
Ovviamente occorrerà avviare un procedimento normativo per cambiare la
legislazione attuale.
Altra modifica normativa da attuare, sarà quella legata alla modalità
di assegnazione delle nomine in ruolo che attualmente viene equamente
suddivisa tra concorso ordinario e GAE.
Il Governo ha così suddiviso la distribuzione delle tipologie dei posti
utili all’assunzione dei precari (pagg. 22,23,24 )
– 50.000 per la copertura di cattedre
– 18.800 per ampliamento dell’offerta formativa ( educazione fisica,
musicale ed artistica )
– 60.000 per la scuola primaria ( organico funzionale )
– 20.000 per la scuola secondaria ( organico dell’autonomia )
Se per la scuola primaria è di facile comprensione come potrebbe essere
utilizzato l’organico funzionale ( aumento tempo pieno, compresenze,
sostituzioni ecc ), meno evidente appare l’attuazione del piano di
assunzioni per la scuola secondaria.
Ovviamente, con l’organico funzionale, ogni istituzione scolastica sarà
maggiormente responsabilizzata e ogni collegio docenti sarà chiamato a
progettare una scuola molto più dinamica e “autonoma” di quella attuale.
Occorre quindi mettere in atto delle procedure semplici e pratiche al
fine di agevolare la gestione di tutte le novità derivanti da questa
maggiore responsabilità.
In particolare, occorre dare flessibilità gestionale delle risorse che
devono essere certe ed assegnate per tempo in modo da poter avviare una
programmazione pluriennale indispensabile per il miglioramento
qualitativo della didattica.
Per questo motivo, la scrivente organizzazione sindacale, propone di
evitare qualsivoglia distinzione formale tra docenti titolari su
“organico di cattedra” e docenti titolari su “organico dell’autonomia”.
Se così non fosse si rischierebbe, ad esempio, di non poter gestire in
maniera adeguata le eventuali supplenze temporanee che si
presenteranno. Infatti, se in una scuola non ci fosse nessun docente di
matematica sull’organico dell’autonomia ( è impossibile immaginare che
ogni scuola avrà un docente per ogni tipologia), una classe
rischierebbe di perdere diverse ore di tale materia per mancanza totale
di disponibilità o la scuola sarebbe costretta a nominare un supplente
di matematica con evidente necessità di dover richiedere fondi
aggiuntivi.
Di più facile gestione risulterebbe invece una situazione in cui ogni
docente ( o una buona parte ) avesse all’interno del suo monte ore
settimanale, una parte di ore “cattedra” ( 14-16 ore ) e una parte
destinata al funzionamento della scuola.
Per quanto concerne invece l’assunzione vera e propria, tale processo
rischia di presentare diverse complicazioni, specialmente in regioni
come il Piemonte, dove già adesso le GAE di alcune classi di concorso
risultano essere vuote o con pochi candidati al pari di quelle del
concorso ordinario ( 59/A, 33/A sostegno per tutti gli ordini di scuola
).
Sarà necessario quindi che il processo di assunzioni debba prevedere
una fase nazionale o perlomeno trans-regionale.
Sarebbe opportuno quindi ragionare su quali possano essere le soluzioni
più idonee e introdurre dei criteri di priorità tra mobilità
professionale su classi di concorso affini e tra mobilità territoriale.
A titolo di esempio, la classe di concorso 59/A non presenta nessun
candidato in GAE a livello regionale e gli elenchi dell’ordinario sono
andati esauriti ad inizio anno. Parimenti però, le classi di concorso
affini ( 47 e 49 e soprattutto la 60) hanno ancora diversi candidati
presenti nelle varie graduatorie del Piemonte.
A parere della Gilda, prima di procedere all’assegnazione dei posti
sulla 59/A a candidati di altra regione, sarebbe opportuno procedere a
livello provinciale attingendo da classi di concorso affini e, solo in
seguito, andare ad attingere da un’eventuale graduatoria nazionale o
trans-regionale.
