Appello
dell’Anief-Confedir ai Senatori: presentate in aula un emendamento
all’art. 13 del disegno di legge recante “Disposizioni per
l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia
all'Unione europea” per evitare un ricorso della Commissione UE. Nel
frattempo, entro l’anno la Corte di Giustizia Europea deciderà sulla
compatibilità della deroga alla stabilizzazione introdotta dalla legge
106/11 nella passata legislatura. Nel provvedimento che intende
apportare modifiche legislative per evitare la condanna dello Stato
italiano, non è affrontata la procedura d’infrazione n. 2010/2124,
attivata dalla Commissione per violazione del diritto dell’Unione,
vista la non corretta applicazione della direttiva 1999/70/CE relativa
all'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato con riferimento al
personale a tempo determinato impiegato nella scuola pubblica.
Procedura che, nonostante l’approvazione di un’esplicita deroga
prevista dalla legge 106/11, richiamata prima da una sentenza della
Cassazione e poi rimessa nel gennaio scorso all’esame della Corte di
Giustizia Europea dal tribunale del lavoro di Napoli - si è trasformata
in atto di messa in mora complementare ai sensi dell’art. 258 del TFUE
(Trattato di funzionamento dell’Unione Europea). Già durante l’esame
del disegno di legge sul mercato del lavoro, la XIV Commissione della
Camera, nel parere espresso il 20 giugno 2012, aveva “preso atto che,
in materia di contratti a tempo determinato, la Commissione europea ha
aperto due procedure di infrazione (proc. n. 2010/2045 e proc.
2010/2124), per la non corretta trasposizione della direttiva
1999/70/CE relativa all'accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a
tempo determinato. In particolare, nell'ambito della procedura
d'infrazione 2010/2124, la Commissione europea ritiene che la prassi
italiana di impiegare personale ausiliario tecnico amministrativo nella
scuola pubblica per mezzo di una successione di contratti a tempo
determinato, senza misure atte a prevenirne l'abuso, non ottempera gli
obblighi della clausola 5 dell'Accordo quadro allegato alla direttiva
1999/70/CE; tenuto conto che, secondo informazioni raccolte dalla
Rappresentanza permanente dell'Italia presso l'UE, i servizi della
Commissione europea si appresterebbero a proporre l'adozione di una
lettera di messa in mora complementare, poiché si riterrebbe che la
successione di contratti a tempo determinato non sia più circoscritta
al solo personale ausiliario tecnico-amministrativo, bensì ai diversi
ruoli del personale della scuola;” Eppure, oggi, nel testo all’esame
della XIV Commissione del Senato, si ritiene di dover affrontare la
sola procedura 2010/2045 relativamente all’art. 13 del testo
(Disposizioni in merito a rapporti di lavoro a tempo determinato) e non
pure la 2010/2124 per la quale sono giunte nell’ultimo anno alla
Commissione UE migliaia di denunce da parte di quei 300.000 docenti e
ata italiani che da più di tre anni svolgono supplenze su posti vacanti
e disponibili. Per evitare una condanna salatissima per le casse
dell’erario, tanto più pesante quanto più contrastante è stata l’azione
dello Stato membro, Marcello Pacifico, presidente Anief e coordinatore
Confedir per la Scuola, invita i Senatori a modificare in aula il
testo, abrogando la norma derogatoria (art. 9, c. 18, legge 106/11).
Sarebbe un segnale forte nei confronti di quei silenti lavoratori dello
Stato che mantengono aperte le nostre scuole e un’inversione di
tendenza contro una precarizzazione del rapporto di lavoro che non può
garantire la qualità del servizio istruzione né la crescita
professionale.
Anief.org