I licei
"brevi" lanciati dall'ex ministro Maria Chiara Carrozza sono
illegittimi. Lo ha stabilito la terza sezione bis del Tar Lazio che lo
scorso 16 settembre si è pronunciata su un ricorso presentato dalla Flc
Cgil nei mesi scorsi. Nel 2013, il ministro Carrozza autorizza quattro
scuole statali - il Liceo ginnasio statale Quinto Orazio Flacco di
Bari, l'istituto superiore Ettore Maiorana di Brindisi, l'istituto
tecnico economico Enrico Tosi di Busto Arsizio e l'istituto superiore
Carlo Anti di Verona - a sperimentare l'abbreviazione il percorso
scolastico da cinque a quattro anni.
In precedenza, altri tre istituti paritari avevano ottenuto l'ok dal
ministero per abbreviare il liceo: il collegio San Carlo di Milano, il
Guido Carli di Brescia e l'istituto Olga Fiorini di Busto Arsizio. La
sperimentazione nelle scuole statali è partita a settembre, ma adesso
arriva il parere dei giudici amministrativi che annullano i decreti -
902 e 904 relativi alle sole scuole statali - con i quali viale
Trastevere ha accolto le richieste dell'innovazione didattica che
intenderebbe avvicinare l'Italia a quei paesi europei in cui la scuola
superiore dura 4 anni. Il collegio presieduto da Pierina Biancofiore
accoglie i rilievi opposti dalla Flc Cgil.
Sono tre, secondo il sindacato di via Leopoldo Serra, i rilievi del
Tar: "è stato riconosciuta la illegittimità formale dei provvedimenti
adottati, in assenza del prescritto parere del Cnpi", "tale assenza ha
fatto sì che i decreti non fossero motivati sotto il profilo della
necessità della riduzione di un anno della durata dell'anno legale di
studi, anche con riferimento al DPR 275/99 sull'autonomia scolastica"
ed "è stato ritenuto fondato il timore rappresentato dalla Flc di una
evidente disparità di trattamento con coloro che effettuano il corso di
studi quinquennale, come si è verificato in occasione di altre
sperimentazioni".
Il Cnpi (il Consiglio nazionale della pubblica istruzione) venne
abolito a partire dal primo gennaio 2013. Ma, secondo il Testo unico
sulla scuola, per avviare una sperimentazione come quella di ridurre di
un anno il percorso della secondaria di secondo grado occorre
richiedere il parere al Cnpi. Un vuoto normativo che il governo Renzi
avrebbe voluto sanare con un emendamento al decreto-legge sulla
Pubblica amministrazione che abolisce il Cnpi, facendo salvi tutti i
provvedimenti emanati anche in assenza del prescritto parere.
Provvedimento che al posto del più importante organo collegiale della
scuola italiana introduce il Cspi - il Consiglio superiore della
pubblica istruzione - che deve essere elettro entro il 31 dicembre
2014. Ma i giudici del Tar non hanno voluto sentire ragioni condannando
ugualmente il ministero e annullando i decreti sui quattro licei brevi
statali.
Il Miur ha annunciato che farà ricorso al Consiglio di Stato. "Il
decreto legge 90 del 2014 spiega che il parere del Consiglio nazionale
della pubblica istruzione non è dovuto", dicono al ministero
dell'Istruzione, "dal 1999 le scuole possono attivare progetti
innovativi che incidono sulla durata degli ordinamenti. Nessuna
disparità di trattamento, i percorsi sperimentali vanno avanti".
Salvo Intravaia - Repubblica.it