Dopo la proroga
del pagamento della prima rata, richiesta e ottenuta a gennaio, arriva
un un secondo riconoscimento, stavolta dal Ministero, alle lotte
portate avanti dai Cobas Scuola e da molti tirocinanti TFA a Pisa.
Ad aprile, infatti, è uscita la nota Miur 174/2013, che di fatto
ammette le difficoltà di organizzazione del TFA nei vari atenei e
indica un diverso criterio di conteggio delle ore di tirocinio che
porta alla riduzione delle stesse in modo da garantire l'abilitazione
entro quest'anno scolastico.
Negli ultimi mesi abbiamo denunciato più volte pubblicamente la
disorganizzazione generale del TFA, i ritardi nell'inizio del tirocinio
in Toscana (molti tirocinanti devono ancora iniziare), le differenze
tra i vari atenei, i problemi con la stipula delle convenzioni tra
Università e scuole; abbiamo poi ribadito, con diffida inviata
all'Università di Pisa proprio a inizio aprile, che i tirocinanti – già
costretti a fare sacrifici economici, lavorativi e personali per poter
conseguire l'abilitazione – non avrebbero dovuto essere danneggiati da
problemi indipendenti dalla loro volontà.
Ed ecco che la nota su questo parla chiaro:
La chiusura dei percorsi entro la
fine dell'anno scolastico, occorre ribadirlo, costituisce un obiettivo
prioritario, perché le difficoltà nell'attuazione non possono, in alcun
modo, ricadere su chi ha affrontato prove selettive e sta affrontando
oneri e sacrifici confidando negli atenei, nelle istituzioni
scolastiche e nell'Amministrazione.
Quasi le stesse nostre parole.
Ma la nota non dimostra solo quanto avessimo ragione e quanto fossero
fondate le nostre rivendicazioni: all'atto pratico, si rende adesso
infatti necessario un ridimensionamento delle ore di tirocinio in base
ai nuovi criteri stabiliti dalla nota stessa.
E questo vale anche per il riconoscimento dei crediti formativi ai fini
di riduzioni del carico di lavoro e studio sulla parte pedagogica e
disciplinare; la nota stabilisce infatti che "resta impregiudicata la possibilità di
disporre, valutando i singoli casi, ulteriori o altre riduzioni"
e che, "stante la pluralità di titoli
che certificano livelli di conoscenze già acquisiti, si rimanda la
valutazione e il riconoscimento di crediti all’autorità dei Consigli
dei corsi di tirocinio, unici soggetti atti a raffrontare, caso per
caso, i titoli posseduti con gli insegnamenti impartiti e le competenze
da acquisire." Ciò andrebbe sicuramente tenuto di conto,
soprattutto per i corsisti di ruolo o già abilitati su altre classi di
concorso; per tutti coloro, insomma, che hanno già seguito lunghe e
analoghe procedure di formazione.
C'è da chiedersi come mai l'Ateneo di Pisa non abbia ancora reso
applicativa la nota, come ha fatto ad esempio l'Ateneo di Napoli. Ci
rendiamo conto della non facile gestione delle modifiche in tempi così
stretti; e chiaramente resta il fatto che anche qualora un corsista non
riuscisse a finire il tirocinio per tempo deve potersi abilitare
comunque. E' altrettanto vero, però, che questa nota dà la possibilità
all'Ateneo di far rientrare le cose, almeno in parte, nei binari, senza
deroghe di sorta e riacquistando tra l'altro la fiducia dei
tirocinanti. E' una cosa positiva per entrambe le parti, sarebbe
assurdo non sfruttarla.
Esprimiamo dunque soddisfazione per il riconoscimento delle richieste
da tempo inoltrate e invitiamo l'Ateneo di Pisa a rivedere
tempestivamente, con le modalità previste, l'ammontare delle ore di
tirocinio, il riconoscimento dei crediti formativi e il carico di
lavoro in base ai nuovi criteri.
Carlotta
Cini - per i Cobas Scuola di Pisa
cini.carlotta@gmail.com