Una noterella. 22
settembre 2014, leggo a pagina 3 de La
Sicilia: Crocetta : "... Cracolici mi odia".
La parola odio in bocca a un politico, non s'addice. Non dovrebbe
neppure esistere. Per un vero politico dovrebbe
essere impronunciabile. Non c'è un nemico da abbattere in politica, ma
un avversario con cui confrontarsi; la politica non è guerra ma
mediazione di conflitti di interessi, che vanno armonizzati
attraverso una dialettica democratica, aperta e sincera con
l'Altro. Dispiace dirlo, ma il Presidente della Regione si
è espresso in maniera infelice, suo malgrado, nei confronti
di un collega. L'odio è passione distruttiva che nasce da una matrice
inconscia che si apparenta, ahimè, con il narcisismo più
radicale, con "l'amore suicidario dell'Io per la propria
immagine". Che Crocetta abbia una così alta considerazione di sé
, della propria immagine, al punto tale che, paranoicamente, vede
nell'avversario politico un nemico tanto pericoloso da doversene
disfare? Che il suo "Io" sia tanto "autocentrato", da non
ammettere nessun dibattito democratico, parlamentare? Che sia la sua
una forma di incapacità di soggettivare il conflitto? di non saper
tradurre simbolicamente la violenza? di non sapere organizzare una
possibile dialettica parlamentare? Noi ci auguriamo di no. Noi vogliamo
credere che esiste il pluralismo delle idee, la diversità delle
posizioni ideologiche, e dei desideri di ognuno di noi; e crediamo,
perciò, che un vero uomo politico debba avere una concezione
pluralista e democratica della propria soggettività. In caso contrario
, dobbiamo ammettere che la politica è ammalata. E gravemente!
Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com