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Riforma: Primo giorno di scuola con sciopero. Inaccettabile il progetto Renzi-Giannini: l'Unicobas conferma lo sciopero della scuola per mercoledì 17 settembre 2014

Sindacati
Inaccettabile il progetto Renzi-Giannini: l’Unicobas conferma lo sciopero della scuola per mercoledì 17 settembre, primo giorno nel quale saranno aperte tutte le scuole del paese, con manifestazione dalla mattina sotto il ministero dell’istruzione.
Renzi vuol sapere cosa pensa la scuola del suo progetto? Non c'è bisogno di arrivare a fine anno: verifichi bene i dati dello sciopero del 17 Settembre. Operazioni discrezionali invece degli automatismi d'anzianità ed eliminazione dei precari. Valutazioni di docenti ed Ata e differenziazioni stipendiali operate dai dirigenti (contratto 'flessibile'), anche attraverso l’incrocio con i risultati dei vergognosi test INVALSI.

Questo, per Renzi, sarebbe la "vera autonomia" e la "valutazione dei risultati". Poi ci sono la sparizione delle graduatorie di istituto e la sparizione (fisica) dei precari (supplenze e sostituzioni le dovrebbero fare gli insegnanti stabili). Vengono confermate le 'parole in libertà' espresse a Luglio dal sottosegretario Reggi. Quello che si 'scusò' per le ‘parole mal meditate’ e di ‘non aver mai sostenuto di voler aumentare l’orario dei docenti’, non mancando poi di ribadire che ‘le supplenze le dovranno essere destinate al personale di ruolo’. Ebbene, come si può sostenere un progetto del genere senza un aumento d’orario per i docenti stabilizzati? Come potrebbero ‘fare le supplenze’ senza alzare l’orario di cattedra? Ulteriore demagogia, come la prima boutade di Renzi sui 3,5 miliardi di euro per ristrutturare gli istituti, per l’80% non a norma, ridottasi all’impiego di 150 milioni (stanziati da Letta) per appalti impropriamente scaricati sulle scuole (anziché sui comuni), che non apriranno prima dell’estate 2015. È così che Renzi pensa di "tranquillizzare le famiglie", costrette a trattenere il fiato quando mandano a scuola i propri figli perché l'80% degli edifici scolastici non è a norma (il nostro Paese dal 1990 ha stabilizzato un regime di propogatio sulle norme delle Leggi 626 ed 81)? Vergognosa (ma molto indicativa) poi la bagarre sui pensionamenti di quella ‘quota ‘96’, eredità di uno dei tanti errori di Monti-Fornero, ‘errori’ riconosciuti ma mai corretti solo per risparmiare 40 milioni (altro che 'grandi investimenti per la scuola').

L'UNICOBAS CONFERMA LO SCIOPERO PER IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA. La scuola italiana apre secondo le indicazioni dei calendari regionali. Il 17 Settembre le lezioni prendono il via nelle due regioni che iniziano più tardi (Puglie e Sicilia). Nel resto del Paese avranno inizio dall’11 al 15 Settembre (tranne per il Trentino che apre l’8). Il 17 Settembre tutte le scuole italiane saranno contemporaneamente al lavoro, e sarà il primo giorno di sciopero dell’anno. Un segnale forte contro la schizofrenia del Governo, fatta di annunci ‘fattivi’ clamorosamente disattesi e proposte irricevibili ‘avanzate’, ritrattate ed infine rilanciate senza vergogna.