Lo stesso dicasi per il sostegno. La nostra regione presenta molti
posti che sono assegnati a docenti privi di titolo. Anche in questo
caso, a parere della Gilda, si dovrebbe procedere prioritariamente alla
nomina di docenti iscritti nelle attuali GAE provinciali.
Chiaramente ciò significa che occorre partire quanto prima con un piano
di formazione professionale per consentire ai docenti di acquisire il
titolo di specializzazione necessario per accedere ai ruoli su posti di
sostegno.
Altro aspetto da considerare, riguarda i docenti delle GAE su classi di
concorso di tipologia C ( gli ITP ). Non mi sembra che ci sia nulla di
specifico nelle linee guida che li riguardi direttamente. Tali classi
di concorso, inoltre, presentano già allo stato attuale diversi docenti
in esubero e quindi sarebbe opportuno predisporre una soluzione che li
riguardi direttamente.
In questi anni e, ancor più in quelli futuri, l’utilizzo delle nuove
tecnologie hanno avuto un’importanza sempre maggiore. Gli ITP, è
notorio, operano soltanto nelle scuole secondarie di II grado ( e
nemmeno in tutti gli indirizzi ) al pari della figura degli assistenti
tecnici.
Per la scuola primaria e per la scuola secondaria di I grado invece,
queste due figure professionali sono totalmente assenti con il
risultato che spesso tali istituzioni scolastiche si vedono costrette a
rivolgersi presso ditte esterne se vogliono dotarsi di nuove tecnologie
informatiche.
La Gilda propone quindi di utilizzare i docenti delle tabelle C anche
in questi ordini di scuola.
E’ da sottolineare un altro tipo di criticità che interessa
particolarmente la nostra regione: il cospicuo numero di cattedre
coperte da docenti di II e di III fascia.
Il piano di assunzioni proposto dal Governo sembra escludere totalmente
questa tipologia di docenti riservando ai docenti abilitati la sola
possibilità di superare un futuro concorso ordinario e l’accesso
all’unica fascia delle graduatorie di istituto che rimarrà in piedi sin
dal prossimo anno. Per quelli di III fascia viene preclusa anche questa
possibile ancora di salvezza.
Se ragioniamo però in un’ottica di normativa europea e di una sentenza
che potrebbe consentire future ulteriori azioni giudiziarie, la Gilda
ritiene che sia opportuno predisporre delle soluzioni alternative che
vadano incontro a tutti coloro che hanno i requisiti previsti dalle
direttive europee sui contratti a termini.
In particolare per i docenti di II fascia ( con i requisiti delle norme
europee e quindi con almeno 3-4 anni di servizio ) potrebbe essere
un’idea estendere anche a loro la possibilità di accesso alle nomine in
ruolo istituendo una sorta di fascia aggiuntiva alle GAE attuali almeno
per quelle classi di concorso esaurite.
In alternativa, si potrebbe istituire una sorta di graduatoria
regionale di abilitati con almeno 3-4 anni di servizio da utilizzare
nel prossimo triennio utilizzando una parte dei 40.000 posti a ruolo
previsti dal turn-over.
Parimenti, diversi docenti di III fascia d’istituto della nostra
regione, possiedono, pur non essendo abilitati, il requisito dei 3-4
anni di servizio.
Per loro il piano non prevede nulla e non potranno nemmeno accedere
alle residue e minime possibilità di supplenza che verranno assegnate
sulla base delle prossime graduatorie di istituto.
La Gilda ritiene che, in virtù del numero rilevante ma non abnorme di
questi docenti e del fatto che anche essi hanno contribuito, in questi
anni, ad un regolare svolgimento delle attività scolastiche, non ci
sarebbe nulla di scandaloso se si procedesse a definire per questi
docenti di III fascia ( sempre che abbiano i requisiti dei 3-4 anni di
servizio ) un percorso agevolato per il raggiungimento
dell’abilitazione. Ad esempio si potrebbe consentir loro di accedere
direttamente al periodo di tirocinio previsto dalle linee guida della
buona scuola ( pag 41 ).
Prof.Antonio Antonazzo - Segretario
Provinciale della Gilda di Cuneo