Il segretario
generale del SISA Davide Rossi ha avuto un importante incontro presso
il MIUR venerdì 18 luglio 2014 con il dottor Marco Campione, capo della
segreteria del sottosegretario Roberto Reggi. L’incontro è stato
proficuo, improntato a un serrato dialogo e a un vivace confronto in
merito alle proposte governative per la scuola.
Il SISA ha ribadito una visione fondata sulla costruzione dei saperi e
non già sulla loro trasmissione, un’idea di scuola in cui
l’intelligenza e il contributo creativo dei discenti è parte del
percorso educativo fondato sulle libertà d’insegnamento e di
apprendimento. Il sindacato ha altresì affermato che la riduzione di un
anno del percorso di studi, chiesta dal SISA per le medie, ma proposta
dal governo per le superiori, non deve in alcun modo significare la
riduzione dei docenti in servizio, ma piuttosto la riduzione del numero
di alunni per classe, ristabilendo la relazione educativa, impossibile
con classi da oltre trenta ragazzi. Il governo sembra intenzionato a
garantire tutti i docenti in servizio. Il criterio “non uno di meno”
deve valere per gli studenti, da preservare dalla dispersione
scolastica, ma ugualmente per docenti e ATA.
Aprire le scuole nei pomeriggi e nei tempi di sospensione delle
attività didattiche deve avvenire attraverso il coinvolgimento degli
studenti alle superiori e di persone pedagogicamente preparate negli
altri livelli d’istruzione, creando così opportunità di lavoro per i
giovani neo-laureati e disoccupati, altre soluzioni sarebbero incerte e
discutibili, occorre tuttavia trovare le necessarie coperture.
Ugualmente si è ragionato in merito alla necessità di sanare una
situazione difficile che al momento nega l’abilitazione a docenti da
anni in cattedra e vede molti abilitati non insegnare in attesa
dell’incarico a tempo determinato.
Le fasce d’istituto, così come i TFA, andrebbero superati, per quanto
il percorso sia lungo e il governo confermi la volontà che siano le
università a certificare l’avvenuta abilitazione.
Da parte del governo si è manifestata l’intenzione di non modificare
assolutamente l’orario di docenza e di procedere su base volontaria e
non obbligatoria per ogni estensione del servizio, per supplenze o per
attività didattiche non curricolari.
Il SISA ha ribadito, trovando consenso, che il solo percorso di
valutazione delle scuole è quello dell’autovalutazione, non essendo
comparabili i percorsi e le attività didattiche di una scuola
dall’utenza sensibilizzata rispetto ad una fortemente disagiata, come
avviene nelle grandi città, soprattutto nelle periferie.
Infine il SISA si rallegra per la volontà di confermare il momento
democratico delle RSU, quale espressione dei lavoratori, per il quale,
oltre al livello di scuola, sarebbe utile votare su liste nazionali,
onde verificare concretamente il reale consenso delle differenti
organizzazioni a prescindere dalla possibilità di avere una lista in
ogni singola istituzione scolastica.
In merito al diritto dei precari alla stabilizzazione il SISA ha
espresso l’auspicio che la famosa quota “96” possa essere accolta come
criterio permanente per riconoscere il diritto alla pensione dei
lavoratori della scuola.
In merito all’avvio dei CPIA, i nuovi corsi per gli adulti, il SISA ha
confermato la gravità della limitazione per l’accoglimento delle
iscrizioni a metà ottobre, essendo il flusso degli adulti interessati
ai corsi determinato da variabili disgiunte dal calendario scolastico
italiano.
Il SISA, pur apprezzando le intenzioni espresse, volte a garantire più
investimenti e più posti di lavoro, mantiene lo stato di agitazione e
conferma la disponibilità a convergere su una data settembrina unitaria
di sciopero del sindacalismo di base.
I decreti, di prossima emanazione documenteranno chiaramente se davvero
la scuola sia tornata, dopo anni e anni di trascurata dimenticanza e di
feroci tagli, al centro di un progetto politico che da troppo tempo
nega la centralità sociale alla scuola, chiamata ad essere una
istituzione che risponde alla comunità che la esprime, non certo un
servizio.
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