'MERITO'. Renzi parla di "Premiare l’impegno" e di "carriera dei docenti". Ma in realtà di tratta di ASSUNZIONE DIRETTA di DOCENTI ED ATA da parte dei dirigenti scolastici, come nelle scuole private. A questo servirebbe il suo "Organico Funzionale". L'horror vacui di limbo per 'tappabuchi' 'sospesi' dal quale 'pescare'.
Basta leggere: "E poi la possibilità di schierare la 'squadra' con cui giocare la partita dell’istruzione" ... di modo che (il dirigente-manager) possa "chiamare i docenti che riterrà più adatti per portare avanti il proprio piano dell’offerta formativa".
A seguire c'è il "Criterio del merito per l’avanzamento e per la definizione degli scatti stipendiali", ovvero l'eliminazione degli automatismi d'anzianità, già sterilizzati su 6 o 7 anni dal 1990 (quando erano biennali), e più volte bloccati.
Ma lo sa Renzi che gli 'scatti' sono presenti in tutto il mondo, perché tutti sanno che ad insegnare s'impara soprattutto insegnando, persino nel Paese più liberista del mondo, la Svizzera, che non fornisce automatismi d'anzianità neppure a magistrati e militari di carriera, come fa l'Italia?
Lo sa Renzi che, a causa del Dlvo 29/1993, per legge, tutto quello che viene dato alla scuola (contratto a parte) deve andare nel capitolato 'fondo di istituto', 'aumenti di merito' compresi?
Lo sa che, stante l'attuale legislazione, e gli attuali stanziamenti, anche gli 'scatti' per 'merito' andrebbero a gravare sul fondo di istituto, già assottigliato in modo vergognoso: quello che rende possibili tutte quelle attività aggiuntive di cui parlano le 'Linee guida' a proposito di ampliamento dell'offerta formativa, e non potrebbero essere altro che delle 'mance'?
Renzi, in realtà, vorrebbe introdurre il 'cottimismo' nella scuola (quantità e nessuna qualità), assegnando qualche euro in più a chi si piega a trasformarsi appunto in 'tappabuchi' coprendo le supplenze, in linea con quanto vengono pagate oggi: 11 euro l'ora! Pensa che a questo aspirino "2 insegnanti su 3"?

ORGANICO DI FATTO E DIRITTO ed ORGANICO POTENZIATO. Fra organico di fatto e diritto chiediamo l'unificazione dal 1990. Anche dell'organico potenziato chiediamo dal 1990 l'istituzione (in attuazione, peraltro, della L. 270/1982, che stabiliva un 5% in più sugli organici, rimasta inevasa con i successivi tagli di bilancio). Ma non è possibile crearlo coprendo nel 2015 al massimo il turn-over e senza il ripristino dei posti (150.000) tagliati dalla controriforma Gelmini (che andrebbe abrogata mentre Renzi non la 'sfiora' neppure), la quale ha contribuito a far crescere in modo esponenziale il numero di quelle cattedre che, invece di andare ad assunzioni, sono state affidate ai precari.

C'è un'evidente contraddizione: Renzi calcola solo le necessità d'organico legate alla copertura 'standard' delle classi. Allora non ha capito che non potrà creare nessun organico potenziato, perché per farlo dovrebbe invece assumere una percentuale fissa di docenti in più per far fronte, come dice: "al recupero, allo sviluppo delle eccellenze ... dalla programmazione del fabbisogno scolastico alla gestione delle supplenze, dall'aumento del tempo scuola, alla gestione dei progetti, nonché all'ampliamento dell'offerta formativa". Dove sarebbe infatti questo "contingente stabile di docenti per coprire, tra le altre esigenze, la maggior parte delle supplenze brevi" se devono anche "ampliare l'offerta formativa e svolgere le tante attività complementari alle lezioni in classe"? Renzi poi inserisce fra questi elementi persino il 'sostegno ai ragazzi diversamente abili'. Due le cose: o non sa che per questo esistono gli insegnanti di sostegno, o li vuole abolire, inserendo anche l'integrazione nel suo calderone demagogico dove c'è tutto senza le risorse per nulla. Assumere i precari con incarico annuale non basta, occorre regolarizzare anche quelli che coprono una cattedra per tutto l'anno con contratto della scuola. In realtà l'operazione non costerebbe molto (500 mln di euro secondo 'Il sole 24 ore'), visto che da retribuire in più ci sarebbero solo tutte o quota parte delle ferie. Ma questo perché, col placet dei sindacati pronta-firma i neo-assunti già non hanno praticamente più una carriera legata all'anzianità. Ecco uno dei quid dell'operazione renziana 'elimina-scatti': eliminando anche quelli di chi sta nella scuola da tempo, la campagna di assunzioni verrebbe 'autofinanziata' (ma in molti anni) a detrimento dei diritti acquisiti.

