Continua far
discutere la possibile riforma del contratto degli insegnanti. Se dal
ministero non arrivano particolari smentite riguardo alle anticipazioni
di qualche giorno, fa, adesso arrivano nuovi dettagli per il prossimo
anno scolastico che si preannuncia denso di novità. Qui tutti i dettagli della riforma.
Non solo, infatti, sembra confermata l’ipotesi della settimana
lavorativa di 36 ore per gli insegnanti, ma addirittura prende corpo
l’idea di un premio per premiare i docenti e i lavoratori più virtuosi
nel mondo scolastico.
L’unico aspetto che rappresenta, in qualche modo, una frenata riguarda
la scelta del provvedimento che verrà portato alle Camere: si tratta di
una legge delega, che non dovrebbe, dunque, avere effetti per l’anno
2014/2015, ma potrebbe dispiegare i suoi effetti tra poco più di dodici
mesi. Non basterà, infatti, l’approvazione parlamentare per rendere
effettive le modifiche eventualmente approvate, ma si dovranno
attendere i decreti legislativi. Una riforma in piena regola, dunque,
proprio come avvenuto, in tempi recenti, per le professioni e, in
particolare, per gli stessi avvocati.
Ricapitolando, dunque, i premi che sarebbero nella bozza di riforma del
contratto docenti riguardano il mantenimento invariato degli scatti di
anzianità, più il 30 percento bonus per quegli insegnanti che ricoprano
incarichi nell’organigramma scolastico, come i vicepresidi, o, ancora
per attività specializzate al pari di lingue o informatica.
Riguardo, invece, l’orario settimanale, le 36 ore dovrebbero
riguardare i livelli dalla scuola per l’infanzia fino alle
elementari. Tra le possibili novità, poi, c’è quella che potrebbe
vedere gli istituti aperti fino alle ore 22.
Una piano rivoluzionario, dunque, che, però, cozza con la situazione
attuale della scuola, alle prese con problemi cronici di organico e di
risorse, con finanziamenti governativi che latitano. Al punto che,
anche in una città come Genova, si cerca di ovviare alla carenza di
fondi con rimedi drastici. E’ di queste ore, infatti, la notizia secondo cui dal
prossimo anno scolastico 2014/2015 gli istituti superiori del capoluogo
ligure saranno chiusi il sabato visto il “perdurare della crisi
finanziaria determinata dai pesanti tagli ai trasferimenti agli Enti
locali e aggravata dai provvedimenti governativi”. Davvero un altro
mondo rispetto a quello prefigurato dalla possibile riforma
contrattuale.
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