Mi piacerebbe vedere
all’orizzonte positivi segnali di cambiamento nella scuola, ma la
situazione, invece, mi sembra, al di là dei proclami, in continuo
peggioramento. Come sempre, il nuovo anno scolastico inizia nella più
assoluta incertezza organizzativa. Molti docenti sono ancora da
nominare e verosimilmente passeranno ancora altre settimane per
garantire la piena operatività dell’orario scolastico. In molte scuole
mancano i Dirigenti Scolastici perché non si fanno i concorsi per
risparmiare. I reggenti sono stati nominati con enorme ritardo, a
settembre inoltrato, e non possono reggere l’enorme mole di lavoro
assegnato, con il rischio di svolgere un cattivo lavoro sia nella
scuola di titolarità sia negli Istituti dove sono nominati reggenti.
Da diversi anni a questa parte assistiamo all’orribile trucchetto
dell’enorme discordanza tra l’organico di diritto e quello di fatto. In
sostanza succede questo: il ministero sa benissimo che per far
funzionare le scuole in maniera ordinata ha bisogno di un numero x di
docenti. Al fine di risparmiare ne assume però un numero y molto
inferiore. Poi durante il corso dell’anno assume i supplenti a tempo
determinato (precari). Questa pratica è scorretta sotto ogni punto di
vista. Crea incertezza nelle scuole, classi pollaio, impossibilità di
garantire la continuità didattica, disservizi nelle scuole e valzer
d’insegnanti nel corso dello stesso anno scolastico. Succede anche che
i supplenti, anziché essere nominati entro il giorno d’inizio delle
attività didattiche vengono nominati in periodi successivi (a settembre
inoltrato, ma a volte anche ad ottobre ed anche a novembre).
È così difficile stabilire per legge che entro il primo di settembre si
deve avere l’organico provinciale al completo per garantire il pieno
diritto allo studio dei nostri ragazzi?
Nel sostegno la situazione è ancora peggiore. Assistiamo ogni anno a
tagli indiscriminati. Agli alunni disabili sono continuamente ridotte
le ore di sostegno in barba alle leggi e ai diritti costituzionalmente
garantiti. Quando le famiglie si rivolgono alle Istituzioni, prende via
la gara dello scaricabarile e del rimpallo delle responsabilità tra i
Dirigenti Scolastici, l’Ufficio Scolastico Provinciale e l’Ufficio
Scolastico Regionale. Il risultato è che le famiglie si ritrovano
nell’indifferenza generale, a cozzare contro un muro di gomma
burocratico, gestionale. Molte famiglie di fronte a questo stato di
cose si arrendono e rinunciano a veder riconosciuto un diritto
costituzionale. Altre famiglie che rifiutano di arrendersi, si vedono
costrette a ricorrere a proprie spese ai Tribunali. Alla fine questo
diritto è puntualmente riconosciuto e gli uffici sono condannati a
pagare le spese e il danno subito dalla famiglia per la mancata
possibilità di veder riconosciuto il diritto alla frequenza scolastica.
In questo modo si provoca un danno erariale che ricade sulle spalle dei
contribuenti tutti e non sulle tasche dei burocrati che hanno creato il
problema. A questo punto nella più ottimistica delle ipotesi siamo
arrivati al mese di dicembre e il danno prodotto non è comunque
recuperabile. Faccio anche quest’altra considerazione, a parità di
disagi si creano diversamente abili di serie A, che possono permettersi
di anticipare le spese legali e che vedono riconosciuto un diritto; e
diversamente abili di serie B, che non possono ricorrere al tribunale e
che quindi non ottengono il riconoscimento dei diritti garantiti dalla
Legge. In questo modo si produce un’insopportabile ingiustizia nei
confronti delle categorie più deboli.
Spero fermamente che "la buona scuola" proclamata negli annunci del
governo si trasformi realmente in un miglioramento della situazione
attuale, a cominciare dalla promessa dell’assunzione dei 150.000
precari.
Auguro a tutti un buon anno scolastico
Liborio Calì