ORARIO. Visto che prevede cattedre tutte almeno a 18 ore, sa Renzi che questa disposizione (già operativa dai tempi della Gelmini) ha impedito di mantenere la continuità didattica? Renzi non se ne cura. Anzi, a proposito di 'potenziato', prevede solo l'orario fisso dei docenti già stabilizzati, che vorrebbe portare (in linea con le dichiarazioni di Luglio del suo compagno di partito, il sottosegretario Reggi) almeno a 24 ore (cosa già tentata senza successo da Monti). Gli verrà incontro la CGIL, sindacato di riferimento del PD. Come contropartita, il segretario Pantaleo chiede quell’ottantina di euro che (eccezion fatta per una parte dei collaboratori scolastici e una manciata di precari con poco servizio) alla scuola non è praticamente mai arrivata. Non si sono ancora accordati solo perché manca la copertura. Intanto inizieranno ad accordarsi su 40 ore in più di servizio l'anno (gratis et amore dei, perché per il rinnovo del contratto scaduto da più di 6 anni non c'è un euro...), delle quali 20 da destinarsi alle supplenze, 10 all'aggiornamento e solo il quarto residuo per tutto ciò che Renzi vaneggia quando parla di 'organico dell'autonomia', ovvero per le attività di approfondimento ed ampliamento dell'offerta formativa.
Ma lo sa Renzi che, nonostante la massa di precari, quotidianamente in Italia si viola il diritto allo studio DIVIDENDO LE CLASSI perché la maggior parte delle supplenze brevi non vengono coperte?
Coprendo con le assunzioni annunciate (e tutte da verificare) solamente il turn-over pensa addirittura di eliminare le supplenze?
Come farà senza le graduatorie di istituto, che invece intende abolire?
A proposito delle "migliaia di insegnanti che mancano": s'è accorto Renzi dei tagli di 2,5 mld (Prodi) ed 8 mld (Gelmini-Berlusconi) e delle classi-pollaio (ciò che rende impraticabili per la didattica, ma, ripetiamo, anche sotto il profilo della sicurezza le nostre scuole che già sono per l'80% non a norma 'a prescindere')?
Le 150.000 assunzioni (peraltro destinate probabilmente a restare in buona parte 'mero annuncio') dovrebbero essere AGGIUNTIVE rispetto al turn-over. Abbiamo capito qual è il vero cruccio di Renzi sulla Scuola: è terrorizzato dal dover applicare le sentenze europee sulla regolarizzazione delle migliaia di precari con 36 mesi di servizio (richiamate, lapsus significativo, addirittura in un 'titolo' delle sue 'Linne guida': "Se anche la Corte di giustizia europea si interessa dei docenti italiani"). Per questo i ‘suoi’ hanno insistito tanto sull’aumento d’orario dei docenti e sul (vergognoso e minimalista) taglio delle scuole Superiori a 4 anni (che fa il paio col vergognoso Liceo Scientifico senza il latino voluto dalla Gelmini, mai messo in discussione, come del resto i nuovi programmi di storia nella Primaria imposti dalla Moratti, che sterilizzano l'insegnamento in quinta alla fine dell'impero romano per bloccarlo tre anni sull'età della pietra). Cosa intende Renzi, quando scrive di "affiancare al sapere il saper fare, partendo dai laboratori", visto che il personale per i laboratori non c'è più da anni (e di questo le 'Linee' non parlano)?

Altro che ‘interesse per la scuola’! Cercano l’escamotage per ridurre drasticamente gli organici, onde dimostrare alla Suprema Corte di Strasburgo che non ci sarebbero posti da assegnare. In più, devono tirar fuori dal cilindro il 'miliardo' millantato qualche giorno fa da Renzi per la scuola: 800 milioni è il costo annuo per le supplenze, poi basterà aggiungere ciò che avanza del decreto Carrozza per l'istruzione (in buona parte mai speso). Sarà un inganno per chi s'occupa di conti, perché quei soldi verranno spesi ugualmente: alla scuola servono persone, non chiacchiere. Renzi parla di 'consultazioni', ma la controriforma è cogente, perché le coperture per il prossimo anno solare le deve trovare adesso nella Legge Finanziaria e lui le ha 'trovate' così: abolirà i supplenti, ma non assumendo almeno il 10% in più rispetto ai posti in organico, non potrà abolire le supplenze. Per questo (anche se ora 'glissa') cercherà di aumentare a costo zero l'orario obbligatorio di cattedra del personale di ruolo. La 'spending rewiev' parla di 20 mld di tagli: altro che investimenti (e, con riferimento alla scuola, pare essersene accorta anche la Bindi)! A proposito di "ripensare le strategie per l'istruzione" e del 'settore-chiave per il futuro del Paese", s'è accorto Renzi che abbiamo già toccato il fondo e siamo pressoché all'ultimo posto nella UE per percentuale sul Pil di spesa su scuola, università e ricerca?

