Presentato al Museo Diocesano di Catania il XXIII
Rapporto Immigrazione, realizzato da Caritas Italiana e Fondazione
Migrantes, dal titolo 'Tra crisi e diritti umani'. Palermo (29.212),
Messina (25.821 ) e Catania (23.361) attraggono oltre la metà di
tutti i cittadini stranieri residenti in regione che sono pari a quasi
140 mila. Aumentano le donne mentre si diversificano le nazionalità:
numerosi i rumeni, seguiti da marocchini, srilankesi e i cinesi;
rappresentano il 2,8% del totale nazionale.
Quanto alla provincia di Catania va registrato un calo di presenze: da
quasi 26 mila residenti si è passati a circa 23 mila, prima dell'ultimo
censimento nazionale del 2011. Il numero di minori è pari al
2.710. mentre è alta la percentuale di donne, il 54,8%. Tra le nazioni
prevalenti spiccano: Romania, Sri Lanka, Mauritius, e Cina. Non
manca, tuttavia, qualche dato in controtendenza che riguarda i comuni
di Giarre, 1230 presenze, il 55,7% composto da donne, e il comune di
Mazzarone, 474 presenze, con un'incidenza del'11,7% sugli abitanti
totali; a maggioranza uomini.
Altro elemento distintivo del rapporto riguarda la presenza di alunni
stranieri. Le scuole della regione sono frequentate da 23.492 alunni
con cittadinanza straniera concentrati soprattutto nelle primarie. Per
Catania e provincia, in riferimento all'anno scolastico 2012/2013, si
rileva un aumento del 12,3% con 4.390 alunni stranieri
presenti sul territorio; il 2,4% sul totale degli studenti.
Infine, l'emergenza sbarchi. Sono stati oltre 30 mila gli sbarchi
registrati sulle coste siciliane nel corso del 2013. Quanto ai
richiedenti asilo nel 2013 in Italia si sono registrati 45.000 casi
stando all'ultimo bollettino statistico di Eurostat. I paesi di
provenienza sono: Somalia, Siria, Pakistan, Eritrea, Palestina. 8 mila
le persone salvate solo nel mese di settembre, tra cui 1.400 bambini.
Il maggior numero di domande sono state ricevute dalla Germania
(127mila, pari al 29% del totale), seguita da Francia (65mila, 15%),
Svezia (54mila, 13%), Regno Unito (30mila, 7%), Italia (28mila, 6%).
A riguardo, il direttore della Caritas Diocesana di Catania, don Piero
Galvano, uniformandosi al linea sostenuta dalla Chiesa e dalla Caritas
Nazionale, ha ribadito con forza la necessità di una maggiore
responsabilità tra le parti: “Dobbiamo considerare il migrante come una
risorsa e non come una minaccia, smettendola di dire che gli stranieri
rubano lavoro. Poi c'è bisogno di più collaborazione con le istituzioni
e soprattutto bisogna finirla di strumentalizzare i CIE e i vari CARA
per finalità esclusivamente economiche. La Chiesa italiana e anche la
Caritas ha ribadito in più occasioni che bisogna chiudere queste
strutture. Serve una politica organica sul diritto d'asilo per
non delegare alle singole prefetture di Siracusa, Ragusa e Catania” ha
concluso il Direttore della Caritas diocesana.
La giornata è stata organizzata dall'Ufficio Pastorale delle Migrazioni
della diocesi di Catania in sinergia con la Caritas diocesana di
Catania. Presenti don Piero Galvano, direttore Caritas Catania, e
il diacono don Giuseppe Cannizzo, direttore dell'Ufficio
Pastorale Migrantes di Catania. Ha presentato il rapporto il Dott.
Vincenzo La Monica, redattore regionale del dossier. E'
intervenuta la Prof.ssa Teresa Consoli, associato di Sociologia presso
il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell'Università di
Catania e Direttore del Centro di ricerca Laposs, che ha sviluppato il
tema: “Minori stranieri non accompagnati e prospettive di inserimento”.
Filippo Cannizzo - Addetto Stampa
Caritas Catania
comunicazione@caritascatania.it