Particolarmente
penalizzate le donne, che nel comparto istruzione rappresentano oltre
l’80% del personale: per la pensione di vecchiaia serviranno 63 anni e
9 mesi di età; per quella anticipata servirà un’anzianità contributiva
di 41 anni e 6 mesi. Il Miur fissa al 7 febbraio la scadenza per la
presentazione delle domande, ma rispetto a pochi anni fa lascia il
servizio meno della metà degli insegnanti e Ata: siamo quasi al blocco
del turn over.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): chiederemo un’interpretazione
autentica alla Consulta, perché la professione docente è tra le più
alte a rischio burnout. Già oggi la media è oltre i 50 anni e presto si
lascerà la cattedra non prima dei 67 anni.
Il 2014 porterà un altro bel giro di vite sul fronte della pensione dei
lavoratori. In particolare per quella delle donne. Dopo che la riforma
Fornero ha elevato, dal 1° gennaio del 2012, l’età minima per accedere
all’assegno di quiescenza da 60 a 62 anni, nel 2014 serviranno 63 anni
e 9 mesi. Mentre per quelle che non posseggono il requisito dell’età
anagrafica, servirà un’anzianità contributiva di 41 anni e 6 mesi entro
il 31 dicembre 2014 (per gli uomini un anno in più). Considerando che
oltre l’80 per cento dei docenti italiani è composto da donne, il
nostro corpo insegnante non potrà che confermarsi negli anni il più
vecchio al mondo.
I numeri della scuola, del resto, parlano chiaro: quest’anno hanno
lasciato il lavoro circa 11mila docenti e 4mila Ata. Mentre 12 mesi
prima erano stati complessivamente 28mila. E nel 2007 oltre 35mila. Se
non è un blocco del turn over, poco ci manca, con gli insegnanti
italiani destinati ad essere sempre più tra i più vecchi dell’area
Ocse: in base agli ultimi dati ufficiali, l’età media delle immissioni
in ruolo è alle soglie dei 40 anni di età. E ormai complessivamente due
insegnanti italiani su tre hanno almeno 50 anni. Non solo: i nostri
docenti con meno di 30 anni sono appena lo 0,5%, mentre in
Germania la
presenza di insegnanti under 30 si colloca al 3,6%, in
Austria e
Islanda al 6%, in Spagna al 6,8%.
“Oltre a questi numeri, che non necessitano di commenti per la loro
limpidezza, – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario
organizzativo Confedir – c’è da dire che in Italia i nostri governanti
continuano a dimenticare che l’insegnamento è scientificamente
collocato tra le categorie professionali più a rischio burnout. Mentre
nel nostro Paese si continuano a tutelare altri dipendenti, come quelli
di sicurezza, difesa e soccorso pubblico, che ancora possono lasciare a
57 anni, in certi casi a 53: in questi casi, infatti, la somma
età-contributi si ferma non a quota 96, ma addirittura a 92 anni. Tanto
è vero che nel primo semestre 2013 i dati ufficiali emessi dall’Inps
hanno rivelato che i corpi di polizia hanno lasciato il servizio in
media a 54,8 anni ed i militari a 57 anni. È davvero grave che a fronte
di certe deroghe, su cui non spetta a noi entrare nel merito, per gli
insegnanti la soglia della pensione è stata posticipata, quando entrerà
a regime, a 67-68 anni”.
Il sindacato torna quindi a riproporre l’unica soluzione praticabile
per uscire da questa situazione di impasse: trasformare in tutor per
nuovi docenti tutti coloro che hanno alle spalle un congruo numero di
anni di insegnamento, almeno 25-30. Con conseguente sottrazione,
parziale o totale, delle ore di didattica frontale. L’opera di
tutoraggio e di supervisione dell’operato dei giovani insegnanti,
permetterebbe sia di svecchiare il personale in cattedra, sia di
migliorare la qualità complessiva dell’insegnamento, visto che le nuove
generazioni di docenti potrebbero ereditare tante conoscenze, capacità
e competenze altrimenti destinate a perdersi.
“Nei prossimi giorni – prosegue Pacifico – l’Anief chiederà
un’interpretazione autentica proprio sulla specificità del mestiere
dell’insegnamento. E sull’elevato logorio che arreca su chi lo conduce
per tanti anni consecutivi. Si tratta di una trascuratezza che sta già
producendo riflessi negativi sulle nuove generazioni che siedono sui
banchi. Ma può continuare ad essere quello della scuola il comparto –
conclude il rappresentante Anief-Confedir – per fare economie di
spesa?”.
La segreteria nazionale del sindacato fornirà indicazioni utili per la
presentazione delle domande da parte del personale docente, educativo
ed Ata per il collocamento a riposo - dal 1° settembre 2014 - per
compimento del limite massimo di servizio, di dimissioni volontarie dal
servizio, di trattenimento in servizio, oltre che per il raggiungimento
del limite di età. La scadenza per la produzione delle domande, da
presentare on line, ma con alcune eccezioni, è stata fissata al 7
febbraio 2014.
Anief.org