In un Paese dove chi governa ha giurato su di una ripresa dello 0,8% per poi scoprire che siamo a -0,2%, in stagnazione e deflazione, prima hanno provato con le 36 ore settimanali, poi hanno ‘ragionato’ sulle 24 / 30. Ora, non volendo certo toccare i privilegi, eliminare la spesa per l’acquisto degli F35 (il 7 Agosto rifiutati, dopo il Canada, anche dal Giappone) o intaccare i regali fatti alle banche, si stanno arrovellando per riproporre ai docenti meno retribuiti del continente il diktat di una definitiva dequalificazione impiegatizia inesistente nel mondo, a professionisti della didattica già impegnati in un lavoro sommerso e mai riconosciuto che giunge ben oltre le 18 ore frontali (o le 24 della Primaria e le 25 della scuola dell’Infanzia). L’idea è sempre la stessa: SUPERIORI A 4 ANNI E RELATIVO TAGLIO DI 60.000 CATTEDRE, ALTRETTANTI ESUBERI REDISTRIBUITI A DETRIMENTO DELLA QUALITA’ DELLA SCUOLA E DELLE SPERANZE DI ASSUNZIONE + AUMENTO OBBLIGATORIO DELL'ORARIO PER TUTTI SENZA RETRIBUZIONE AGGIUNTIVA, A SPESE DELLE 'FERIE SOTTESE’ (L’EQUIVALENTE DI ALMENO 22 GIORNI L'ANNO DI LAVORO IN PIU') + AUMENTO D'ORARIO FACOLTATIVO (MA CHI NON LO FACESSE RIMARREBBE A STIPENDIO BASE).

Questo progetto fa parte di un piano volto apertamente a fare della scuola pubblica la copia di quei diplomifici privati che, come il Ministro ben sa avendo ricevuto da tempo le dettagliate denunce dell’Unicobas, non controllano profitto e frequenza degli alunni e non pagano i docenti, ma li forniscono invece dei punti necessari per superare i precari pubblici nelle graduatorie di merito. La Giannini infatti, nonostante le interrogazioni parlamentari, non solo non è intervenuta, ma ha preso le scuole private a modello, e s’è pronunciata per l’abolizione degli organi collegiali, baluardo di democrazia, libertà d’insegnamento e controllo nella scuola di tutti. Quando Renzi parla di "risorse private- destinazione Scuola", in linea con il ddl Aprea di Forza Italia (ed i suoi aziendalistici 'Consigli d'Amministrazione'), intende far gestire le scuole direttamente dai privati e regalare loro gli studenti dei Tecnici e dei Professionali come forza lavoro non retribuita con la 'alternanza scuola-lavoro' per l'introiezione di competenze meramente esecutive 'depurate' dal sapere critico.

Tutto questo non passerà. L’Unicobas si batte per un contratto specifico per la scuola (Docenti ed ATA) fuori dal calderone indistinto del ‘pubblico impiego’ e fuori dall’area di vigenza del Dlvo 29/1993 (per parafrasare Renzi, questa è stata la madre delle "riforme incomplete e - delle - scelte di corto respiro - che - hanno svalutato l’alta responsabilità professionale e civile di chi fa nel nostro Paese il mestiere più nobile e bello"), che impedisce alla scuola meno retribuita della UE aumenti contrattuali superiori all’inflazione ‘programmata’, la stabilizzazione degli automatismi d’anzianità e la riconquista di un ruolo professionale e disciplinare specifico, con l’istituzione del preside elettivo e del Consiglio Superiore della docenza.

Stefano d’Errico - Segretario nazionale
unicobas.rm@tiscali.it








Postato il Lunedì, 08 settembre 2014 ore 08:00:00 CEST di Michelangelo Nicotra
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